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Baroness – Yellow & Green

Sono dei tipi coraggiosi i fan dei Baroness, di quelli che mangiano Sludge Metal a colazione e fanno headbanging al supermercato. Però ci sono dei momenti in cui anche loro tremano di paura, come ad esempio prima di ascoltare il nuovo album del loro gruppo preferito, “Yellow & Green”. Questo perché ormai la v

Sono dei tipi coraggiosi i fan dei Baroness, di quelli che mangiano Sludge Metal a colazione e fanno headbanging al supermercato. Però ci sono dei momenti in cui anche loro tremano di paura, come ad esempio prima di ascoltare il nuovo album del loro gruppo preferito, “Yellow & Green”. Questo perché ormai la voce si è diffusa, e se ancora non lo sapete ve lo dico io: la band di Savannah ha cambiato stile.I ragazzi escono infatti dai meandri del Southern Metal paludoso del “Red Album” e “Blue Record”, tra le più solide uscite Sludge degli ultimi anni, per giocare a fare gli alchimisti con una combinazione vertiginosa di generi musicali. La pozione che ne esce è assolutamente originale e attraversa diversi decenni: i nostri orsi della Georgia scoprono il loro lato sentimentale, si ripuliscono di gran parte della rozzezza e ci propongono una musica dinamica, tra tuffi psichedelici e interessanti spunti melodici che osano fino all’utilizzo di synth. Sarà una questione di coerenza cromatica, perché il verde e il giallo che vediamo in copertina sono molto meno forti rispetto al blue e il rosso dei precedenti lavori, ma a parte qualche sferzata Heavy, “Yellow & Green” si presenta come un album Rock estremamente variegato e un po’ vintage. Ma non si tratta di una semplice “operazione nostalgia”: l’album è venato di sottogeneri assolutamente moderni.“Yellow” si presenta – subito dopo il tema – in maniera esplosiva con “Take my bones away” e “March to the sea”: canzoni potenti, con riff devastanti, ritmi propulsivi e ritornelli coinvolgenti. Il resto dell’album si affida a un Rock generamente robusto e orecchiabile, che si esprime in varie sfumature: dai ritmi ammalianti e alternativi di “Little Things”, al sapore vintage delle tastiere di “Cocainium”, passando per le ispirate atmosfere di “Twinkler“ e “Eula”, e lo sciame ronzante dell’appassionante “Sea Lungs”.
Oltre a essere molto lontani dal passato i due album sono anche molto differenti tra loro. Lo sperimentalismo e la vena alternativa prendono il sopravvento in “Green”, che non è avvincente come il suo compagno “Yellow”, ma non manca di momenti creativi e degni di nota. La solida “Green Theme” introduce le atmosfere melanconiche e melodiche che prevalgono in canzoni come “MTNS. (The Crown & Anchor)” e “Collapse”, anche se senza dubbio l’atipica “Psalms Alive”, che unisce Post- Hardcore e ritmi elettronici, è la traccia più memorabile, grazie anche al potente finale strumentale.La maggior parte dei brani che ci propongono i Baroness in quest’album sono orecchiabili e cantabili, come “The Line Between”, ma non per questo noiosi o privi di una stratificata complessità. Certamente non tutte le tracce hanno lo stesso tasso di creatività, ma a “Yellow & Green” non manca senz’altro l’ispirazione, che unita a un songwriting di ottimo livello e una grande prestazione ci fa capire che la nuova strada intrapresa dal gruppo americano è piuttosto fertile, anche se non priva di qualche difetto. Infatti della voce di Baizley possiamo apprezzare la genuinità, ma bisogna ammettere che la sua estensione mostra dei limiti soprattutto nelle parti clean che in questo album sono assolutamente prevalenti.
I Baroness riescono a far progredire ancora una volta il loro suono, facendo un passo verso la maturità più che la commercializzazione. Ok, forse l’aggettivo “epico” è un po’ abusato dalla critica musicale, ma per un doppio album con ben 75 minuti di musica eclettica e ambiziosa come quella di “Yellow & Green” mi sembra assolutamente appropriato.Francesco “Forsaken_In_A_Dream” Cicero

Baroness – Yellow & Green


Genere:  Progressive Rock

Line-up:
John Baizley – Voce, chitarra, basso, tastiere
Peter Adams – Voce, chitarra
Allen Blickle – Batteria
Per un anteprima completa dell’album, vi esortiamo a collegarvi alla pagina bancamp ufficiale del gruppo.

Tracklist:
“Yellow”

  • Yellow Theme
  • Take My Bones Away
  • March to the Sea
  • Little Things
  • Twinkler
  • Cocainium
  • Back Where I Belong
  • Sea Lungs
  • Eula
  • “Green”

  • Green Theme
  • Board Up the House
  • Mtns. (The Crown & Anchor)
  • Foolsong
  • Collapse
  • Psalms Alive
  • Stretchmarker
  • The Line Between
  • If I Forget Thee, Lowcountry
  • Artisti simili consigliati: Unpersons, Torche, High On Fire, Mastodon, Black Tusk, Kylesa, Kvelertak