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Karmamoi – Odd Trip

Dopo una prima traccia di preludio atmosferico, che trova seguito in altri due episodi nel corso dell’ascolto, "Odd Trip" si apre con un riff in tempo dispari che tradisce in un accentuazione mobile, indubbiamente motivo ritmico portante e distintivo del brano, che lascia però presto spazio a variegate sezioni più

Dopo una prima traccia di preludio atmosferico, che trova seguito in altri due episodi nel corso dell’ascolto, “Odd Trip” si apre con un riff in tempo dispari che tradisce in un accentuazione mobile, indubbiamente motivo ritmico portante e distintivo del brano, che lascia però presto spazio a variegate sezioni più incentrate sullo sviluppo melodico. Sono i Karmamoi gli autori di “Odd Trip”, band italiana che ha esordito nel 2011 con un album omonimo e che, dopo l’ep “Entre Chien et Loup” uscito nel 2012, è tornata in studio di registrazione per realizzare questa nuova produzione. Il brano “If” introduce una dinamica che si ripercuote sulla totalità delle tracce presenti nel disco, con l’eccezione degli intermezzi ambient “Oxygen“. Presto nell’ascolto ci si ritroverà a cambiare in corsa le proprie aspettative riguardo lo sviluppo dei singoli brani, spesso capaci di cambiare rotta nell’arco di pochi minuti, se non pochi secondi. È una capacità, quella dell’imprevedibilità musicale, certo non così comune, soprattutto ai livelli qualitativi espressi dai Karmamoi. Difficilmente ci si ritrova a percepire forzate campate verso espressioni musicali poco consone, o esageratamente distaccati dal mood che i brani introducono. Potremmo dire che l’album è coerente nella sua imprevedibilità musicale.I Think Of The Sea” è forse l’unica composizione “statica”, in quanto ad atmosfere sonore, a far parte di “Odd Trip“. È un dato da leggersi come positivo nell’ottima riuscita di un brano che supera i sei minuti di lunghezza senza annoiare, senza mai calcare il piede sull’acceleratore, ma costruendo piuttosto un progressivo crescendo verso il respiro armonico e spaziale riservato al finale. “Samvega” è un altro buon esempio della matura capacità di intraprendere vie musicali inedite all’interno di uno stesso brano, creando microcosmi appartenenti all’universo del disco, che ritrovano sempre la stessa intelligibile poetica musicale a fare da collante fra le tracce. Qua e là nel corso dei dodici pezzi che compongono il disco è dilazionata una buona dose di riff accattivanti, sempre ben miscelati a melodie che non lasciano al solo portamento ritmico la capacità d’attrarre l’attenzione dell’ascoltatore. “Odd Trip” è un disco di “secondo ascolto” e con ciò s’intende che per essere assimilato ha bisogno di più passate.

In prima battuta resteranno in mente le melodie più superficiali (epidermiche, che stanno in superficie), alla seconda passata si scenderà più a fondo nella stratificazione sonora che compone l’album: ottima coesione d’esecuzione e scelte sonore che permettono di rimanere in un riconoscibile ambito prog senza rispettare alcun dettame o regola preconfezionata. Sono questi due step necessari per rendere il tutto più godibile negli ascolti successivi, sarà più semplice poi rapportarsi ad un disco dalla non semplicissima assimilazione, dal contenuto musicale decisamente notevole e impossibile da recepire se non nella sua complessità. Ripetere e non semplificare, è l’unica chiave d’accesso ad un album dallo stampo poco incline al compromesso mainstream, seppur momentanee inclinazioni riservate ad alcuni brani ne lascino intravedere qualche chance. Odd Trip” è un passo decisamente importante per i Karmamoi che hanno così realizzato il primo long play i cui testi sono completamente in lingua inglese, scelta che, dato il dialogo che avviene in musica, può rivelarsi fra le più azzeccate. 
È un album per amanti della musica dialogica, non quella da canticchiare sotto la doccia (pur sempre valida), un disco che richiede partecipazione per portarne a termine l’ascolto in maniera che tutto non scivoli passivamente sulle orecchie del fruitore. Un lavoro intraprendente quello dei Karmamoi, forse un po’ controcorrente rispetto alla scena dei palchi italiani e pertanto buon biglietto da visita per qualche campata oltre-confine. Consigliato a tutti quei fan del prog capaci, fedelmente alla matrice poetica che ha creato il genere, di guardare oltre le linee di demarcazione verso una ulteriore contaminazione ancora difficile da definire.

Francesco SicheriGenere: Progressive/Experimental Rock

Lineup:
Serena Ciacci: Voce 
Fabio Tempesta: Chitarra
Alex Massari: Chitarra
Alessandro Cefalì: Basso
Daniele Giovannoni: Batteria

Tracklist:
01. Oxygen 1
02. If
03. Labyrinth
04. If I Think Of The Sea
05. Oxygen 2
06. Samvega
07. Yours
08. Odd Trip
09. Oxygen 3
10. 5+
11. Lost Days
12. Aria