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Umphrey’s McGee – Similar Skin

Emergere in una scena musicale satura di nuove proposte è divenuto sempre più difficile per chi ha una propria identità artistica ben definita. A volte bisogna combattere con centinaia e centinaia di idee trite e ritrite, altre volte sono le stesse case discografiche con i loro rigidi dettami a condizionare pesantem

Emergere in una scena musicale satura di nuove proposte è divenuto sempre più difficile per chi ha una propria identità artistica ben definita. A volte bisogna combattere con centinaia e centinaia di idee trite e ritrite, altre volte sono le stesse case discografiche con i loro rigidi dettami a condizionare pesantemente gli artisti. È innegabile che queste facciano ormai un po’ il buono ed il cattivo tempo.Sappiamo bene che la situazione musicale degli ultimi vent’anni è stata caratterizzata da un ristagno di idee e generi dai quali è diventato sempre più difficile affrancarsi. Moltissime band-fotocopia sgomitano per emergere, pur non avendo granché da dire. L’originalità e le idee vincenti latitano malgrado la componente tecnica sia spesso notevole e votata (in alcuni casi) a colmare molte lacune compositive. Spesso è proprio il songwriting a pagare un alto dazio. Uscire dagli stereotipi è diventata impresa ardua.Spetta a band come gli Umphrey’s McGee infrangere gli schemi ed invertire il trend imperante. Nati nei circuiti underground dei college americani nell’ormai lontano 1998, la band prodigio di Chicago ha saputo pian piano imporsi all’attenzione del grande pubblico statunitense grazie ad una proposta  originale quanto raffinata. Un mix vincente di tecnica, gusto e ricerca. Le performance live sono coinvolgenti e all’insegna dell’improvvisazione, la band in se è fortemente eccentrica. Ha rinnovato il concetto di progressive rock grazie ad una personalità musicale forte ed aperta alla sperimentazione.Gli Umphrey’s dunque incorporano nel loro sound vari e disparati stili ed influenze, senza per questo risultare mai scontati e banali, senza mai essere noiosi o ripetitivi. Gli americani hanno costruito una loro dimensione personale. È proprio sull’eccentricità che si basa  Similar Skin, loro ottava prova in studio. Un disco in cui convergono ancora una volta  diverse esperienze sonore, affrontate come sempre con un tocco di eleganza. È difficile creare paragoni o confronti con altre band, è difficile catalogare i brani in generi fissi.Certamente la band si rifà al prog variegato dei migliori Yes, ai Genesis di Peter Gabriel, unisce le melodie dei Rush e le atmosfere dei Police. Miscela intelligentemente il pop da classifica dei Beatles o degli U2 e le coriacee incursioni in territori più metal-oriented alla Dream Theater.Tutto questo, senza mai dimenticare di pagare anche un piccolo tributo ai mostri sacri dell’hard rock dei Seventies. Di primo acchito verrebbe da  pensare ad una accozzaglia di influenze troppo distanti ma è proprio nel saper mescolare con grande abilità  il tutto, che risiede la stupefacente bravura della band. Siamo davanti a caratteristiche fuori dal comune, che poche band al mondo possono vantare. Non ci sono punti deboli, cadute di stile o pezzi meno riusciti in questo ottimo Similar Skin. “Cut The Cable” è il primo singolo, “rockettaro” e divertente, in cui viene evidenziato l’ottimo lavoro alle chitarre di Jake Cinninger, un probabile discepolo del grande Alex Lifeson. La voce del cantante-chitarrista  Brendan Bayliss è estremamente pulita e carica di pathos, la batteria di Kris Myers è quadrata e non disdegna di dispensare piccole dosi di virtuosismi, mai fini a se stessi.”Hourglass” è l’altro brano più (hard) rock-oriented che convince già al primo ascolto grazie alle melodie catchy e alle linee vocali che si tingono a tratti di pop. Con “No Diablo” si cambia improvvisamente rotta, il brano si presenta come un pop-swing  pianistico spensierato ma di ottima fattura, a tratti si sentono in lontananza le melodie degli Yes di Fragile.La “title-track” è una semi-ballad molto variegata ed estremamente interessante dal punto di vista compositivo. Qui l’influenze dei Rush è ancora più marcata, ma non si cade mai nel plagio. Ancora una volta le linee vocali sono ammalianti e suggestive. “Puppet String” ci propone invece le atmosfere malinconiche e cupe dei migliori Police, il basso in slap di Ryan Stasik sbuca all’improvviso da un crescendo strumentale e si impone lungo tutto il brano, la voce di Bayliss ci guida con un piglio vagamente swing lungo la quiete della strofa, fino a lasciarci al cospetto di un bridge di chitarra che è puro hard rock progressive.Little Gift” è rock duro, moderno e sincopato, cantato dal chitarrista Cinninger che non sfigura nel ruolo di cantante e, che si lascia apprezzare per un ritornello molto melodico. “Educated Guess” è stravagante e a tratti ci riporta alla memoria l’estro compositivo dei System Of a Down e dei primi Dream Theater.Un brano puramente prog in 7/4, caratterizzato da melodie dissonanti, in cui un’orchesta e un riff granitico la fanno da padroni. Sul finale c’è spazio addirittura per una chiusura in blast beat della batteria. “Loose Ends” è uno dei pezzi più melodici, ma impreziosito da un arrangiamento ed un assolo di chitarra molto raffinati.Con “Hindsight” si ritorna in territori alternative-metal, dietro i microfoni ritroviamo Jake Cinninger che interpreta energicamente quello che è il brano più muscolare dell’intero album. In generale si può notare come non si perda mai quella ricerca melodica che caratterizza l’intero Similar Skin, anche negli episodi più duri il lavoro complessivo risulta essere accattivante e divertente. La chiusura dell’album è affidata alla suite progressive “Bridgeless“, un piccolo gioiello di tecnica dalla durata di nove minuti. In questa ultima canzone la band rivela tutta la sua notevole capacità compositiva. Un brano puramente progressive metal che farebbe invidia ai migliori Dream Theater.Similar Skin è un disco ammaliante, che trapela classe sin dal primo ascolto. Un fantastico caleidoscopio di ritmi intricati, di repentini cambi di tempo ed atmosfere, di virtuosismi mai fini a se stessi, di tonalità e stati d’animo differenti. L’unico suo punto debole è forse rappresentato da “The Linear“, che, malgrado sia posta in apertura, non è all’altezza degli altri brani. Tuttavia, considerando l’alto potenziale dell’intero album, non influisce minimamente nella sua economia.Gli Umphrey’s McGee sono una band geniale e meritano di essere assolutamente scoperti. Negli States hanno un grande seguito, siamo certi che prima o poi conquisteranno anche l’Europa. E se così non fosse, sarebbe veramente un delitto!

Marcello MannarellaGenere: progressive rock, jam band, hard rock

Lineup:
Brendan Bayliss – voce e chitarra
Ryan Stasik – basso
Jake Cinninger – chitarra, voce
Joel Cummins – tastiere e voce
Andy Farag – percussioni
Kris Myers – batteria

Tracklist:
1.The Linear
2.Cut The Cable
3.Hourglass
4.No Diablo
5.Similar Skin
6.Puppet String
7.Little Gift
8.Educated Guess
9.Loose Ends
10.Hindsight
11.Bridgeless