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ARC ON-EAR corregge il suono in cuffia e ti porta in studio ovunque tu sia

ARC ON-EAR di IK Multimedia porta su qualsiasi cuffia un suono neutrale e simulazioni da studio, ideale per mix in viaggio ma non solo.

IK Multimedia fa il bis per il suo sistema ARC, dopo l’uscita del suo hardware per la correzione delle casse, viene lanciato sul mercato la sua versione per cuffie, abbiamo tra le mani l’ARC on Ear, attualmente il primo “correttore” di cuffie hardware a utilizzo standalone.

Design estremamente minimal e elegante

L’ARC on EAR si presenta piccolissimo, dalle linee smussate e morbide e con una costruzione decisamente di alto profilo, abbiamo uno chassis in metallo che comprende i 5 led per i preset che possiamo memorizzare, un grosso pomello per la regolazione del volume e i tre bottoni retroilluminati per le funzioni di utilizzo della macchina.

Sui lati abbiamo i tasti di accensione, collegamento analogico, digitale attraverso USB e l’uscita cuffia, il tutto unito alla sua custodia dedicata e due cavi matchati per colore all’ arancio delle scritte.

Un bell’oggetto alla vista e al tatto, si nota la costruzione e i dettagli nel renderlo funzionale anche senza dover per forza aprire un manuale di istruzioni (ma è sempre bene farlo, NdR).

ARC ON-EAR

Una DAC di pregio sotto al cofano

Sotto lo chassis dell’ ARC troviamo un convertitore ES9290 della famiglia dei convertitori ESS Sabre a 32 bit, che garantisce una sensibilità di 116 dB, unito a un THD+N di -110 dB, e che permette quindi di avere una conversione pulita e quanto più lineare possibile.

Inoltre, un plauso alla scelta ingegneristica intelligente di utilizzare il potenziometro del volume in maniera analogica, unito a un preamplificatore cuffia da 220 millivolts che permette di pilotare praticamente ogni esemplare sul mercato.

Si apprezza la scelta di avere un prodotto con pochissimi compromessi dal lato sonoro, se lo paragoniamo a sistemi delle stesse dimensioni, dato che parliamo di un device che lavora a batteria, e sarebbe folle paragonarlo a sistemi con alimentazione diretta a 220V che fanno parte di catene di ascolto utilizzate in studi di mix e mastering.

ARC ON-EAR

Come funziona

Partiamo da una precisazione di fondo, l’ ARC funziona autonomamente. Il software in dotazione serve esclusivamente per controllare i parametri e gestire i preset, tutto il carico computazione avviene sul device, il nostro computer non viene minimamente interessato.

Quando noi lo colleghiamo al nostro computer, viene rilevato come una DAC, e dopo aver scaricato il software, ci troviamo davanti al pannello di controllo.
La prima cosa da fare è scegliere la cuffia tra le oltre 200 che sono presenti nel database, ci sono i modelli più famosi ma anche tanti modelli che erano relegati a delle nicchie, per prezzo o rarità.

Scelta la nostra cuffia, potremmo vedere che apparirà una forma d’onda di colore azzurro, che simboleggia il nostro parametro di ingresso (ovvero la curva con il quale noi partiamo prima della calibrazione); successivamente abbiamo altre due curve, una (arancione) che rappresenta il segnale in uscita che in quel momento stiamo ascoltando (quindi dopo la correzione) e un’altra (bianca) che è invece la calibrazione.

Infine, abbiano una linea bianca tratteggiata che invece rappresenta la risposta della simulazione delle casse da studio (che va quasi di pari passo con la linea arancione, dato che la simulazione viene applicata al segnale in uscita, con qualche minima differenza).

ARC ON-EAR

Sotto poi possiamo trovare (alla sinistra del box dove noi scegliamo la cuffia che stiamo usando) il sistema di calibrazione (per avere più flat o più bright o warm), ma anche la possibilità di equalizzare la calibrazione con un equalizzatore a tre bande, di cui gli estremi sinistro e destro permettono anche un equalizzazione di tipo shelf, mentre quello centrale solo la classica campana, serve ovviamente a dare qualche piccola modifica ulteriore per avere il risultato che preferiamo.

Dopodichè, possiamo trovare anche la simulazione di studio che ci permette di avere delle emulazioni di casse monitor, alcune Hi-Fi e addirittura dei dispositivi multimediali come telefoni, tv e casse bluetooth. Possiamo regolare anche l’ampiezza del triangolo delle nostre casse virtuali e anche un parametro di ambience per avere una sensazione di riverbero da stanza e quindi non sentirci troppo isolati.

Sull’ARC ci sono tre tasti: uno per attivare la calibrazione (Cal) uno per attivare la simulazione di casse (Studio) e un tasto Fn che può essere programmato per l’allineamento di fase, mute, diminuzione del volume e altre funzioni.

E il suono?

Come DAC da ascolto e come preamplificatore cuffia, suona decisamente bene, oltre a dare dei volumi molto generosi , forse aggiunge solo qualche frequenza medio alta, ma riesce a mantenere il suono finale delle cuffie senza colorare in maniera preponderante.
Anche se collegato all’uscita cuffie della scheda audio (una Motu Ultralite Mk5) si ottengono ottimi risultati adeguando i volumi di entrambi.

Ma andiamo al dunque, la calibrazione ha senso? Ho effettuato il test in tal senso, ho utilizzato le mie cuffie Avantone MP1 (presenti nel database) e ho fatto una prova correggendo in modo da comportarsi come le mie Iloud MTM (ovviamente anch’esse presenti).

Facendo diversi A/B, devo dire che la simulazione è convincente al netto di calcolare basse frequenze che nella mia stanza sono più presenti, ma in generale direi che riuscivo a riconoscere il carattere delle iLoud.

Ovviamente non può ricreare perfettamente la mia stanza con tutti i difetti e pregi che può avere, ma possiamo dire che “siamo lì” come resa; purtroppo non ho potuto fare test ulteriori, perchè le altre casse che ho avuto e che ho ancora (Adam T7 e ESI Unik 08 plus) non sono attualmente presenti nel database.

Per quanto riguarda l’utilizzo della calibrazione per rendere neutra la risposta delle cuffie, va detto che i risultati sono molto buoni. Con le Avantone era il risultato che mi aspettavo, ovvero quello di rendere più “clinica” la cuffia (le MP1 nascono per fare mix, utilizzandole con la correzione si riescono a ottenere risultati ancora più definiti).
Questa modalità permette anche di usare cuffie più “colorate”, che per qualche motivo si preferisce usare (o si è costretti), per ottenere una risposta più lineare e utile per mixare e produrre.

Possiamo crearci anche 5 preset per i nostri ascolti, che però attualmente possono essere selezionati solo tramite software, il tasto funzione (che può essere programmato per fare diverse cose) non permette di cambiare preset, forse lo vedremo nelle prossime versioni.

Un oggetto ben suonante, da tutti i punti di vista si comporta bene per essere un “piccoletto” che funziona a batterie, sia come correttore che come semplice preamplificatore cuffie.

Spero solo, se proprio devo trovare delle cose che mi hanno fatto storcere il naso: una maggiore libertà di programmazione del tasto FN per poter cambiare preset e il numero di simulazioni di casse nel database e che ci sono poche casse rispetto al numero di cuffie, ma sono entrambi punti che possono essere risolti con un aggiornamento del software.

Attualmente il dispositivo non permette di simulare sistemi 7.1 o Dolby Atmos, ma penso sia per motivazioni di potenza del processore che gestisce la simulazione e la correzione, col rischio di aggiungere talmente tanta latenza da risultare inutilizzabile, o far durare la batteria poco più di 30 minuti rispetto alle – comunque non eterne – 4 ore standard di utilizzo della batteria.

Già, la latenza?

Uno dei problemi di questi tipi di device è che, a volte, aggiungono latenza al nostro ascolto. Anche l’ARC Studio purtroppo aggiungeva della latenza che, per alcuni, inficiava l’ utilizzo del correttore casse in tempo reale, relegando quindi il sistema ARC più alle fasi di mixing che a quelle di produzione artistica e composizione.

Ho quindi voluto effettuare una stima approssimata attraverso logic pro, per avere quantomeno un’idea della latenza datami dal driver audio, utilizzando un buffer size di 256 e tenendo connessi usb sia l’ARC on Ear che la mia scheda audio, sia il solo correttore.

In ambedue i casi la stima è di 8,4 millisecondi, che non è un valore altissimo. Certo, vanno poi sommati a ulteriori sistemi digitali (se utilizzati), ma ricordiamo che abbiamo un buffer size che possiamo abbassare.

Se poi volessimo abbassare ulteriormente questi tempi, possiamo comunque collegarlo in maniera analogica alla nostra scheda audio per avere l’ascolto più veloce possibile (ovviamente non sperate che si azzeri, non è fisicamente possibile, ma si porta magari sotto la soglia del percepibile).

Ho effettuato una prova utilizzando Tonex in versione software, e ti permette di poter suonare con la correzione attiva, utilizzando un mac mini con M2Pro e collegandolo attraverso l’ usb 3.0 della scheda e poi tramite l’ USB (sempre 3.0) dell’ ARC, e come si usa dire spesso e volentieri “temevo peggio”: non ho trovato particolari criticità, anche se il tutto va preso con le pinzette, perchè la percezione della latenza varia spesso e volentieri da persona a persona.

ARC ON-EAR

Fonici, musicisti, ma anche videomaker

Il primo caso di utilizzo, è molto semplice, ovvero prendiamo in esempio il fonico che molto spesso lavora in mobilità e/o molto in cuffia, questo correttore permette di avere una reference delle casse che ha in studio.

Il secondo, può coinvolgere un modeler o un profiler, così da avere un ascolto quasi da studio quando si è in giro con solo un paio di cuffie, in tour, in viaggio per delle masterclass o altro.

Un caso estemporaneo può essere invece quello del videomaker: immaginate di dover montare un video e non siete in studio, state utilizzando il vostro laptop e quindi dal punto di vista dello schermo potete più o meno cavarvela, ma per l’ audio?
Ok si può montare con le cuffie bluetooth, ma abbiamo un problema di sync, seppur molto poco percepibile, e l’uscita cuffie diretta del laptop, non è proprio la migliore delle scelte di questo mondo; quindi possiamo avere un preamplificatore cuffia che ci permette di testare il nostro video su una televisione, un cellulare e una cassa bluetooth, così non devo usare casse o altro, e posso pilotare anche cuffie importanti dal punto di vista della resistenza elettrica.

ARC ON-EAR

Infine, il prezzo

Parliamo di un prezzo di circa 300 euro tasse escluse (con un prezzo lancio di 250, sempre tasse escluse). Non è una cosa di primo prezzo, parliamo di un prodotto fatto per chi mixa, per chi lavora e per chi ha un ritorno economico dalle sue attività.

Difficilmente lo consiglierei a chi è alle primissime armi, comincerei più con un paio di cuffie ben costruite, per poi passare tra qualche anno a inserire il device nella propria catena di ascolto per migliorare.

Unico termine di paragone potrebbe essere Sienna di Acustica Audio, ma è solo software e costa 150 euro (volume A) e 70 euro i restanti volumi (ognuno, e sono 6), quindi la versione completa verrebbe intorno ai 630 euro.

Rispetto a questo, quindi, non è un prezzo altissimo, contando che tutto è delegato all’hardware, ma come detto, la differenza la faranno i futuri aggiornamenti che la allineeranno al resto del mercato.
IK Multimedia è un marchio distribuito in Italia da Mogar Music



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