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A Berroa piace… Straight!

"L'unico batterista latino che conosce alla perfezione entrambi i mondi: la musica afro-cubana delle sue origini e il jazz". Questo l'impegnativo endorsement pronunciato alcuni anni or sono dal grande Dizzy Gillespie a proposito del cubano Ignacio Berroa, a lungo al suo servizio nella United Nations Big Band.

L’unico batterista latino che conosce alla perfezione entrambi i mondi: la musica afro-cubana delle sue origini e il jazz“. Questo l’impegnativo endorsement pronunciato alcuni anni or sono dal grande Dizzy Gillespie a proposito del cubano Ignacio Berroa, a lungo al suo servizio nella United Nations Big Band.

Quasi a voler ribadire il suo potersi cimentare a pieno titolo con il jazz tout court, Berroa – per l’occasione alla testa di un trio completato dal giovane e formidabile connazionale Martin Bejerano al pianoforte e dal contrabbassista Josh Allen (sostituito in due tracce da Lowell Ringel) – ha pensato quindi di pubblicare un album di jazz, intitolato programmaticamente Straight Ahead From Havana.

Ignacio Berroa Straight Ahead From Havana

Non quindi un disco all’insegna di clave di rumba o di son, di cha cha, songo o danzón. In quasi tutti i brani il portamento è quello swing, nonostante la band affronti alcune tra le più classiche canzoni del repertorio cubano. Ma lo fa trattando tali bellissime melodie alla stregua degli standard americani, così cari ai jazzisti di tutto il mondo: dell’ottimo materiale tematico sui cui giri armonici praticare l’arte dell’improvvisazione.

Berroa swinga per tutto l’album con incredibile energia, prendendosi spesso il proscenio con infuocati scambi o con prolungati assolo, distinguendosi per un accompagnamento esuberante, molto presente, ma mai eccessivo o fuori contesto.
Nelle poche occasioni in cui rinuncia al classico accompagnamento swing (la latineggiante “Drume negrita”  o il romantico bolero “No te importe saber”) lo fa senza modificare il set up del suo strumento con l’aggiunta di quelle piccole percussioni (campanacci e woodblock soprattutto) così care a tutti i batteristi latin-jazz. Quando ha bisogno di colorare maggiormente in senso cubano uno o due brani chiama piuttosto a dargli manforte il percussionista Conrado “Coky” Garcia.

Da ricordare infine il cameo del cantante (nonché attore e uomo politico) panamense Ruben Blades nella divertentissima “Negro de sociedad”, che parte e si chiude come la più selvaggia rumba di strada, ma che nella parte centrale viene eseguita come la più classica delle canzoni di Broadway.

Pubblicato dalla Codes Drum Music, l’album è reperibile su Amazon, CD Babies e iTunes.