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Una fiera monumentale quest’anno per Musika 2019

Inutile girarci intorno, Musika 2019 è stata un successo e si pone oramai saldamente come la più importante fiera del Centro Italia e una delle più in vista di tutta la Penisola.

Inutile girarci intorno, Musika 2019 è stata un successo e si pone oramai saldamente come la più importante fiera del Centro Italia e una delle più in vista di tutta la Penisola.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un cambio di passo per quanto riguarda le fiere musicali italiane. Fino a un po’ di anni fa il riferimento assoluto italiano si chiamava Disma Music Show, con i suoi enormi spazi, purtroppo venuti a mancare nel 2006.
Così, negli ultimi 13 anni, questo vuoto è stato occupato da varie manifestazioni, soprattutto nel Nord Italia, mentre ben poco si affacciava al Centro e, soprattutto, al Sud, al di là di qualche singolo esperimento ben presto dimenticato.

Milano ha continuato ad avere le sue realtà storiche, tra alti e bassi, cui si è aggiunto poco più a sud il fortunato Music Wall di Pizzighettone; il Nord Est, orfano oramai di eventi (ricordiamo la vecchia fiera di Soave ad esempio), si è ultimamente rinvigorito grazie al fortunato (e meritevole!) Guitar Show di Padova.

Musika Expo 2019

In tutto questo, Roma, la nostra Capitale, ha spesso incredibilmente ceduto il passo, forse per una diversa difficoltà logistica, forse per la mancanza di un gruppo coeso di partner che avesse il coraggio di scommettere nella direzione del mercato musicale e delle fiere, che non si può certo dire goda di ottima salute come un tempo.

Per fortuna, negli ultimi anni, alcuni eventi, a partire da Batterika, passando poi da Elettrika, sono riusciti ad attirare un numero sempre più alto in appassionati, fino a unire le forze da qualche anno dando vita a Musika Expo, che a ben vedere dall’edizione appena conclusa, ha l’obiettivo di ricreare una grande fiera musicale multisettoriale (dagli strumenti all’audio commercial e pro e magari anche altro in futuro) che possa attirare gli interessati da tutta Italia, ridando inoltre possibilità anche ai musicisti e professionisti da Roma in giù di avere un grande evento un po’ più vicino e raggiungibile.

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Fatta questa premessa, parliamo quindi dell’edizione 2019, che abbiamo definito “monumentale” prima di tutto per la location scelta: il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi situato a Roma Eur.
Le dimensioni e l’imponente struttura razionalista dell’edificio danno subito l’idea del cambio di passo della fiera: basta alberghi, stanzette e corridoi, ecco arrivare una struttura con spazi ben più dilatati e imponenti. Certo, non ci si può confrontare ancora con le grandi fiere europee, ma sicuramente la scelta di questo vero e proprio monumento italiano rende chiara la capacità di osare degli organizzatori, per loro fortuna ripagata da un grande successo di pubblico.

Già, perché sin dai primi minuti della mattina, la gente ha iniziato ad accalcarsi e a formare la lunga fila verso l’entrata, una fila che anche alle cinque del pomeriggio, a sole due ore dalla chiusura, continuava a sfilare dimostrando senza alcun dubbio che il dardo lanciato dagli organizzatori aveva fatto centro.

Musika Expo 2019

Non è un mistero che Musicoff ha il suo centro nevralgico proprio a Roma, del resto il nostro apporto era stato fondamentale durante una delle prime edizioni di Elettrika alcuni anni fa. 
Per cui, non abbiamo perso l’occasione di riunire la totalità del nostro Staff, che coinvolge professionisti da Milano a Reggio Calabria: la foto qui sotto testimonia il nostro arrivo in fiera.

Musika Expo 2019

Pur arrivando a pochi minuti dall’inizio della manifestazione, la grande sala all’ingresso, che potete ammirare parzialmente nella foto di copertina, si è presentata a noi subito traboccante di persone.
Qui trovavano spazio soprattutto gli stand dedicati al mondo audio e nuove tecnologie e a tutti quei settori che non necessitavano di spazi isolati acusticamente.

Al piano superiore, invece, si dipanavano stanze di varie dimensioni, mai comunque troppo minute, fino ad ambienti davvero molto vasti come quello occupato da Yamaha o dai distributori Aramini, Grupo Adagio, ecc.
Come da programma non mancavano poi le aree per demo e concerti e anche alcuni corridoi erano occupati dagli stand dei produttori, in particolare da quelli di tanti bravi liutai, ma questo lo vedrete nel dettaglio nei prossimi giorni grazie a una serie di video interviste che pubblicheremo.

Musika Expo 2019

Dal punto di vista della Redazione siamo tutti concordi che Musika Expo ha dimostrato di puntare in alto. 
In mezzo alle lodi, non può ovviamente non esserci qualche critica costruttiva. I nostri consigli per il futuro sono innanzitutto di cercare di alleggerire quanto possibile i tempi di attesa in fila per l’ingresso, anche se ci rendiamo conto quanto sia fondamentale mantenere un ritmo costante per evitare l’overflow.

Consigliamo inoltre agli organizzatori di curare in maniera ancora più fine alcuni accostamenti nell’assegnazione delle sale, ad esempio un noto marchio di pianoforti e tastiere elettroniche ha avuto qualche difficoltà a gestire il volume sonoro del suo vicino appartenente al mondo dei batteristi, causa una parete divisoria ben poco isolante.

Ma del resto questi ed altri sono anche gli inconvenienti tipici di chi fa questo mestiere e si trova a dover fare un salto di qualità e quindi gestire una situazione più grande e complessa che in passato; siamo fiduciosi che già il prossimo anno, forti di questa esperienza, tutte le piccole sbavature saranno cancellate.

Sproniamo poi a continuare l’esperienza delle attività dedicate ai più piccoli, mettendole anzi maggiormente al centro dell’attenzione, poiché sono loro il futuro della musica e del mercato musicale, saranno i musicisti di domani a dare vita anche alle fiere di oggi e mai come in questo periodo c’è bisogno di ricentrare i più giovani sulle attività d’insieme al posto di quelle isolanti e inespressive (traduciamo: meglio un bambino con uno strumento in mano che con uno smartphone).

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Veniamo quindi ai pareri personali di alcuni dei più attivi redattori di Musicoff che erano presenti in fiera, con la chiosa finale del nostro “patron” Thomas Doc Colasanti.

Stefano Tavernese

Vedere tanta gente interessata a vedere, toccare, suonare strumenti è… musica per le mie orecchie.
La nuova location – ben nota a tutti i romani – del Palazzo dei Congressi non poteva non giovare in termini d’immagine e anche funzionalità. Il mancato utilizzo della grande hall centrale in cui si svolge o svolgeva la maggior parte delle manifestazioni (una fra tutte la Fiera della piccola e media editoria), almeno prima dell’inaugurazione della nota Nuvola di Fuksas, toglie poco agli occhi e salva in parte le orecchie. 

Già l’atrio pieno di stand, infatti, fa la sua figura, e la somma degli espositori in un unico ambiente sarebbe stata un disastro ecologico nonché pacchia per i medici dell’udito. Gli organizzatori storici dell’evento sono sempre attenti a migliorarne ogni aspetto e molto è cambiato rispetto al passato. Si può forse migliorare – vista l’affluenza – la gestione del pubblico all’entrata. 

Sul lato delle (doverose) critiche, se i problemi acustici sono comunque fisiologici, rimane il fatto che dal punto di vista del visitatore manca una parte sostanziale del mondo della musica suonata. Si tratta di aziende che non vogliono o non possono intervenire.
Nel primo caso certe scelte possono anche essere strategiche, ma dispiace come troppo spesso nel nostro paese si tratti invece di atteggiamenti tutt’altro che razionali o positivi. Questo è ben noto anche in altri settori. 
Agli altri auguriamo di trovare condizioni e prospettive migliori in un momento storico difficile per tutti.
Rock’n’roll!

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Alfredo Romeo

Iniziamo dagli artisti: questa edizione di Musika non ha presentato nomi di grandissimo richiamo, ma ha visto comunque esibirsi negli spazi destinati a concerti, seminari e demo del programma ufficiale musicisti di grande spessore, alcuni già affermati (come Gianluca Capitani e Giovanni Imparato), altri cui è sin troppo semplice pronosticare un brillante futuro (Valerio Lucantoni e Francesco Merenda).
Discorso diverso per gli artisti, alcuni eccellenti (da John B. Arnold a Carmine Landolfi), che si sono esibiti negli spazi espositivi dei rispettivi sponsor. La loro performance e la possibilità di fruirne da parte del pubblico hanno risentito sia delle dimensioni dello spazio a disposizione, sia del fatto che gli stand non beneficiavano di alcun trattamento acustico, un vero problema quando a una demo in uno stand si sovrapponeva un evento del cartellone principale, o quando lo spazio in questione si limitava a una stanza di pochi metri quadrati.

Paradossalmente, il pubblico accorso all’evento in misura davvero significativa ha invece potuto rapportarsi agli strumenti a percussione in maniera diretta quando a esporre erano dei produttori artigianali o semiartigianali, mentre non in tutti gli stand rappresentativi dei grandi ‘nomi’ della batteria (tra quelli presenti: e non sono state poche le defezioni) era consentito ai semplici appassionati ‘mettere le mani’ su tamburi, piatti e accessori in esposizione.
A proposito di defezioni, oltre all’assenza di alcuni importanti marchi, abbiamo dovuto constatare che alcuni distributori nazionali hanno volutamente ridotto o direttamente lasciato a casa il materiale ‘percussivo’ che hanno in catalogo, soprattutto in fatto di accessori quali pelli, bacchette e pad.
Una scelta davvero poco illuminata, vista la grande affluenza di pubblico a quello che si è confermato essere il principale evento fieristico del centro e sud Italia. 

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Mattia Mei

Il cambio di location di questa edizione di Musika Expo prometteva risvolti positivi e così è stato dal mio punto di vista. La lunga coda già formatasi alle 10:00 raccontava un importante afflusso di pubblico, segno che la scelta di puntare sul Palazzo dei Congressi in un EUR ben collegato e molto disponibile in termini di parcheggio (tallone d’Achille delle scorse edizioni) ha pagato positivamente.

Una soddisfacente rappresentanza di artisti per quanto riguarda il mondo del basso elettrico, a cominciare dall’amico Alex Lofoco che ha sfoderato performance ragguardevoli e pillole didattiche di grande spessore, analogamente a un’altra nostra conoscenza, Mario Guarini, che in casa Adagio ha dispensato le forti dosi di abilità e gusto alle quali ci ha abituato; il bassista si poteva augurare forse qualcosa in più nell’area Seminari, dove il “solo” (e come sempre intramontabile) Massimo Moriconi ha tenuto alto lo stendardo dello strumento, ma si può confidare che non mancheranno in futuro occasioni numericamente più ricche.

Ben studiato il posizionamento di artigiani della liuteria come Manne, M.O.V. e Camarota, presso i quali è stato possibile provare con adeguata cura i bassi portati in fiera in un angolo più tranquillo e fornito di apposito combo GR Bass.
Proprio il marchio di Gianfranco Rizzi è stato tra le realtà più apprezzabili per quanto riguarda le corde grosse, grazie alla buonissima disponibilità di prodotti presenti, collocati nell’ampia sala di Aramini e raccontati dal produttore in persona.

Un po’ più sacrificata in tal senso la presenza di strumenti nelle zone di transito al pianterreno, dove l’elevato afflusso di persone ha reso più complicato apprezzare le curiosità per bassisti presenti nei vari stand.

Due menzioni particolari per quanto mi riguarda vanno alla prova diretta del Camarota Polaris P (un Precision a cinque corde con caratteristiche di versatilità e sound non comuni) e alla presenza dello strumento signature del grande Nathan East nella sala riservata a Yamaha, che ho potuto toccare con mano con una certa emozione.

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Antonio Cangiano

Musika Expo ha fatto un interessante passo in avanti dal punto di vista della logistica e dell’organizzazione, la nuova struttura del Palazzo dei Congressi ha permesso una migliore suddivisione degli spazi espositivi e una possibilità maggiore di poter toccare con mano molti degli strumenti esposti.
Unica pecca a riguardo è, a mio parere, nella gestione solo dello spazio dell’ingresso che, nonostante le abbondanti dimensioni, poteva essere fruito in maniera più ordinata, poiché i numerosi stand, soprattutto dedicati alla musica elettronica e alla strumentazione studio, attiravano in poco tempo tantissima utenza causando spesso un sovraffollamento.

Ho potuto notare con estremo piacere una fortissima presenza di strumenti nostrani, dall’amplificazione all’effettistica per arrivare fino alle chitarre di liuteria di altissimo profilo agli stand degli European Guitar Builders, questo ha permesso a tutti di potersi avvicinare a una realtà artigianale spesso poco raggiungibile sia online che offline.

Possiamo affermare quindi che, con queste premesse, Musika Expo può facilmente affermarsi come un polo importante per la musica a Roma e in tutta Italia.

Music Expo 2019

© Photo by Morgan Shooting su gentile concessione di Morgan Shooting

Thomas Doc Colasanti

A differenza di altre fiere italiane, Musika Expo non aveva avuto finora una logistica che non fosse quella del tipico albergo e dei suoi uno o più piani riservati all’evento fieristico.
Il Palazzo dei Congressi è una location storica, che soprattutto per chi vive a Roma ha un valore molto importante. Qui, logisticamente, si possono unire grandi spazi “silenziosi” ad altrettanto adeguati spazi separati in cui si ha maggiore possibilità di espressione per chi ha necessità di “volume”.

In più, il luogo è “bello”. Non vorrei passasse in secondo piano questo aspetto, come meramente estetico, frivolo. Perché non si tratta di fare eventi per rappresentanti di calcolatrici elettroniche, bensì manifestazioni dedicate a chi fa musica, che è un’arte e come tale merita di veder esposti i suoi mezzi espressivi in luoghi adeguati.

Seconda cosa: i mezzi pubblici e il parcheggio, gratis. Troppe volte siamo stati abituati a fiere che recuperano sin troppo sul prezzo del parcheggio quello che magari non è inserito direttamente nel biglietto. Soprattutto per i più giovani, può crearsi in tal modo una spesa complessiva insostenibile, che scoraggia e oltretutto toglie anche risorse ad eventuali acquisti in loco.

Infine, partendo dalle prime edizioni di Batterika, questo è il decimo anno di lavoro per lo staff organizzativo. Finalmente stanno riuscendo a creare una fiera di carattere generale (non solo chitarra o basso o batteria) nel Centro Italia. Siamo di fronte forse all’unica alternativa al vecchio Disma.
Avanti così!