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Slash – Apocalyptic Love

Il "quasi" è dato da brani di grande impatto come il singolo "You're a Lie", "Halo" e soprattutto "Anastasia" (con il riff ispirato alla “Toccata e fuga in Re minore” di Bach) che nonostante i tanti cliché hanno abbastanza carisma da stare in piedi da soli. Un po' poco, per un album di tredici tracce, che raramen

Alzi la mano il chitarrista che non ha mai suonato un riff, un assolo o un lick made by Slash, vediamo un pò… pochini, eh?

Ma dovevamo immaginarlo: già erano quattro gatti i rocker che non sono mai stati ossessionati per un periodo da qualche pezzo di “Appetite for Destruction” o degli “Use Your Illusion”, figuriamoci questo sottoinsieme di cliché.

Bisogna ammetterlo, prima dell’implosione i Guns N’ Roses hanno scritto alcune delle pagine più fortunate della storia del Rock e Axl e Slash continuano ancora oggi il loro processo di santificazione. Soprattutto “Cappello a Cilindro”, che mantiene da anni il titolo di chitarrista più “trendy” mai apparso nell’universo a voto unanime (invece si è meno concordi sulla proposta avanzata da molti di attribuirgli anche il titolo di “unica divinità della chitarra mai esistita”… fortunatamente!).

Mettendo da parte l’ironia, il nostro Slash dopo la sfortunata conclusione dei Guns N’ Roses (so bene che il nome “Guns N’ Roses” continua ad essere portato in giro da Axl… ma oltre il nome mi è difficile vederci altro) ha proseguito la sua carriera in maniera piuttosto dignitosa, tra alti e bassi, prima con i Slash’s Snakepit poi con i Velvet Revolver, fino ad arrivare all’omonimo debutto solistico nel 2010, con 45 anni sulle spalle e migliaia di bottiglie di Jack Daniel’s passate per il suo fegato.

La principale caratteristica del debutto è la presenza di grandi personalità che si danno il cambio al microfono brano per brano e tra loro spicca Myles Kennedy; il frontman degli Alter Bridge e “Cappello a Cilindro” hanno un ottimo affiatamento ed infatti lo ritroviamo in pianta stabile per tutta la durata del nuovo “Apocalyptic Love”.La scelta di un frontman “stabile” fa pendere la bilancia verso la coesione e l’omogeneità del lavoro piuttosto che sul carisma, che era assicurato, nel debutto, da ospiti come Ozzy, Lemmy, Iggy Pop, Cornell e Grohl (giusto per dirne alcuni).

Comunque sia, Myles non è affatto intimidito dalla situazione e con la sua voce potente e versatile ruba parte dei riflettori a Slash, al contrario dei The Conspirators (Todd Kerns e Brent Fitz) a cui è affidata la sezione ritmica, che, nonostante la competenza, difficilmente riesce a uscire dall’ombra.Quando mettiamo nel lettore un album con su stampato il nome “Slash” quello che ci aspettiamo è un Rock divertente che sappia intrattenere piedi e testa col ritmo e “Apocalyptic Love” in qualche modo ci riesce, anche se per gran parte dell’ascolto la nostra mente non può fare a meno di pensare l’aggettivo “scontato” con tutti i suoi sinonimi e affini.

Infatti per quanto l’offerta musicale suoni piuttosto accattivante e moderna grazie alla produzione di Eric Valentine (Queens of the Stone Age) e l’apporto nel songwriting di Kennedy, non si riesce mai ad uscire dalle formule tipiche del genere o a creare qualcosa di memorabile: ci troviamo persi in uno stato quasi perenne di déjà entendu.

Slash - Apocalyptic Love

Il “quasi” è dato da brani di grande impatto come il singolo “You’re a Lie”, “Halo” e soprattutto “Anastasia” (con il riff ispirato alla “Toccata e fuga in Re minore” di Bach) che nonostante i tanti cliché hanno abbastanza carisma da stare in piedi da soli. Un po’ poco, per un album di tredici tracce, che raramente sfuggono alla ripetitività e superano la mediocrità. Quando ci riescono però bisogna sottolineare che il merito è proprio di Slash, che nel complesso sembra in un buon periodo, non ha affatto perduto feeling con la sua Gibson Les Paul e il suo stile è ben percepibile, anche se non ha più “in canna” assoli ispirati come ai bei tempi.

Chi lo adora sarà piuttosto soddisfatto, nonostante siamo lontani dai tempi d’oro, mentre tutti gli altri difficilmente lo troveranno interessante per più di un paio di ascolti. Slash porta il cappello a cilindro come i prestigiatori e come ai loro spettacoli di magia sappiamo benissimo cosa ne tireranno fuori anche con l’ex Guns sappiamo in anticipo cosa ci proporrà: si tratta del solito buon vecchio Rock, un po’ stereotipato, senza nulla di speciale, ma comunque godibile… proprio come (a parte il Rock naturalmente) il numero che molti prestigiatori ripetono ormai da anni, appunto.

Genere: Hard Rock

Line-up:
Slash – chitarra
Myles Kennedy – voce, chitarra
Brent Fitz – batteria, percussioni, pianoforte
Todd Kerns – basso, voce

Tracklist:
1. “Apocalyptic Love”
2. “One Last Thrill”
3. “Standing in the Sun”
4. “You’re a Lie”
5. “No More Heroes”
6. “Halo”
7. “We Will Roam”
8. “Anastasia”
9. “Not for Me”
10. “Bad Rain”
11. “Hard & Fast”
12. “Far and Away”
13. “Shots Fired”