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Daniele Gottardo – Non Temperato

Assimilare a fondo il nuovo "Non Temperato" di Daniele Gottardo non è operazione semplice, neanche nel momento in cui mi accingo a scrivere queste righe, sono certo di essermi saputo calare completamente nel ruolo adatto a questo ascolto. Questa non è certo conseguenza di frettolosità ma piuttosto di una profondità

Assimilare a fondo il nuovo “Non Temperato” di Daniele Gottardo non è operazione semplice, neanche nel momento in cui mi accingo a scrivere queste righe, sono certo di essermi saputo calare completamente nel ruolo adatto a questo ascolto. Questa non è certo conseguenza di frettolosità ma piuttosto di una profondità musicale certamente degna di attenzione. Pur abbeverandosi in acque note e lungamente studiate, Gottardo ha trovato forse una dimensione consona alla propria variegata personalità. Malgrado tanti abbiano guardato con riserve ai virtuosismi del nostro, la realtà è che nel corso degli anni Gottardo ha messo a tacere le critiche grazie alla solidità delle basi musicali su cui si fonda la sua proposta. Il nuovo Non Temperato è indubbia prova di una maturità musicale, compositiva, e solo in ultima istanza anche chitarristica, che lascia spazio a ben poche lamentele. Seppur di Daniele Gottardo si senta parlare dal 2004 circa, abbiamo dovuto attendere il 2014 per poter ascoltare il suo secondo album, questo a causa sicuramente della cura riposta nei propri prodotti musicali, ma anche in virtù dei tantissimi impegni che governano l’attività di Gottardo quale chitarrista, didatta e turnista. Veniamo però all’ultima produzione del nostro, Non Temperato, presentata da qualche mese da un Daniele Gottardo coinvolto fino al midollo nella sua realizzazione. Se spesso si lamenta la staticità artistica degli album “chitarristici”, inneggiando alla necessità di aggiornare l’utilizzo dello strumento prima ancora che del linguaggio musicale, Gottardo potrebbe aver realizzato qualcosa di molto interessante a riguardo. Non Temperato non è assolutamente un album di chitarra solista, tant’è vera quest’affermazione che durante l’ascolto capiterà spesso di dimenticarsene. Dieci tracce utilizzate sapientemente per dipingere un mondo musicale che travalica i confini entro cui siamo soliti inserire lo strumento in questione, regalandoci una composizione che esprime indubbiamente alcune facce di un Gottardo non “solo” chitarrista ma anche compositore, arrangiatore e produttore. Non Temperato è stato infatti scritto, arrangiato, prodotto e, ovviamente, suonato da Daniele Gottardo, che si è avvalso durante le registrazioni di un’orchestra da camera, aiuto certamente fondamentale nel realizzare l’intricato progetto musicale posto come obiettivo. L’album (cui forse tale definizione va un po’ stretta) si apre con un omaggio al grande maestro della tradizione russa Rimskij Korsakov, la cui tanto raffinata orchestrazione ha preso Gottardo al punto tale da tributargli il proprio rispetto. Non si tratta però di una ripresa di temi famosi, rifacimenti o azzardi chitarristici su già noti riadattamenti, per “Rimsky’s Beard” Gottardo si è immerso appieno nello stile compositivo del grande Korsakov, rimestando fra gli artifici musicali che l’hanno consacrato alla storia per poi farne buon uso a proprio favore. Verrà da chiedersi quanto possa trovarsi a proprio agio una chitarra elettrica nel mezzo di un’orchestra da camera, perlomeno vien da domandarsi quanto possa adattarsi al contesto senza sfociare nell’ostentato, come avvenuto in diversi esperimenti regalatici dalla storia della musica. All’ascolto di Non Temperato il primo impatto è forte e senza compromessi, ma gli arrangiamenti e l’orchestrazione dei vari brani sono calibrati al meglio per far spazio alle trame chitarristiche che divengono membro aggiunto e cooperante dell’orchestra. È bello notare come ampio spazio in partitura sia stato concesso a tratti che, seppur tingendosi di elementi giocosi e divertiti, lasciano intravedere la complessità dell’architettura senza imporla come unico centro d’attenzione. “Hansel & Gretel“, “Gingerbread House” o “The Little Match Girl” sono due esempi decisamente riusciti. La prima delle tre tracce citate, “Hansel & Gretel“, è tributo alla celebre fiaba dei Grimm, che però non si concentra sul dipingere il paesaggio della fiaba, quanto più sull’emotività ed introspezione psicologica dei suoi personaggi. Non è questa operazione da tutti, anzi, a ben vedere è prerogativa solo di chi pone il messaggio musicale nella sua totalità al culmine della piramide gerarchica che comanda la realizzazione dell’album.Fra i tanti exploit contenuti in Non Temperato, “Two Sketches” è fra i più ficcanti. Nella brevità del brano lo spirito gitano che ne emerge è delizioso, indubbiamente giusto il riferimento a Satie proposto dallo stesso Gottardo nel dare spiegazione della composizione in questione, cui ci permettiamo di aggiungere sporadici richiami al Brahms ungherese. “Gingerbread House” è un bilanciatissimo sposalizio della vena più “chitarristica” di Gottardo, che prosegue e approfondisce qui il discorso iniziato con “Hansel & Gretel”. A chiudere il disco troviamo uno dei brani che più ha colpito l’ascolto di chi scrive. “Fugue” è la “prima prova” di Gottardo nell’arte della fuga, test superato a pieni voti grazie ad interessanti scelte che permettono d’evadere dalla forma canonica, trovando veste inedita e un sapore moderno che probabilmente non piacerà ai puristi (ed in questo caso non è un male). Non possiamo certamente trovare un unico brano per descrivere l’intero disco, che merita l’ascolto integrale a più riprese. Se tutti i giovani chitarristi odierni tentassero un passo fuori dalla propria “comfort zone”, come ha fatto Gottardo, avremmo fra le mani una scena ben più vivace di quella attuale. Daniele Gottardo ha azzardato davvero molto con questo nuovo Non Temperato, ponendosi obiettivi importanti e obbligandosi a grandi sforzi. La scommessa è infine vinta. Al di là della sempre totale soggettività del gusto personale, Non Temperato mostra una via musicale nuova nella progettazione prima ancora che nelle sonorità, dando alle stampe un prodotto capace di metter in moto le nostre capacità ricettive ad un livello sicuramente molto alto e mostrando a 360° le grandi potenzialità del talento di Gottardo. Complimenti.

Francesco Sicheri
Genere: Rock/Classica/Strumentale

Tracklist:
1. Rimsky’s Beard
2. Pied Piper
3. Hansel & Gretel
4. Daydream
5. The Little March
6. Two Sketches
7. Gingerbread House
8. La Terza Età
9. Caligula
10. Fugue