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Music Man Majesty, molto più di una semplice signature

Quando si parla di signature è sempre un discorso abbastanza particolare da fare, la signature è a tutti gli effetti uno strumento su misura che un artista si fa fare da un'azienda e che poi viene successivamente messo in vendita al “popolo”.Questa tipologia di strumento è a tutti gli effetti l’ idea, l'anima

Quando si parla di signature il discorso si fa sempre particolare, a maggior ragione se i nomi coinvolti sono quelli di John Petrucci e di Ernie Ball Music Man.

Questa tipologia di strumento è a tutti gli effetti l’idea, l’anima, l’espressione sonora dell’artista, infusa in un qualcosa di tangibile che deve rispettare le sue esigenze senza battere ciglio e senza mai arrivare a un compromesso.
In taluni casi però, abbiamo a che fare con artisti estremamente particolari, poliedrici e minuziosi studiosi delle sfumature sonore ottenibili, il che quindi non crea solo uno strumento personale, ma un qualcosa anche più che ottimale per altre necessità rispetto a quelle dell’artista in questione.

È davvero questo il caso del chitarrista dei Dream Theater, per molti una vera divinità della musica scesa in terra: perché quindi il suo strumento dovrebbe essere di nicchia?
Oggi parliamo dunque della Majesty 2018 del marchio distribuito da Eko Music Group, e di come non sia solo “la chitarra di Petrucci”.

Music Man Majesty, molto più di una semplice signature

CONSIDERAZIONI ESTETICHE

Già da un punto di vista strettamente estetico, non solo per questo modello in particolare ma proprio nel 2016/2017 (anno di uscita di questo nuovo design della Majesty), si può dire che questa chitarra è in tutto e per tutto un esercizio di stile.
Sono state studiate quasi tutte le forme della versione precedente, la quale era alla fine una flat top con una sua forma caratteristica (ma per alcuni sempre vicina alla stratoide), e oggi la Majesty ha una sua forma in tutto e per tutto personale, risultando sempre intrigante, piccola e slanciata, ergonomica e spaventosamente leggera.

La finitura trasmette particolari sensazioni per la tipologia di colori: si è voluto puntare a delle verniciature esclusivamente opache, con anche il manico verniciato in tinta, un pò fuorviante per il chitarrista perchè dà l’impressione di un giocattolo, anche se ovviamente proprio questo non è affatto.

L’impressione a colpo d’occhio vedendo questi colori quasi pastello (esclusi l’Arctic Dream che è qualcosa di fantastico, una vernice iridescente che simula l’aurora boreale come colori) non è proprio la cosa più bella da vedere, le successive serie Monarchy e Artisan sono delle opere d’arte a livello estetico sia come scelta di legni che come verniciature, una coadiuvazione forse più classica ma con un impatto estetico decisamente superiore.

Music Man Majesty, molto più di una semplice signature


CONSIDERAZIONI TECNICHE

La dotazione dello strumento è al di fuori di ogni standard che si vede di solito, anche su altri strumenti di fascia alta: parliamo di una di quelle chitarre che possono essere definite full-optional in tutti i sensi, soprattutto per le possibilità date dalla sua elettronica.

Cominciamo dando un’occhiata alle caratteristiche tecniche:

  • Corpo in legno di tiglio con piano in acero e manico in mogano
  • Ponte Custom Design John Petrucci Music Man® Tremolo piezo, realizzato in acciaio nero opaco temperato con sellette in acciaio inossidabile
  • Scala: 25-1 / 2 “(64,8 cm)
  • Radius: 17 “(43,2 cm)
  • 24 tasti a profilo Jumbo Medium in acciaio inossidabile
  • Larghezza del manico: 1-11 / 16 “(43,0 mm) sul dado, 2-1 / 4” (57,2 mm) sull’ultimo tasto
  • Manico in mogano Honduras con finitura opaca
  • Tastiera in ebano
  • Marker personalizzati JP Majesty Inlays
  • Meccaniche Schaller M6-IND con sistema di bloccaggio
  • Truss rod regolabile senza alcuna rimozione di componenti o corde

Circuito elettrico
La parte che gestisce il percorso di segnale dei due magneti è molto complessa dal punto di vista strutturale, non per motivazioni di cattiva ingegnerizzazione ma per soddisfare le richieste decisamente alte rispetto alla media di qualsivoglia artista, anche quelli di grande calibro.

Infatti, solo per la dotazione onboard di questo strumento, abbiamo sì il classico controllo toggle custom a tre vie (molto accessibile, leggermente più comodo di quelli che trovo in commercio aftermarket) ma abbiamo anche:

  • Un Mag Boost – Un booster trimmabile che permette di avere quasi un +20 dB con attivazione push pull, è un circuito separato che funziona alla fine di tutta l’ elettronica, quindi è utilizzabile anche durante l’utilizzo del Piezoelettrico
  • Un separatore di volume per il piezo – Un sistema di switch che permette, utilizzando un apposito cavo stereo, permette di utilizzare da un lato il suono del pickup ceramico e dall’altro il piezoelettrico (nella modalità blend)
  • Equalizzazione del Piezo – I controlli di bassi e alti della parte piezoelettrica consentono un’equalizzazione decisamente utile, quantomeno per avere la giusta dose di chiarezza per determinate parti di ballad o arpeggi che lo necessitano
  • Mixer della sezione Piezoelettrica – Il controllo della miscelazione del segnale del piezoelettrico con quello del pickup ceramico permette di poter equilibrare le due tipologie di suoni secondo le proprie esigenze per evitare che alcuni suoni risultino troppo ingombranti rispetto ad altri.

Il secondo switch a tre vie, messo sulla sezione del “corno” del body, compone la parte di utilizzo del piezoelettrico, a partire dal basso abbiamo queste opzioni:

  • Switch in basso – solo pickup ceramico
  • Switch in mezzo – piezo miscelato al pickup ceramico
  • Switch in alto – solo piezo.

L’intero circuito è composto da due PCB principali e un’altra ausiliaria per permettere l’invio del segnale stereo per la separazione del piezoelettrico. Il tutto può risultare un pò complesso da comprendere, non è il circuito che vedi nelle chitarre tradizionali, però la costruzione sembra utilizzare materiali elettronici di buon livello e duraturi (parliamo di tutto il comparto di resistenze e condensatori), a partire dal condensatore per il treble bleed fino ai potenziometri da 500k che hanno una bella escursione e fanno il lavoro che devono.
Interessante la schermatura elettronica del coperchio del corpo rivestita in resina acrilica grafite e l’utilizzo di vernice conduttiva. 

Il segnale è gestito da una coppia di DiMarzio Illuminator, pickup ormai storici e disegnati per John Petrucci dal 2013. Sono dei magneti ceramici che nascono già con la predisposizione per lo splitting (quindi con i cosiddetti quattro cavetti) con un output di 410 Mv e una resistenza di 10.56 kOhm, in una configurazione organizzata in questo modo:

  • Posizione 1 – Pickup al manico
  • Posizione 2 – Entrambi i pickup in parallelo
  • Posizione 2 Split – Entrambi i pickup splittati in parallelo con in uso le bobine esterne
  • Posizione 3 – Pickup al ponte

CONSIDERAZIONI SONORE

Qui il discorso prende una strada totalmente diversa, come già anticipato non voglio prendere in considerazione questo strumento semplicemente come la signature di Petrucci (anche perchè basta lui a dimostrare come suona sui brani dei Dream Theater). Cerchiamo quindi di fare un discorso leggermente più ampio: cosa posso fare con la chitarra di Petrucci, oltre ai Dream Theater?

La catena audio che ho utilizzato per le analisi spettrografiche che seguono prevede la Music Man Majesty collegata a un’interfaccia Arturia Audiofuse tramite cavo Linfaudio Platinum Way.

Music Man Majesty, molto più di una semplice signature

Analisi di frequenza Posizione 1

Posizione 1
Il volume di uscita è abbastanza abbondante, nonostante l’altezza tra i due pickup sia leggermente diversa, ma il sound generale è tutt’altro che aggressivo: un suono molto pieno ma dinamico, leggermente arioso per alcuni tratti, ma molto presente.

Risponde in maniera estremamente rapida alla plettrata, e anche spingendolo con il gain si ottengono sonorità estremamente nitide e precise, senza avere suoni ingolfati.
Forse l’unica pecca è che ha un timbro leggermente scuro, questo può piacere o meno, ma il gioco con il potenziometro del tono aiuta non poco a gestire il tutto.

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Analisi di frequenza Posizione 2

Posizione 2
La posizione che utilizza entrambi gli Humbucker lavora in parallelo, questo garantisce di non avere un volume in uscita esagerato, così da evitare di dover lavorare troppo sulle altezze dei pickup creando così dislivelli indesiderati.

Il risultato coadiuva la pienezza del manico con il sound decisamente più arioso e leggermente più aggressivo di quello del ponte, garantendo uno spettro molto equilibrato. Come si evince dall’analisi in frequenza, lo spettro ha solo alcuni picchi ben definiti: uno nella zona delle basse frequenze, un altro nelle medio basse e un altro nelle medie frequenze; per il resto tutto lo spettro arriva quasi allo stesso livello.

Questa è sicuramente una delle combinazioni più interessanti da utilizzare per percepire appieno l’intera gamma sonora e dinamica dello strumento.

Music Man Majesty, molto più di una semplice signature

Analisi di frequenza Posizione 2 Split

Posizione 2 Split
Una delle posizioni che si avvicinano al sound di una Strato: sembra strano da dire ma questa tipologia di suono è molto simile al suono del pickup al manico e al ponte insieme, come avviene in alcune modifiche circuitali che vengono fatte per utilizzare lo stesso circuito di David Gilmour.

Si avverte un sound leggermente compresso, con una buona dose di twang che è tipico del segnale della bobina singola, ma senza alcun rumore di fondo, non si sente alcun disturbo di alcun tipo, molto probabilmente per via di qualche schermatura all’ interno del circuito o con una barra di metallo sotto al magnete.

Si arrivano a ottenere sonorità molto interessanti con un sound tagliente ma non estremamente nasale, entrambi i magneti lavorano in parallelo, riuscendo ad avere uno spettro più completo e un output molto più dolce.

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Analisi di frequenza Posizione 3

Posizione 3
Per la posizione al ponte abbiamo un magnete con una spinta decisamente generosa ma con una spiccata espressione dinamica, ha un sound che definirei quasi classico, non eccessivamente estremo su alcune tipologie di sonorità. Buona la dose di punch e suona molto “tondo”, anche per via del suo spettro molto equilibrato, anche se a orecchio sembra essere anche troppo abbondante di alte frequenze.

Questa cosa può essere corretta avendo un buon controllo del tono direttamente on board, perché il controllo di master tone ha un’escursione molto ampia, e si passa facilmente da uno sound scurissimo a un “tutto aperto”, o anche provando a utilizzare altri condensatori, ma è comunque molto meglio giocare sul tono, mantenendolo sui 6-7 come valori si ottiene un equilibrio perfetto.

Decisamente interessante e molto diverso da quello che mi aspettavo, si presta anche a generi molto meno estremi del metal, dalle sfumature dell’hard rock fino al classic rock senza farsi troppi problemi, un humbucker poliedrico, molto nitido, non fuzzoso e abbastanza morbido da poter giocare bene con la dinamica.

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Analisi di frequenza Piezo

Piezo
Il sound generale del piezo è molto spinto sulle medio basse, non ha una fortissima presenza di alte frequenze ma non risulta essere molto compresso nè fastidioso, fa egregiamente il suo lavoro e riesce a non essere invadente quando viene miscelato con il segnale “elettrico” dello strumento.

Il risultato è un sound potente, estremamente preciso, riesce a uscire fuori dal mix da solo senza alcun supporto di booster di alcun tipo, si riesce ad avere sonorità non troppo artefatti e risultati sonori decisamente convincenti.
L’analisi in frequenza parla chiaro: la sezione delle medie e medio-basse frequenze è molto pronunciata, nonostante la composizione dell’eq del piezo sia stata lasciata flat, inoltre il volume è molto abbondante e va decisamente tenuto a bada (dal trimmer, non solo da quello del potenziometro)

In conclusione, quello che si evince è che la Majesty non è la tipica chitarra “da metallaro”, non ha un sound spintissimo e gestibile solo con distorsioni compresse: è invece uno strumento dal carattere estremamente rock, con sfaccettature forse anche pop per alcuni versi, non ci si ferma solo a brani di un determinato genere, ma si riesce a spaziare, dopo averci preso la mano, verso tantissimi altri contesti del genere rock addicted.

Music Man Majesty, molto più di una semplice signature

CONSIDERAZIONI ECONOMICHE

Arriviamo alla nota più dolente: è una chitarra molto costosa, con un prezzo di acquisto da top di gamma, oltre ci sono solamente le Ball Family Reserve, le nuove Monarchy e le Artisan.
Street price di 3500 euro, al pari dei custom shop di tutti i marchi conosciuti, da Fender a Schecter a Gibson e per alcune Suhr, ma paragonare i modelli non è una cosa fattibile per un motivo molto semplice: questo è uno strumento diverso, non è la solita stratoide, non è quello strumento che assomiglia a un altro ma è fatto meglio.

La Majesty ha il suo design e il suo carattere, si sta acquistando uno strumento molto diverso da tutti quelli che probabilmente si hanno (se non casi molto più particolari, soprattutto artigianali), se si considera la dotazione estremamente poliedrica, con costruzione da top di gamma con una selezione di legni non da poco, il prezzo non è così folle rispetto ai competitor.

Ovviamente non è una chitarra che si acquista a cuor leggero, il mio consiglio prima da persona che da appassionato di strumenti è quello di provare, provare e ancora provare fino allo stremo per poi dire sì, chiudersi in uno dei tanti negozi che trattano il marchio (come ad esempio Dream Music Studio e Your Music a Roma, Tomassone sempre nella Capitale e a Bologna, Centro Chitarre a Napoli, Lucky Music a Milano) e uscirne anche dopo qualche ora.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Pro: dotazione full optional; ergonomia generale; morbidezza del ponte; poliedricità.
Contro: finitura un pò plasticosa alla vista; va studiata a fondo prima dell’acquisto.

Un aspetto da non sottovalutare, anche in prospettiva e anche al di fuori delle possibilità timbriche, è che la costruzione è tale da garantire una solida continuità per tanti, tanti anni.
Questo, in aggiunta al fatto che lo strumento riesce a coprire una vastissima gamma di suoni dimostrandosi estremamente versatile, mi fa considerare che difficilmente si potrebbe chiedere di più da una chitarra rispetto a quanto la Majesty sia in grado di offrire.