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Cosa aspettarci dal nuovo album dei Coldplay?

Tra anticipazioni, commenti e curiose scelte di informazione la notizia principale è che i Coldplay stanno finalmente per pubblicare il loro nuovo album.

Tra anticipazioni, commenti e curiose scelte di informazione la notizia principale è che i Coldplay stanno finalmente per pubblicare il loro nuovo album.

Everyday Life“, questo il titolo di ciò che si preannuncia come un concept album articolato in due dischi (“Sunrise” e “Sunset”) e che stando ad alcune dichiarazioni del frontman Chris Martin ruota attorno al tema globale della vita, in una ideale risposta alla negatività a volte dilagante ma anche alla difficoltà causata dai problemi oggettivi.

L’uscita dell’album è prevista per il 22 novembre prossimo. L’ufficialità è stata preceduta da una serie di indizi sparsi ad arte in alcune grandi città di tutto il mondo, per concretizzarsi in una lettera battuta a macchina e firmata dai quattro membri; ma l’eccentricità nella comunicazione non si è fermata qui…

Ha fatto notizia anche la scelta riguardante la diffusione della tracklist dell’album, avvenuta attraverso la pubblicazione di appositi annunci nelle relative sezioni di quotidiani sparsi in tutto il mondo (dalla Francia alla Nuova Zelanda).

La band inglese dimostra quindi di saper stupire già in termini comunicativi, uscendo con un certo stile dalle ormai consolidate (e forse per questo non più così impressionanti) dinamiche di diffusione delle novità esclusivamente riservate alla sfera virtuale del vissuto.
Cosa aspettarsi invece dal punto di vista musicale? I quattro inglesi ci hanno già dato da parlare anche in questo senso, pubblicando in anteprima due brani: “Arabesque” e “Orphans“, che andiamo ad ascoltare qui:

A quanto possiamo ascoltare il concept musicale non va a parare particolarmente lontano da “A Head Full of Dreams“, pubblicato quattro anni fa e di cui il nuovo doppio album è il seguito cronologico.

Possono dunque mettersi l’anima in pace quei fan dei Coldplay della primissima ora, quelli in cui pianoforte e chitarra acustica assumevano ruoli tutt’altro che marginali, con i riff del chitarrista Jonny Buckland a strizzare l’occhio in più di un’occasione a quelli del rock dei decenni precedenti; per quanto in “Arabesque” si percepisca più di una vibrazione di questo genere, la strada musicale della band sembra proseguire ben lontana dagli iniziali spunti british-alternative che erano stati spazzati via nel 2008 con il discusso ma anche vincente “Viva la vida“.

E per quanto questa eventualità possa far storcere il naso a coloro che auspicano un ritorno alla musica più tradizionalmente chitarristica, non si può dar torto ai Coldplay che hanno costruito gran parte del proprio successo commerciale proprio sapendosi adeguare con buon tempismo alle nuove tendenze, se non anticipandole.

Per chi nonostante tutto rimarrà fermamente nostalgico, basterà nel peggiore dei casi mettere sul piatto un disco come “Parachutes” e premere play.