Quando Mario Guarini – bassista eccezionale, collaboratore storico di Claudio Baglioni e amico di lunga data della nostra community – decide di scrivere un libro sulla pentatonica, non lo fa certo per aggiungere l’ennesimo manuale di diteggiature al catalogo.
“I Pilastri del Basso Elettrico Vol.1 – La Pentatonica“ è un’operazione diversa: oltre 500 pagine e più di 600 esercizi per smontare e ricostruire da zero il modo in cui guardiamo a questa scala, quella che tutti conosciamo ma che quasi nessuno studia davvero fino in fondo.
La pentatonica non è quello che pensi
Partiamo da un fatto: quante volte ci siamo limitati a suonare le solite quattro o cinque forme su e giù per il manico, convinti di aver fatto abbastanza? Guarini parte proprio da qui, da quella sensazione che la pentatonica sia “roba facile”, da lasciare ai principianti mentre noi bassisti evoluti ci tuffiamo sui modi della scala maggiore.
Invece no: la pentatonica è la vera spina dorsale del basso elettrico, lo scheletro dell’armonia. E nel lo spiega con un’eleganza disarmante.
Se poi consideriamo che il basso a cinque corde è accordato sulla scala di Sol, capiamo che lo strumento stesso è pentatonico per natura.
Il libro parte dalle origini – la pentatonica documentata in Cina già nel terzo millennio a.C., addirittura rintracciabile in flauti di osso risalenti a 9.000 anni fa nella provincia di Henan – per arrivare dritto ai concetti più tosti della musica contemporanea.
Modal interchange, dominanti secondarie, i principi armonici di Barry Harris, la minor conversion di Pat Martino, Negative Harmony, Coltrane Matrix: tutto passa attraverso la pentatonica, tutto si può suonare e reinventare partendo da quelle cinque note.
Non è un libro per fare tecnica
Mettiamola così: se cerchi un eserciziario per sciogliere le dita e impressionare gli amici su Instagram, questo non è il posto giusto. Guarini è chiarissimo fin dall’introduzione: “Questo è un libro di armonia“. Gli esercizi vanno suonati con calma, persino senza metronomo all’inizio, prendendosi tutto il tempo per riflettere invece di “buttare le mani” meccanicamente.
L’obiettivo è capire, visualizzare, sentire il suono di ogni forma in ogni posizione.
I tempi? Almeno tre o quattro settimane per ogni capitolo, scavando in tutte le varianti, inventando soluzioni personali, insistendo sulle tonalità che ci fanno più fatica. E poi c’è la “Regola del 3”: un esercizio si considera assimilato solo quando riesci a farlo tre volte di seguito, andata e ritorno, senza errori o esitazioni. Sembra severo, ma è l’unico modo per far sì che il cervello memorizzi i suoni giusti e non gli errori ripetuti in automatico.
Per chi proprio non resiste alla tentazione di fare un po’ di velocità, c’è un’appendice dedicata con esercizi più meccanici. Ma il cuore del volume resta un’altra cosa: imparare attraverso tutti e quattro i canali: mani, occhi, orecchie, cervello. Suonare come un violoncello, con un suono legato, e costruire basi su cui sperimentare senza spartiti davanti, lasciando emergere la propria personalità.
Chi è Mario Guarini
Mario è uno di quelli che ha fatto praticamente tutto nel panorama italiano. In svariate occasioni e famose trasmissioni tv ha accompagnato mostri sacri come Charles Aznavour, Miguel Bosé, Pino Daniele, Loredana Bertè, Francesco Renga, Emma e un’infinità di altri.
Ha fatto il One World Tour con Claudio Baglioni nel 2010 – quello registrato alla Royal Albert Hall di Londra – e ha partecipato a Italia Loves Emilia nel 2012 davanti a 150.000 persone.
La lista di collaborazioni è impressionante: Samuele Bersani, Massimo Ranieri, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Ligabue, e potremmo continuare per un bel po’. Nel 2018 ha pubblicato il disco solista “Now It’s My Turn” con ospiti del calibro di Richard Bona, Vinnie Colaiuta, Michael Landau, Simon Phillips e Mike Stern.
E sì, è anche amico di Musicoff.com e ha collaborato con noi in passato, condividendo la stessa passione per la divulgazione musicale seria e accessibile.
Un metodo che ti fa ragionare
“I Pilastri del Basso Elettrico Vol.1 – La Pentatonica” non è il classico libro che compri, fai due esercizi e lasci sulla mensola. È un percorso di mesi, per padroneggiare davvero la scala su tutto il manico, in ogni posizione, in ogni tonalità possibile.
E soprattutto per capire che la pentatonica non è solo una scala melodica: è una struttura armonica complementare alla diatonica, dove lo spazio positivo dell’una diventa lo spazio negativo dell’altra.
Alla fine dell’introduzione, Mario scrive: “Buon lavoro a tutti voi, buttiamoci a capofitto in questo mondo affascinante e pieno di sorprese“. E ha ragione: stiamo parlando di una scala che da 9.000 anni continua a essere il linguaggio musicale più universale che esista, quella che Bobby McFerrin usò al World Science Festival del 2009 per dimostrare che siamo tutti neurologicamente “sintonizzati” su quelle cinque note. Forse è davvero il momento di studiarla come si deve.
Il manuale è disponibile per l’acquisto su Amazon*.
*noi di Musicoff non riceviamo alcuna commissione di affiliazione legata alla vendita del libro













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