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Il test dell’impianto audio portatile Yamaha Stagepas 1K

Oggi ho il piacere di parlarvi dello Yamaha Stagepas 1K, il nuovissimo sistema audio portatile all-in-one dedicato a svariate applicazioni.

Oggi ho il piacere di parlarvi dello Yamaha Stagepas 1K, il nuovissimo sistema audio portatile all-in-one dedicato a svariate applicazioni.

Ho la fortuna di testarne due in configurazione stereo, vediamo le caratteristiche principali a livello tecnico.

Parliamo di 1000W di potenza totale, ripartiti in 810W sul subwoofer da 12″ e 190W sui dieci speaker da 1,5″ del mini array superiore. Sicuramente dati che non passano inosservati: lo Stagepas pesa circa 20Kg (per sistema), tutto sommato non un gran peso per una soluzione completa e così potente.

Come vi dicevo ho avuto la fortuna di averne due per poterli utilizzare in stereo. Parliamo quindi in totale di un sistema di circa 45kg distribuiti su due subwoofer, e due slim array, per un totale di 1620W per le frequenze alte e 280W per le medio-alte.

Yamaha Stagepas 1K

Il collegamento è veramente semplicissimo: con un unico cavo IEC si dà corrente al sistema ed il mini array, una volta montato, è automaticamente collegato al subwoofer con un connettore interno a scomparsa una volta inserito nell’apposito alloggio. Siamo già pronti.

Yamaha Stagepas 1K

Lo Stagepas ha integrato al suo interno un mixer da 3 canali mono + 1 stereo, che include anche un modulo bluetooth. Quello stereofonico unisce anche funzionalità bluetooth.
Sulla parte superiore del sistema troviamo alcune manopole essenziali, come per esempio il volume del canale, la mandata del reverb, EQ su 1 knob e i pulsanti che permettono di gestire la connessione bluetooth, quella con l’app dedicata ed i link con un altro sistema per averlo stereo.
Sulla parte posteriore invece troviamo i connettori di input ed output.

La pulizia di design del sistema è apprezzabile.

Yamaha Stagepas 1K

Prendo subito il mio iPhone e provo il bluetooth. È un sistema pensato per essere utilizzato velocemente, vediamo quanto è vero. Verissimo: tenendo premuto un tasto sullo Stagepas il dispositivo viene rilevato dallo smartphone, un tap per connettere, un tap per premere play su Spotify ed alzando il potenziometro già ascolto musica.
È davvero un gioco da ragazzi e funziona da paura, la connessione non si perde mai, risulta molto stabile, nonostante provassi a stressare lo smartphone con messaggi, mail, browser, ecc.

Con un altro tasto accoppio il mio primo Stagepas al secondo e automaticamente ho un sistema che riproduce in stereo: un gioco da ragazzi.

Yamaha Stagepas 1K

Il suono è decisamente pieno, forse in alcuni casi anche troppo. Sui brani più carichi di basse frequenze ho l’impressione che il subwoofer prenda il sopravvento, ma nulla che non sia gestibile con l’EQ on-board a unica manopola, con delle curve già impostate che partono completamente a sinistra da un low cut e arrivano completamente a destra ad un low e high boost, dando punch a creando una V morbida all’ascolto.
Ero scettico ed invece si è rivelato molto comodo e preciso. 

È chiaro che su un sistema come questo non si debba pretendere il “trattamento chirurgico” di un EQ parametrico. Il 1 knob è pensato per lavorare velocemente e con la stessa velocità si fanno gli interventi.
A livello di qualità, ce n’è tanta. Una volta trovata la mia curva di EQ preferita il suono è ottimo, aperto, definito e con molto punch.
I 1000W per cassa si sentono, c’è tanta potenza, tanta definizione e tanto margine prima di arrivare al clip. Cosa che secondo me lo rende appetibile tranquillamente anche a situazioni live tra le 200 e le 400 persone.

Yamaha Stagepas 1K

Nel frattempo scarico l’app e sempre in maniera molto veloce (tramite un tasto sul mobile) attivo la gestione via smartphone dove troviamo più controlli a disposizione. Per passare da uno Stagepas all’altro occorre selezionarlo da un apposito menu, questo, forse, non è massimo della comodità se si lavora sui 10 input totali del sistema stereo (5 + 5). 

L’app in ogni caso funziona molto bene e rispecchia un approccio “minimal”. Abbiamo, cioé, il minimo indispensabile per operare. Mi ripeto, non possiamo pretendere di avere una gestione paragonabile a un mixer digitale professionale esterno da un mixer 5 canali integrato in un sistema all-in-one.
Anche l’app è promossa in conclusione.

Yamaha Stagepas 1K

Come tutti i sistemi di questo tipo, secondo me, si pecca un po’ in praticità “manuale”: faccio un esempio banale, per pannare una sorgente audio ci vuole l’app. È chiaro che lo Stagepas si rivolge ad un determinato tipo di utente ma forse qualche controllo in più a pannello avrebbe resto ancora più immediati alcuni contesti lavorativi.

Nulla vieta comunque di utilizzare lo Stagepas 1K solo come impianto e quindi di utilizzarlo dopo un mixer esterno (analogico o digitale). In questo modo chiaramente si sfrutterebbero meno tutte le funzionalità di mixing e avremmo tutti i vantaggi dati dall’impianto. A pieno e a dovere, aggiungerei.

Yamaha Stagepas 1K

Provo infine ad accennare qualcosa con un microfono, poi con una chitarra acustica e anche con un pianoforte. Tutto è riprodotto fedelmente con quella “pancia” tipica di un sistema che si immaginerebbe ben più grande.

In conclusione lo Stagepas 1K è un sistema comodissimo, davvero smart, adatto a moltissime situazioni lavorative. È facilissimo da installare, semplice da utilizzare, leggero, bello da vedere (requisito importante in molti contesti) e soprattutto al passo coi tempi.

Per il prezzo, sicuramente un best buy.
Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale Yamaha.