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Picea Conica – Freesia

Ci sono album che si servono di molti espedienti musicali per arrivare a completa espressione, mentre altri necessitano invece d'eliminare tutto ciò che intacca la strada all'espressione più immediata. "Freesia" è uno dei dischi più estremi che ci siano passati fra le mani negli ultimi tempi, questo non solo per le

Ci sono album che si servono di molti espedienti musicali per arrivare a completa espressione, mentre altri necessitano invece d’eliminare tutto ciò che intacca la strada all’espressione più immediata. “Freesia” è uno dei dischi più estremi che ci siano passati fra le mani negli ultimi tempi, questo non solo per le sonorità che lo caratterizzano ma soprattutto per le scelte costruttive su cui si sviluppa. “Freesia” è il vero e proprio lp di debutto dei Picea Conica, progetto di provenienza forlinese, duo in fase di esecuzione, ma in realtà trio per quanto concerne songwriting, produzione e promozione. Friz, Theo e Paolo sono gli artefici dietro questo stralcio di onestà musicale, capaci di dare alla stampa un album assolutamente anti-diplomatico, vero e proprio rigurgito emozionale che trova sfogo in una forma spigolosa e seminale. “Salix Babilonica” apre le otto tracce che si muovono su riff abrasivi, caratterizzati da una tendenza seriale nella loro ripetizione e deformazione della cellula originaria. “Freesia” è un album a cui avvicinarsi con cautela e sangue freddo, senza preconcetti d’alcun genere ma con la massima attenzione. L’ascolto dei Picea Conica va di pari passo con l’arduo compito d’abbandonarsi ad una mezz’ora di catalessi indotta dall’assorbimento nel buco nero che è “Freesia“. Non c’è fine alla decontrazione d’ogni sorta d’arrangiamento compiuta dai Picea Conica, che riescono a giungere ad un grado d’elementarità con pochi paragoni. Il risultato? Sorprendente. Non ci sono fronzoli dietro cui nascondere la scure heavy-noise che contraddistingue tutti ed otto i brani della scaletta, ogni traccia arriva dritta là dove deve, senza troppe possibilità di scampo.  Indubbiamente è questa una caratteristica dal doppio connotato, per tutti quelli alla ricerca di verticali scalate d’armonie poste su intricate poliritmie di tappeto, i Picea Conica non sono assolutamente in grado di soddisfare la spesa di trenta minuti del proprio tempo.

Per chi invece è capace di abbandonarsi al ruggito gutturale di una chitarra lanciata a piede libero su file di concatenazioni ritmiche organizzate in cicliche riprese e ostinate reiterazioni, allora “Freesia” è indubbiamente un disco che può destare interesse. C’è del morboso e del malato nell’attitudine quasi psichedelica con cui i brani cercano di avvolgere la mente per inebriarla di sonorità difficili da digerire, soprattutto per chi è digiuno di sperimentazioni heavy fra le più spigolose. Si rileggono alcuni tratti dei Corrosion Of Conformity degli albori, dei Beehoover, qua e là tracce di Crowbar e Melvins (non a caso influenze fondamentali del duo/trio).Le sonorità sono pane buono per i denti dei più feroci, affilate, taglienti seppur talvolta un po’ farraginose, il tutto confezionato in buono stile “garage Lo-fi“, frutto di una produzione indipendente nel senso originario del termine. In buona sostanza “Freesia” è un album così elementare da attrarre inevitabilmente, certo non facile da assimilare a causa delle acuminate punte rappresentate dalle scelte sonore e costruttive.  È un disco che necessita di molta pazienza e grande disponibilità artistica. I Picea Conica scaturiscono da molti anni di amicizia ed esperienza, “Freesia” è però un prodotto che riesce nel suo scopo solo in parte, ancora non centra a pieno l’obiettivo finale. La ripetitività strutturale e costruttiva dell’album sfocia qua e là nell’eccesso, portando un po’ fuori rotta un disco che è però l’evidente primo vagito di un interessante progetto. Per i generi cui fa riferimento “Freesia” è un disco dalle grandi speranze e possibilità, basterà lasciar decantare ancora un po’ i Picea Conica per giungere presto a release di caratura decisamente elevata.

Un disco per pochi, certo non consigliato ad amanti delle grandi melodie o di refrain cantabili.
Perverso, ruvido e pungente.Francesco SicheriGenere: Instrumental Noise-MetalLineup:
Frizzino (Chitarra)
Theo (Batteria)
Paolo (Il Faro)Tracklist:
1. Salix Babilonica
2. Anemone
3. Kethosi
4. Euphorbia
5. Abutilon (Part1)
6. Boletus Satana
7. Methamorphosis
8. Abutilon (Part2)