Il Rega Brio MK VII aggiorna una storia iniziata nel 1991 senza stravolgerne la filosofia: formato compatto, impostazione interamente analogica come base, ma ora con l’aggiunta di due ingressi digitali (coassiale e ottico) compatibili fino a 24 bit/192 kHz.
Restano invece assenti USB e Bluetooth, scelta coerente con l’orientamento del marchio verso una riproduzione essenziale e pulita. Il cabinet mantiene la mezza larghezza e un’estetica sobria, anche se alcune soluzioni – come pannello posteriore e controlli in plastica – appaiono meno curate rispetto ai modelli precedenti.
La struttura interna è stata riprogettata con attenzione all’isolamento tra sezioni sensibili e stadi ad alta corrente, includendo protezioni termiche e contro i cortocircuiti. La potenza dichiarata è di 50 W su 8 ohm, valore non elevato ma sufficiente per la maggior parte dei diffusori in fascia di prezzo.
Non manca un phono MM silenzioso e ben realizzato, parte integrante dell’identità Rega. Presente anche la funzione di standby automatico dopo un’ora senza segnale.
Nel complesso il Brio MK VII resta un amplificatore che privilegia la sostanza: costruzione essenziale, dotazioni mirate e un’impostazione sonora che punta alla coerenza musicale.
Le impressioni d’ascolto approfondite sono come sempre rimandate al video integrato nell’articolo.











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