Da pochi giorni è stata scritta una pagina decisiva nella storia della musica generata dall’intelligenza artificiale. Warner Music Group e Suno, una delle piattaforme di AI musicale più utilizzate al mondo, hanno annunciato un accordo storico che pone fine alla causa per violazione del copyright e apre la strada a una nuova era di collaborazione tra major discografiche e tecnologie di intelligenza artificiale.
La fine di una battaglia legale controversa
Nel giugno 2024, la Recording Industry Association of America (RIAA), rappresentando le tre major discografiche Universal, Sony e Warner, aveva intentato cause miliardarie contro Suno e Udio.
L’accusa era chiara: entrambe le piattaforme avevano addestrato i loro algoritmi su milioni di brani protetti da copyright senza alcuna autorizzazione. Le compagnie AI avevano risposto sostenendo che si trattasse di “fair use” (uso corretto), ma l’Ufficio Copyright statunitense aveva respinto questa difesa nel maggio 2025, stabilendo che la creazione di “prodotti identici” di materiale espressivo non costituisce uso legittimo.
L’accordo tra Warner e Suno rappresenta il primo passo verso la normalizzazione del settore. Poche settimane prima, Universal Music Group aveva raggiunto un’intesa simile con Udio, ma con termini molto più restrittivi per gli utenti.
Suno ha vinto la corsa dell’AI musicale
Rick Beato, noto produttore e youtuber con milioni di follower, ha recentemente dichiarato che “la corsa dell’AI musicale è finita” e Suno ha già vinto. I numeri gli danno ragione: nell’App Store, Suno è la quarta app musicale più scaricata, subito dopo Spotify, YouTube Music e Shazam. Con 141.000 recensioni contro le sole 1.200 di Udio, la differenza di adozione è schiacciante.
Secondo il Wall Street Journal, Suno ha recentemente raccolto 250 milioni di dollari di finanziamenti e genera ricavi annui per 200 milioni di dollari.
“Tanti musicisti professionisti che conosco usano Suno privatamente“, rivela Beato, sottolineando come la piattaforma sia diventata uno strumento essenziale sia per songwriter affermati che per aspiranti musicisti. A Nashville molti autori hanno smesso di pagare costose session di registrazione per i demo, affidandosi invece a Suno per creare arrangiamenti professionali dalle loro tracce di chitarra e voce.
Cosa cambia per gli utenti di Suno
A differenza di quanto accaduto con Udio, che dopo l’accordo con Universal ha eliminato la possibilità di scaricare le tracce generate, Suno mantiene questa funzionalità fondamentale ma con alcune restrizioni. Dal 2026, gli utenti con account gratuito non potranno più scaricare i brani, che rimarranno però riproducibili e condivisibili. Gli abbonati paganti avranno un numero limitato di download mensili, con la possibilità di acquistarne ulteriori.
La buona notizia per i professionisti è che Suno Studio, la versione avanzata della piattaforma, rimarrà intatta con download illimitati. I brani creati con account a pagamento continueranno a garantire diritti d’uso commerciale, sebbene con termini diversi se si utilizzano voci o composizioni di artisti Warner che hanno optato per la partecipazione.
Il controllo torna agli artisti
Una delle novità più significative dell’accordo riguarda il consenso degli artisti. Warner e Suno hanno stabilito che artisti e autori avranno “pieno controllo su se e come i loro nomi, immagini, somiglianze, voci e composizioni verranno utilizzati nella musica generata dall’AI“. Chi decide di partecipare potrà creare nuove fonti di reddito, permettendo agli utenti di generare legalmente brani “nello stile di” artisti famosi.
Nel 2026, Suno lancerà nuovi modelli addestrati esclusivamente su musica licenziata dal catalogo Warner. I modelli attuali, inclusa la versione V5, saranno gradualmente eliminati. Suno sostiene che i nuovi modelli rappresenteranno “il miglior modello musicale che il mondo abbia mai visto“.
L’AI è musica vera?
Nel suo intervento al TED, Dustin Ballard, ha posto una domanda fondamentale: “Cos’è la musica vera?“. Ballard, che utilizza l’AI per creare parodie musicali virali, ha ricordato che lo stesso dibattito si è ripetuto con l’arrivo dei sintetizzatori, del sampling nell’hip-hop e persino del fonografo nell’Ottocento. John Philip Sousa, compositore di marce militari, definì i fonografi “un sostituto dell’abilità, dell’intelligenza e dell’anima umana“.
Ballard sostiene che l’AI possa essere musica vera “quando è nelle mani di musicisti” e propone tre criteri etici per il suo utilizzo: non deve essere ingannevole, deve avere un’intento artistico e non deve danneggiare i musicisti.
La sua visione è che, nonostante i molti aspetti negativi, l’AI possa effettivamente aumentare la creatività e portare a “nuove canzoni, nuovi suoni, nuovi stili che forse non possiamo nemmeno immaginare oggi“.
Il futuro dell’industria musicale
L’accordo Warner-Suno segna un punto di svolta dopo quello tra Universal e Udio. Le major discografiche, dopo aver compreso che non possono fermare questa tecnologia, hanno scelto di controllarne l’evoluzione e trarne profitto. Come osserva un analista del settore, “stanno lentamente mettendo ordine in un settore che era nel Far West“.
Rick Beato prevede che presto vedremo “Drake e Drake AI, i Beatles e i Beatles AI” su Spotify e Apple Music, con versioni AI autorizzate di ogni grande artista. Suno ha già lanciato Hooks, una piattaforma social simile a TikTok dove gli utenti condividono i brani generati, con video che raggiungono centinaia di migliaia di visualizzazioni.
Rimangono ancora aperte diverse cause legali, incluse quelle intentate da organizzazioni indipendenti e class action da parte di artisti non affiliati alle major.










Recents Comments