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Slap sul basso: usare la tecnica oltre gli schemi tradizionali

Lo slap può superare i confini del funk e trasformarsi in linguaggio universale, fondendo groove, armonia e ritmo in ogni stile.

È la domanda che ogni bassista prima o poi si pone: questa tecnica percussiva così iconica è destinata a restare confinata in un solo linguaggio? O può diventare uno strumento espressivo capace di trasformare il nostro modo di suonare anche in contesti completamente diversi?

Dietro l’apparente semplicità dello slap si nasconde un potenziale enorme, che va ben oltre i confini dei generi e degli stili più classici. Basta cambiare prospettiva: invece di pensarlo come un effetto, iniziamo a trattarlo come una vera grammatica musicale, con cui possiamo riscrivere groove, linee melodiche e persino arpeggi.

Quando il basso parla altre lingue

Lo slap nasce negli anni ’60 con musicisti come Larry Graham, che per compensare l’assenza di un batterista iniziò a percuotere le corde col pollice per imitare la grancassa e strapparle con l’indice per evocare il rullante.
Da allora la tecnica è diventata sinonimo di ritmo, energia e impatto, fino a diventare un marchio di fabbrica per giganti come Marcus Miller, Flea o Mark King.

Eppure, proprio come la chitarra non è solo strumento ritmico e il pianoforte non è soltanto armonico, anche lo slap può uscire dal suo recinto naturale.
Lo dimostra l’approccio di Alex Lofoco, bassista e didatta che nel corso Master Slap pubblicato su Musicezer esplora territori dove questa tecnica non era mai arrivata prima: dal fingerstyle al rock, fino all’arpeggio jazz.

Come spiega lui stesso, «il punto è sempre quello di trasferire dei concetti, dei suoni e delle soluzioni che non vengono primariamente dalla tecnica slap, per aprire nuovi orizzonti e provare a integrarlo anche in situazioni che non sono tipiche per lo stile» (Alex Lofoco).

Slap e fingerstyle: due mondi che possono fondersi

Uno degli esperimenti più interessanti riguarda la traduzione di linee nate per il fingerstyle in un linguaggio da slap. Lofoco, ad esempio, parte dal celebre groove di “Oakland Stroke” dei Tower of Power, costruito dallo storico Francis Rocco Prestia, e lo reinterpreta con double thumb e pluck.

Il risultato è sorprendente: il suono mantiene la sua impronta stoppata e incisiva, ma acquisisce un dinamismo diverso, capace di fondere l’attacco dello slap con la precisione del pizzicato. È un modo concreto per dimostrare che la tecnica può uscire dalla sua comfort zone e diventare uno strumento di esplorazione sonora.

La chiave sta nell’economia dei movimenti: il doppio colpo del pollice permette di ottenere velocità elevate senza fatica, mentre l’uso controllato della dinamica consente di simulare sfumature tipiche di altri stili. Come ricorda Lofoco, «l’idea è sempre quella dell’economia di movimenti, che trovo effettivamente molto vantaggiosa per questo tipo di tecnica» (Alex Lofoco).

Ritmo, accenti e groove: il basso come sezione percussiva

Portare lo slap oltre i suoi confini tradizionali significa anche pensare al basso come a uno strumento percussivo completo. Attraverso l’uso combinato di hammer-on, ghost notes e strum, è possibile costruire veri e propri pattern ritmici che imitano la sezione di una batteria: il colpo del pollice diventa la cassa, lo strum assume il ruolo del rullante e le ghost si trasformano in un charleston dinamico.

Questa prospettiva apre a nuove soluzioni creative: il basso non accompagna più soltanto, ma costruisce strutture ritmiche autonome, perfette per trio moderni, situazioni soliste o contesti dove il groove è protagonista. Non è un caso che molti bassisti contemporanei utilizzino oggi tecniche percussive complesse anche in ambiti lontani dal funk, dal pop mainstream fino al prog e all’elettronica.

Idee pratiche: 3 esercizi per andare oltre

Per sperimentare davvero questo nuovo modo di intendere lo slap, prova questi tre esercizi ispirati al metodo di Alex Lofoco:

1. Groove fingerstyle “trasformato”
Scegli una linea che suoni di solito con il pizzicato (può essere un riff rock o pop) e riscrivila usando il double thumb e uno o due pluck. Concentrati su dinamica e precisione: l’obiettivo è mantenere la personalità originale ma con un linguaggio diverso.

2. Groove percussivo completo
Costruisci un pattern di quattro battute usando queste tre voci: pollice (cassa), strum (rullante) e ghost note (charleston). Gioca con volumi e accenti, provando a creare movimento anche senza cambiare note.

3. Accent shift
Prendi una sequenza base da quattro note (down-up-pluck-pluck) e sposta l’accento ogni volta su un colpo diverso. Scoprirai come cambia il carattere del groove e quanto questa semplice variazione possa espandere le tue possibilità ritmiche.

Prenditi la libertà di esplorare

Portare lo slap oltre i suoi schemi significa soprattutto sperimentare senza paura. Non serve essere Victor Wooten o Marcus Miller per provare: basta cambiare punto di vista e accettare l’errore come parte del processo creativo.

Se vuoi approfondire questi concetti e lavorare in modo sistematico sulle tecniche che abbiamo visto, il corso Master Slap di Alex Lofoco su Musicezer è un ottimo punto di partenza: un percorso completo per trasformare lo slap in uno strumento espressivo versatile e moderno.

E ora tocca a te: prova questi esercizi, personalizzali, spingili oltre. Poi torna qui e raccontaci nei commenti come è cambiato il tuo modo di suonare e quali nuove idee hai scoperto lungo la strada.



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