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Mimes Of Wine – Memories for The Unseen

Raffinatezza ed estrosità sono certamente le due connotazioni, le due peculiarità più evidenti e decisive nell’economia di un progetto tanto suggestivo quanto intrigante come quello coniato nel 2006 da Laura Loriga e denominato Mimes Of Wine. Proprio l’eleganza, la purezza sonora di questa affascinante band emil

Raffinatezza ed estrosità sono certamente le due connotazioni, le due peculiarità più evidenti e decisive nell’economia di un progetto tanto suggestivo quanto intrigante come quello coniato nel 2006 da Laura Loriga e denominato Mimes Of Wine. Proprio l’eleganza, la purezza sonora di questa affascinante band emiliana ci ha colpito così tanto al punto tale da farci capire che era davvero il caso di occuparsi di loro e di accendere quindi i riflettori sul nuovissimo Memories For The Unseen, il secondo album d’inediti rilasciato ufficialmente il 9 novembre scorso. Difficile in effetti trovare in ambito indipendente/alternativo nostrano realtà tanto brillanti e complete come appunto i Mimes Of Wine.

È chiaro che siamo di fronte ad un gruppo di indubbio spessore, lontanissimo – per fortuna – dal mainstream. Uno di quei gruppi, verrebbe da dire, che rende fieri di essere italiani e, cosa forse più importante, dotato di un marchio di fabbrica che strizza molto l’occhio al miglior indie-folk che il panorama angloamericano dei giorni nostri possa suggerire. Marchio di fabbrica che, per quanto delicato, poco immediato, non denota e non opta soltanto per prevedibili ed auspicabili minimalismi. Anche se le atmosfere risultano per lo più soffuse, omogenee, bisogna subito mettere in chiaro che i brani di questo progetto non sono affatto essenziali e scarni, bensì puntualmente “riempiti” con tanti strumenti incastonati alla perfezione e che non rischiano mai di ostacolarsi a vicenda.

Dunque non sono soltanto i testi in lingua britannica a dare alla musica dei Mimes Of Wine un’accezione quanto più esterofila, ma anche e soprattutto gli arrangiamenti, le soluzioni sonore e strumentali alquanto ricorrenti. Ci sono sprazzi di sperimentalismo e sospensioni ammalianti che, unite ad un atteggiamento sostanzialmente spesso ordinato ma comunque poco ripetitivo, rimandano subito a progetti d’Oltreoceano di straordinaria fattura come Bat For Lashes, Cat Power, Blonde Redhead e Florence (anche senza i Machine). 

Nonostante un labile taglio indie, modernista se vogliamo, il registro sonoro e musicale di Loriga e soci detiene poi una pregevole impostazione classica, specialmente nella costruzione dei brani, partoriti quasi sempre dai tasti del pianoforte, strumento cardine non solamente in fase di stesura, ma indispensabile anche in fase di costruzione, d’incisione. Se la precedente raccolta, intitolata Apocalypse Sets In, poteva apparire a molti essenziale e leggera, Memories For The Unseen risulta senz’altro più potente ed asciutto nel complesso. Tuttavia, a restare preponderante è comunque la sobrietà, la delicatezza che avvolge le dodici canzoni racchiuse nel cd. Perciò la “potenza” è qui da intendersi come “efficacia”.

Memories For The Unseen
, registrato da Enzo Cimino alla Casa Del Vento di Chiesuola e pubblicato per la Urtovox, resta di fatto un lavoro poco roboante, seppur intrigante e valido nelle dinamiche. Come si potrà immaginare non è una produzione immediata, contraddistinta da pezzi orecchiabili, legati a schemi consueti. Non è un disco da ascoltare in compagnia, figurarsi frettolosamente. È piuttosto un Lp da contemplare con pazienza, in ambienti adeguati, domestici per intendersi. Sbagliato sarebbe anche solo immaginarlo come un album da sottofondo mentre si fa altro. Almeno all’inizio ci vorrà estrema attenzione, anche a costo di fare uno sforzo, se non altro per comprenderne la sofisticatezza, la profondità, l’incredibile impegno che c’è stato dietro sia nella fase di pre-produzione che in quella di finalizzazione.

Si tratta di un disco elaborato, che se ascoltato in maniera passiva e distratta rischierebbe di apparire unicamente naif, o peggio ancora scialbo. Gran peccato sarebbe! Perché lo consigliamo? Perché è uno dei pochi album attualmente in circolazione che cerca di andare oltre, pur inglobando e facendo sue le più incalzanti ed attuali correnti sonore odierne. Assolutamente da rimediare (leggere “acquistare”).

Alessandro BasileÈ possibile ascoltare gratuitamente l’intero album tramite il player sottostante:

 Genere: Indie-Folk, Alternative, Acoustic

Line-up:
Laura Loriga – voce, piano, Elka organ
Luca Guglielmino – chitarre elettriche e acustiche
Stefano Michelotti – fisarmonica, shruti box, santoor, ghironda, kalimba, duduk, bamboo sax, armonica, Rajastan castanets, flauto Sao Meo
Matteo Zucconi – basso, effetti, cigar box guitar
Riccardo Frisari – batteria e percussioni

Artisti simili consigliati: Olivia Salvadori, Beatrice Antolini, Ilaria Graziano, Bat For Lashes, Blonde Redhead, Florence Welch, Joan As A Police Woman

Tracklist:
1. Under The Lid
2. Altars Of Rain
3. Yellow Flowers
4. Charade
5. Auxilio
6. Teethmaker
7. Ester
8. Silver Steps
9. I Will Marry You
10. Aube
11. L’Incantatore
12. Hundred Birds