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Quel giorno sulle mitiche strisce di Abbey Road

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L'8 agosto del 1969, intorno a mezzogiorno, il fotografo Ian McMillan immortalava i Beatles sulle strisce pedonali davanti gli Abbey Road Studios di Londra.

L’8 agosto del 1969, intorno a mezzogiorno, il fotografo Ian McMillan immortalava i Beatles sulle strisce pedonali davanti gli Abbey Road Studios di Londra.

Una foto che sarebbe finita sulla copertina del loro disco appena inciso, intitolato proprio “Abbey Road“. Lo scatto è tra i più celebri di tutta la storia della musica e ancora oggi migliaia di turisti l’anno si recano sulle strisce per una foto ricordo, facendo adirare non poco tassisti e residenti di zona che di lì passano ogni giorno in auto e sono costretti a fermarsi e aspettare.

La foto fu considerata talmente evocativa di per sé da far scegliere, per la prima volta, di non mettere né il nome della band né quello dell’album in copertina. John Kosh, Art Director della Apple, etichetta fondata dai Beatles stessi, disse “Sono la band più famosa al mondo, perché dovremmo farlo. […] Se non li riconosci, vuol dire che vivi in una caverna“.
E pensare che all’inizio avrebbe dovuto chiamarsi Everest, dalla marca preferita di sigarette del fonico Geoff Emerick.

McMillan scattò sei foto, di cui fu scelta la quinta. Durante gli scatti i Beatles furono ripresi in varie pose anche dalla macchina fotografica di Linda McCartney, famosissima oramai la loro immagine in fila ai bordi della strada con una simpatica signora che ne approfitta per scambiare quattro chiacchiere con gli idoli musicali del pianeta.
Una delle foto di McMillan, che li ritrae camminare in senso opposto, è stata battuta all’asta nel 2012 per ben 16.000 sterline.

Quel giorno sulle mitiche strisce di Abbey Road

La foto/copertina è famosa anche per un’altra (oramai piuttosto risibile) ragione. Fu infatti presa a modello dai complottisti che ritenevano che Paul McCartney fosse morto anni prima in un incidente e sostituito con un sosia.
Il fatto che Paul sia l’unico scalzo, simbolo della sepoltura dei morti, Lennon vestito di bianco davanti a tutti come un sacerdote che celebra un funerale, Ringo subito dietro vestito di nero ed Harrison in vesti di jeans come usava tra i becchini.
Il furgone nero a destra simile a quello usato dalla polizia per i morti in incidenti stradali. Paul che tiene la sigaretta con la mano destra pur essendo mancino (magari perché venivano ripresi da quel lato?!).
In più, la targa del maggiolino “LMW 281F” a indicare l’età di Paul se fosse stato vivo in quel momento (da leggere quindi “28 if”… peccato che ne avesse 27…). LMW interpretato come “Linda McCartney Weeps“.
Ovviamente, per quanto qualcuno continui a fantasticare, si tratta di arrampicamenti sugli specchi e del resto gli stessi Beatles, dotati da sempre di grande ironia, non disdegnavano di scherzarci su.

Quel giorno sulle mitiche strisce di Abbey Road

Tra l’altro, lo spettatore che si vede in lontananza accanto al furgone nero, è stato intervistato anni dopo. Il suo nome è Paul cole e si trovava lì solo perché non aveva seguito la moglie nell’ennesimo museo del suo itinerario turistico.
Stava appunto parlando con il poliziotto appostato nel furgone, probabilmente per questioni di sicurezza e gestione del traffico, quando notò i 4 camminare sulle strisce pedonali.
Neanche li riconobbe e fu immortalato in una delle foto più importanti di sempre. Lo scoprì solo dopo, quando la moglie comprò una copia dell’album.

Quel giorno sulle mitiche strisce di Abbey Road

La foto è stata ripresa e ricreata in innumerevoli situazioni, da show televisi a foto di altri musicisti e molto altro ancora. E ancora oggi, continua ad essere l’immagine di uno dei momenti storici più importanti della musica.
Nel 2010 le strisce pedonali sono state rese luogo protetto dall’English Heritage, l’organismo che si occupa della gestione del patrimonio storico e culturale inglese.
Secondo un articolo di BBC News del 2010 le strisce sarebbero state ricollocate in posizione diversa anni or sono, ma in realtà potete leggere qui che non è affatto così.
Se volete farci un salto virtuale, cliccate sul video sotto.