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Gabriele Bellini celebra 40 anni di carriera con il nuovo album Regeneration 4.0 – One Day I Will Sing Song

Gabriele Bellini celebra 40 anni di carriera con Regeneration 4.0, un album viscerale tra energia, introspezione e libertà creativa.

A quarant’anni dal suo esordio discografico, Gabriele Bellini torna con un nuovo lavoro che segna un punto di svolta nella sua lunga e coerente ricerca musicale. Regeneration 4.0 – One Day I Will Sing Song, 13° album da solista, arriva dopo l’anteprima di quattro singoli – Aion, Eiai, Noos e Less Distant – e si presenta come un progetto che unisce maturità espressiva, profondità emotiva e istinto chitarristico.

L’opera si inserisce nel solco di un percorso che ha attraversato due trilogie – da Primo Acustico Shock Elettrico fino a Motus – e lavori come Recreation e Acoustic Spaces, confermando la continuità del suo approccio alla composizione: una ricerca costante di bellezza, comunicazione e libertà creativa, sostenuta da un sound che privilegia l’essenzialità del trio chitarra-basso-batteria, mantenendo viva una forte componente dinamica e comunicativa.

Un viaggio sonoro tra introspezione e energia

Fin dalle prime battute di Bugs in the Brain, Bellini definisce il tono dell’intero album: energia pura e tensione emotiva, un flusso di chitarre inarrestabili che alternano furia e introspezione.
Brani come The Age of Hate e Noos spostano la prospettiva su temi più riflessivi e visionari, fondendo atmosfere post-apocalittiche e suggestioni cosmiche, mentre Dirty Diamonds riporta tutto a terra con un groove diretto e senza filtri.
Con Aion, probabilmente il momento più intimo e sognante del disco, Bellini costruisce un inno alla speranza e alla creatività, mentre Less Distant offre un dialogo appassionato tra chitarre che sembra mettere in scena conflitto e riconciliazione, simbolo di una costante tensione tra istinto e ragione.

Nel cuore del disco emerge anche Rush ’n’ Reset, che unisce groove funky e potenza metal in una struttura dalle coloriture progressive, e Eiai, dove l’essenzialità di una chitarra acustica si intreccia con un beat minimale, evocando un universo parallelo fatto di geometrie sintetiche.
La chiusura con End Connection introduce toni più oscuri e intensi, quasi a evocare una catarsi finale, mentre le due cover che completano l’album – Insieme a te sto bene di Lucio Battisti (feat. Cristina Cassarà) e Bad Guy di Billie Eilish (feat. Lorenzo “Bobby” Masi) – raccontano due epoche diverse, accomunate dallo sguardo personale e rispettoso con cui Bellini rilegge i brani.

Suono e strumenti al servizio dell’espressione

Il sound dell’album nasce da un equilibrio fra strumentazione classica e tecnologia contemporanea: chitarre Ibanez RBM Red Beach, Fender Stratocaster e Yamaha APX T2, amplificate da un J50 valvolare e cabinet storici come il Marshall 1960 o il Mesa Boogie oversize.
Le texture sonore sono modellate attraverso plugin Neural DSP e pedali analogici come l’Ibanez TS9, il Dophix Fuzz e il Whammy DT, in un mix di artigianalità e precisione digitale che restituisce l’autenticità del tocco e la potenza dell’esecuzione.

Registrato, mixato e masterizzato presso La Fucina Studio di Firenze, Regeneration 4.0 è prodotto da Bellini stesso e pubblicato dall’etichetta QuaRock, confermando ancora una volta la sua visione indipendente e la sua totale dedizione alla musica come forma di libertà artistica.



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