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The Aristocrats – Tres Caballeros

Dal 2011 gli Aristocrats sono ormai diventati una piacevole costante per le nostre orecchie affamate di novità; com'è noto, il supergruppo è formato da Guthrie Govan alla chitarra, Marco Minneman alla batteria e Bryan Beller al basso, ed è ormai arrivato alla pubblicazione del terzo album. "Tres Caballeros": un nom

Dal 2011 gli Aristocrats sono ormai diventati una piacevole costante per le nostre orecchie affamate di novità; com’è noto, il supergruppo è formato da Guthrie Govan alla chitarra, Marco Minneman alla batteria e Bryan Beller al basso, ed è ormai arrivato alla pubblicazione del terzo album. “Tres Caballeros”: un nome, un programma. L’album, come i due lavori precedenti, è composto da nove tracce e ogni componente della band ha composto tre tracce.Chicca per gli appassionati: l’LP è stato interamente registrato nei Sunset Sound Studio in cui hanno registrato in cui, tra i tanti, anche i Led Zeppelin hanno registrato il loro quarto album. La produzione infatti è fantastica, i suoni sono splendidi e si sente ogni sfumatura dinamica e sonora. A partire dalla copertina (resa fantasticamente da Tom Colbie, che ha stilizzato i tre musicisti in 8-bit) possiamo già cogliere alcune caratteristiche : – L’autoironia del gruppo, sempre alta, quasi a giustificare la loro immensa bravura tecnica e compositiva. Sono anche loro umani…o forse no?
– Il mood spaghetti-western che permea gran parte dell’ albumL’album si apre con “Stupid 7” (Minneman). Il brano è un mix geniale di reminiscenze country su sonorità decisamente metal. Minnemann si diletta con groove più “canonici”, infilando addirittura qualche blast beat e D-beat. Ottimo l’assolo di Moog…come? No, aspettate. È Govan che trasfigura la sua chitarra fino all’impossibile, ottenendo suoni al limite dell’umanamente concepibile. L’album prosegue alla grande con “Jack’s Back” (Govan), in cui le atmosfere mutano e assumono delle tinte noir, lo spettro di Morricone aleggia e sembra quasi di ritrovarsi in un mafia-movie degli anni ’70. Il successivo brano “Texas Crazypants” (Beller) – da notare la genialità dei titoli – parte col sound roccioso del pentacordato basso di Beller che si interseca con la chitarra di Govan in furiose svisate cromatiche, magistralmente sorrette dal drumming sempre preciso e fantasioso del sommo Minnemann. Siamo ormai alla primo terzetto e già si intuiscono le diverse peculiarità compositive dei tre: Minnemann funambolico e sfrenato, Govan raffinato e dal gran gusto, Beller muscolare e diretto. In “ZZ Top” (Minnemann)si sente per la prima volta una voce emergere, ma no, non c’è una linea vocale. È solo il solfeggio ritmico parlato (ovviamente dispari) che introduce a delle sonorità che mischiano sintetizzatori spaziali alle furiose pentatoniche blues.Piccola parentesi (apparentemente) pacata in mezzo a tutto questo marasma strumentale è “Pig’s Day Off” (Govan) in cui riecheggiano tanto ariose melodie á la Eric Johnson quanto solismi che ricordano il miglior Scott Henderson. L’aria più marcatamente tex-mex di tutto il lotto si respira sicuramente in “Smuggler’s Corridor” (Beller), con tanto di cori e colpi di frusta. Fenomenale. Notevole anche il suono di Govan, tanto nella ritmica dal sound tipicamente western al bellissimo assolo, quasi uno strumento a fiato. Ora, sarebbe impossibile descrivere accuratamente ogni brano: gli Aristocrats si riconfermano, e non c’era alcun dubbio al riguardo, una bellissima realtà. L’affiatamento è ormai alle stelle, i tre sono dei marziani che possono fare praticamente tutto ciò che vogliono coi rispettivi strumenti in mano (ma anche con polli di gomma e smartphone, come abbiamo ormai imparato). La cosa più positiva è come tre personaggi del genere si dimostrino veri Musicisti: nessuno vuole sopraffare l’altro e ogni nota, ogni stacco, ogni cambio di tempo, ogni solo è al posto giusto al momento giusto. Non è musica che si sente ogni giorno e non è scontato che per 58 minuti di puro strumentale gli Aristocrats ci tengano incollati alle nostre cuffie, lasciandoci la voglia di tornare nel loro cocente mondo a 8-bit.Pasquale Vaccaro Genere:  Fusion, Wester, Progressive, Jazz Tracklist:
1. Stupid 7
2. Jack’s Back
3. Texas Crazypants
4. ZZ Top
5. Pig’s Day Off
6. Smuggler’s Corridor
7. Pressure Relief
8. The Kentucky Meat Shower
9. Through The Flower Lineup:
Guthrie Govan: chitarra
Bryan Beller: basso
Marcus Minnemann: batteria