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Tour Diary, la prima tappa porta il rock in Estonia

Inizia il viaggio, un tour europeo che porterà me e i The Shiver in giro per l'Europa per 32 date in 36 giorni. Che il Rock sia con noi...

Inizia il viaggio, un tour europeo che porterà me e i The Shiver in giro per l’Europa per 32 date in 36 giorni. Che il Rock sia con noi…

Mercoledì mattina, alle 6.00 scocca la sveglia, si parte!
O meglio, ci si vede in Piazza della Rocca a Viterbo e si carica il furgone. Tra una cosa e l’altra (cambiare spazzole al Van, un po’ di spesa per il viaggio e l’immancabile tappa da Decathlon per sacchi a pelo e cose di indiscussa utilità – o forse no come le mie 12 barrette cereali e banana) partiamo alle 11.

I quasi 3000 Km che ci separano da Tallinn ci sembrano molti, si, ma non esageratissimi. Si parte, ufficialmente, per il Dark Matters Tour 2018.

Maciniamo km, con pochissime soste, guida Finch (Francesco Russo – Batteria), io lo affianco davanti mentre Faith (Federica Sciamanna – Cantante/Chitarrista/Synth) e Simone dividono il posteriore. O meglio Simone mangia un numero incredibile di merendine.
Chi è Simone? Nella bio dei The Shiver avete letto che il bassista è Mauro Toti, ed infatti così è. Solo che Mauro a Settembre non poteva essere con noi ed allora Simone D’Andrea, mio amico e bassista per i miei progetti (compreso il mio disco Time To Leave) ci ha risolto un bel problema venendo con noi (switcheranno a Monaco).

Dark Matters 2018 Tour

Torniamo per un attimo al “caricare il furgone”: prima di partire per 40 giorni di tournèè in Europa senza mai fare base da nessuna parte o tornare a casa, la tentazione di portare qualsiasi cosa è altissima, così come quella di dire “tanto non succede”. Dal mio punto di vista bisogna avere un’ottima fiducia nella propria strumentazione (e dunque, a monte, nella scelta di essa) e poi, in ogni caso, prevenire mentalmente i possibili imprevisti che potrebbero capitare. 

Un esempio? Utilizzo cavi Reference Laboratory da una vita e non ho mai avuto un problema con nessun cavo, nonostante abbiano avuto, alcuni, una vita messa duramente alla prova. Cosa fare, fidarsi ciecamente? Portare di ogni cavo il suo spare? La via di mezzo vince sempre secondo me.
Questo ragionamento è estendibile a tutti i segmenti, dalla valigia personale fino alle chitarre o all’amplificatore. Ricordiamo, sempre considerando lo spazio a disposizione nel Van, non esagerando o portando un carico esagerato di cose perché in preda all’ansia.

La prima giornata volge quasi al termine, Finch ha guidato da Viterbo fino in Austria. Verso l’ora di cena prendo io il timone del maestoso Fiat Ducato faccio le ultime 3 ore di guida della giornata, fino alle 23:30.
La regola “imposta” da noi è guidare un pieno a testa (850-950 Km circa). Per la notte, muniti di sacco a pelo, ci appostiamo in una stazione di servizio Austriaca, con la sorveglianza di un nostro vicino (un energumeno dell’Europa dell’Est con all’interno del suo camion una tv enorme) piuttosto rassicurante.
Pensate sempre alla temperatura della notte! Io e Simone, un po’ scioccamente, restiamo nel sacco a pelo a maniche corte e vi assicuro che la mattina seguente, al risveglio, non c’è stato proprio un giubilo incredibile. Dormite sempre con la felpa!

Assideramento da tour :D

Ripartiamo presto nella mattina di Giovedì e, sempre con me al timone ci dirigiamo verso nord. Facciamo 2 ore di sosta ad ora di pranzo facendo cambiare le due anteriori (intervento programmato) a Lipsia, dove spendiamo poco e abbiamo la fortuna di aspettare questo lasso di tempo in un centro commerciale enorme a due passi dal gommista.
Facciamo qualche altro acquisto ed iniziamo a percepire lo sconforto verso la risoluzione del viaggio: l’arrivo. Talmente siamo sconvolti io e Finch (nobili carnivori) che pranziamo in un fast food di pesce (ad onor del vero, ottimo).

Ci rimettiamo in macchina e guido fino a nord di Berlino, dove il pieno finisce ed il timone passa a Simone.

Il "pit stop" a Lipsia, sulla strada del primo concerto

Il "pit stop" a Lipsia, sulla strada del primo concerto

Continuiamo a chiacchierare e a ridere e dopo alcune ore transitiamo in Polonia, percorrendo (probabilmente per errore) una delle superstrade più sconnesse della storia delle superstrade. 60 Km di montagne russe. Dopo aver visto il video Sara (la mia fidanzata) mi chiede se al termine di questa strada ci rilasceranno anche la foto ricordo, come a Gardaland. La cosa ci fa molto ridere e con la scusa cerchiamo di distogliere il pensiero dall’incessante insorgere di buche, toppe di asfalto messe in un modo tremendo ed un clima nebbioso da Silent Hill.

Ci rendiamo conto, quando Simone finisce il suo “giro” a Varsavia, che è mezzanotte passata, siamo davvero stretti con i tempi ed una serie di lavori in corsi più una coda chilometrica prima di Berlino ci hanno già fatto perdere diverse ore.
Decidiamo così di non fermarci per la notte. Sale in cattedra Federica, che ci guida da Varsavia in poi, anche lei in un contesto assurdo, immersi in una Polonia che quasi terrorizza. Prima delle 5 riprendiamo il giro e si torna a Finch. È il giorno del concerto, non riusciamo ad essere gasati perché la stanchezza dei giorni in van è importante, tuttavia passiamo per Lituania, Lettonia e poi finalmente l’Estonia.

Estonia

Insomma, partiti alle 10 di Mercoledì 19 Settembre da Viterbo arriviamo a Tallinn alle 16:30 del 21. Un viaggio infinito, forse da noi psicologicamente sottovalutato ma che comunque ci porta sani e salvi a destinazione.

Troviamo subito il locale (grazie Google, assistente imprescindibile in questa esperienza) e, wow! Bellissimo il “Rock Cafe” di Tallinn: un ex edificio industriale riqualificato, all’interno davvero bello, curato. Capienza 1100 persone.
Veniamo accolti bene, ritiriamo i nostri pass ed andiamo nel backstage dove una produzione come quella di questo tour (e la predisposizione all’estero al rispetto per i musicisti) ci garantisce una sistemazione eccellente: frutta, bevande, poltrone, docce in un ambiente spaziosissimo e luminosissimo. Non il classico tugurio in uno scantinato di fortuna (come capita spesso).

È il turno del nostro soundcheck, si sa, il primo giorno è sempre tutto di fretta ma troviamo chiaramente tutto perfettamente organizzato: prepariamo le nostre cose dopo il check dei The Rasmus e via, detto, fatto. Velocissimo, per via delle tempistiche lampo, ma assolutamente positivo.

Finiamo il check, mangiucchiamo qualcosa al buffet di ingresso ed un pensiero fisso ci smuove il cervello: la doccia. La voglia di farsi una bella doccia è tanta e così io e Simone andiamo: una doccia talmente gelida che non saprei descriverla, allo stesso tempo insopportabile ma curativa per lo stato “comatoso” che ci portavamo dietro da giorni. Non avevamo alternativa quindi, bammete!

Ci prepariamo e in un attimo sono le 20 (in Italia le 19 per via del fuso +1 di Tallinn). Saliamo sul palco carichissimi di adrenalina ma molto stanchi. I 3 giorni di viaggio hanno messo davvero a dura prova la nostra concentrazione ed il focus su quello che stavamo per fare.

Parte l’intro e poi iniziamo io e Finch con “Ocean“. Il pubblico, come noi erroneamente sospettavamo, non è affatto freddo e ci segue in ogni minimo movimento, soprattutto Federica che riesce a conquistare da subitissimo la fiducia del pubblico che, come in queste occasioni di opening, comunque è lì per un altro artista.
Pezzo dopo pezzo, ripeto, nonostante la stanchezza, portiamo a termine la scaletta. Una boccata di musica velocissima ed emozionante, come il sold out del locale, il calore del pubblico ed il nostro aver saputo resistere allo stress di questi giorni.

La freschezza della birra estone ci richiama, anzi, quasi ci urla. Ci concediamo un po’ di relax prima di ricaricare tutta la strumentazione (con un grazie enorme allo Staff che ci ha praticamente caricato e scaricato l’intero van) e in un secondo sono le 3:47. Ora in cui finisco di scrivere questo primo Tour Diary. È ora di riposare, domani ci attendono altri 1000 Km.

Vi lascio un résumé di questi 3 giorni e qualche spezzone del live, buona visione!