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Godspeed You! Black Emperor – ‘Allelujah!…

Capita spesso che incontrando i Godspeed You! Black Emperor la prima reazione di uno dei nostri sopraccigli sia quella di alzarsi perplesso. È accaduto appena ci siamo conosciuti, scoprendo che prendono il nome da un documentario giapponese su una gang di motociclisti, e succede anche ora, che dopo un decennio di atte

Capita spesso che incontrando i Godspeed You! Black Emperor la prima reazione di uno dei nostri sopraccigli sia quella di alzarsi perplesso. È accaduto appena ci siamo conosciuti, scoprendo che prendono il nome da un documentario giapponese su una gang di motociclisti, e succede anche ora, che dopo un decennio di attesa, racchiuso in un artwork delicatamente soffuso, “Allelujah! Don’t Bend! Ascend!” è arrivato tra le nostre mani.

Inaspettatamente annunciato con un sobrio comunicato agli inizi di ottobre, l’album poggia su delle premesse tanto particolari da riuscire a far nascere qualche dubbio anche nell’animo dei fan più entusiasti. Il problema non sta nella struttura estremamente semplice del disco, solamente quattro brani, o nei due pezzi completamente atmosferici/Drone, bensì proprio dove non dovrebbe esserci: nelle due canzoni cardine. “Mladic” e “We Drift Like Worried Fire” infatti non sono solamente poco innovative (e questo non sarebbe nemmeno un problema), ma anche scarsamente originali, costruite ad immagine e sommiglianza di due brani, “Albanian” e “Gamelan”, che la band canadese ci propone dal vivo ormai da anni. 
Insomma se questa fosse l’introduzione del nuovo lavoro di un qualsiasi altro gruppo difficilmente saremmo persuasi a spendere 15-20 euro, ma fortunatamente i Godspeed You! Black Emperor sono infinatamente lontani dall’essere “un qualsiasi altro gruppo”.

Passeggiare attraverso le tortuose architetture di “Allelujah! Don’t Bend! Ascend!”, infatti, non è per nulla un’esperienza banale o scontata, ma sembra anzi un cammino dantesco verso la luce. Nei brani maestosi abbiamo un progressivo accumulo di tensione, attraverso la ripetizione, con dinamiche sempre differenti, di piccole ma preziose vene melodiche che crescono in un climax catartico. Ciò è alla base sia di “Mladic”, con la sua stupenda progressione arabeggiante, che del capolavoro dell’album, “We Drift Like Worried Fire”: una canzone traboccante di emozioni, luminosa e giubilante nella prima parte -con una melodia di una semplicità commovente- più dinamica nella seconda, dopo attimi di suspance filmica. Una vera e propria ascensione: la perfezione in 20 minuti. “’Allelujah! Don’t Bend! Ascend!” è un’opera estremamente coesa e per questo da prendere nel suo insieme; così “Mladic” e “We Drift Like Worried Fire” in questo contesto suonano in maniera unica, completamente differente da “Albanian” e “Gamelan”. L’equilibrio dell’album è perfetto anche grazie a “Their Helicopters’ Sing” e “Strung Like Lights at Thee Printemps Erable”, due brani Drone in cui, un po’ come quando accostate una conchiglia all’orecchio, potete ascoltare tutto e niente: la prima più inquietante, aggressiva e stridente, la seconda invece di un bianco accecante. “’Allelujah! Don’t Bend! Ascend!” non è l’opera migliore dei Godspeed You! Black Emperor e probabilmente ci aspettavamo di più dopo così tanto tempo: c’è la tentazione di lamentarsi e rimproverargli qualcosa, ma ascoltandolo diventa veramente impossibile. Sarà anche vero che quest’album non è innovativo, ma il livello è così alto che una considerazione del genere non può che passare in secondo piano.
E pensare che fino a qualche mese fa ci si interrogava sulla vitalità del Post-rock, che non sembrava più capace di stupirci, e invece nella seconda metà del 2012 ci ha regalato due lavori, “Allelujah! Don’t Bend! Ascend!” e “The Seer” degli Swans, non solo imprevedibili ma anche tra le migliori opere degli ultimi anni.

Francesco “Forsaken_In_A_Dream” CiceroGenere:  Post-rock

Line-up:

Thierry Amar – basso, tastiere
David Bryant – chitarre, dulcimer, kemençe
Bruce Cawdron – batteria, vibrafono, marimba, glockenspiel
Aidan Girt – batteria
Efrim Menuck – chitarre, ghironda
Mike Moya – chitarre
Mauro Pezzente – basso
Sophie Trudeau – violino

Artisti simili: A Silver Mt. Zion, Yndi Halda, Swans, Sigur Rós.

Tracklist

  • Mladic
  • Their Helicopters’ Sing
  • We Drift Like Worried Fire
  • Strung Like Lights at Thee Printemps Erable