HomeStrumentiChitarra - Test & DemoStrymon Magneto, un supereroe a tutti gli… effetti

Strymon Magneto, un supereroe a tutti gli… effetti

Un nome ambiguo, Magneto, non sai bene cosa aspettarti. Sembra un richiamo a qualche personaggio da fumetto, ma non ti dice nulla di concreto.

Poi leggi il produttore, Strymon, e già ti cominciano a solleticare le mani e le orecchie, immaginando cosa possano aver partorito stavolta. Apri la confezione, ti aspetti qualcosa di pesante come un… magnete, e invece no, per niente: ti ritrovi nelle mani una scheda elettronica relativamente piccola, leggerissima, con un pannello pieno di manopole, qualche pulsante e molti ingressi e uscite.

Se non hai mai toccato un oggetto appartenente al mondo modulare potrebbe essere un’esperienza quasi fuorviante, ma inizi ad osservare le serigrafie, e capisci che ci sarà da sudare. E da divertirsi.

Strymon Magneto

Strymon si è voluta cimentare con il mondo degli strumenti modulari, e lo ha fatto iniziando proprio con Magneto, un Tape Echo/Looper di natura digitale che però vanta, come vedremo, un carattere molto poco digitale (se lo si vuole). Il formato Eurorack è quello scelto, e non poteva essere altrimenti, data la diffusione che ormai questi strumenti hanno raggiunto tra gli amanti dei sintetizzatori modulari.

Un Echo, dicevamo… certamente l’aspetto più immediato di Magneto. Fatti i collegamenti (in questo caso la sorgente sonora utilizzata è un sintetizzatore con un timbro modulato da un arpeggiatore) si cominciano a ruotare le manopole: la regolazione separata di Dry e Wet permette di trovare subito un bilanciamento ottimale, mentre per la manopola principale, che gestisce la velocità delle ripetizioni, bisogna sperimentare un po’ per orientarsi, ma il piccolo opuscolo in dotazione fornisce informazioni chiare e dirette, quindi nessun dramma.
Ognuna delle quattro testine (simulate) vanta un controllo di volume indipendente dalle altre, oltre ad uno switch che ne attiva il feedback; tramite la spaziatura tra le testine (controllabile con il pulsante Tap) e la velocità del nastro possiamo ottenere diversi tempi di ritardo.

Strymon Magneto

La spaziatura delle testine può essere gestita tramite uno switch a tre posizioni, sul lato sinistro del pannello, in cui si nasconde una delle caratteristiche più particolari dello strumento: le prime due simulano le testine posizionate in modo da dare ripetizioni rispettivamente “even”, ovvero su un tempo “quadrato”, oppure “triplet”, quindi su tempo sincopato.

La terza possibilità invece attiva un algoritmo di Pitch Shifting, che lavora con gli stessi parametri riguardanti il tempo di ritardo, ma ovviamente con risultati molto differenti: il segnale in ingresso viene infatti “suddiviso” tra le varie testine, ognuna delle quali lo traspone in modo diversificato. È possibile così creare delle textures molto variabili non solo in senso ritmico ma anche armonico, e sconfinare in territori sperimentali o atonali è praticamente garantito.

Un altro switch posto dall’altro lato del pannello permette di spazializzare il suono in uscita secondo tre modalità, indirizzando le testine a sinistra o destra secondo schemi predefiniti, ed aumentando così l’effetto di ampliamento del fronte sonoro.

Strymon Magneto

Il carattere sonoro di Magneto si dimostra davvero versatile. La sua natura digitale gli permette di produrre sonorità cristalline, ma grazie a parametri come Low Cut, Tape Age, Crinckle, Wow&Flutter (che simulano vari gradi di deterioramento del nastro, e regolabili tramite gli appositi knobs presenti nella parte più bassa del pannello) è possibile via via ottenere timbriche più scure e sporche, tipiche delle macchine analogiche da cui Magneto trae ispirazione.
Inoltre, a questo proposito non è da sottovalutare la gestione del livello del segnale in ingresso, che permette anche di saturare leggermente la circuitazione interna per ottenere lievi distorsioni che contribuiscono a donare “calore” al risultato finale.

Una gradita aggiunta nella catena del segnale è la presenza di uno Spring Reverb, digitale ovviamente, ma molto ben suonante, che contribuisce alla resa “organica” del suono, e può essere utilizzato in abbinamento o anche indipendentemente dall’echo per creare textures ancora più avvolgenti e coinvolgenti, senza dover scomodare altro hardware.

Strymon Magneto

Le funzionalità di Looper e Phrase Sampler sono altre due sfaccettature delle capacità di Magneto, e sono dedicate a chi si voglia spingere un po’ più in là con la sperimentazione sonora. In entrambe le modalità rimangono attive le testine virtuali con cui gestire i ritardi, così come il riverbero a fine catena.
Quattro pulsanti dedicati facilitano la gestione di eventuali spezzoni registrati, ampliando lo spettro di utilizzo di Magneto, ma probabilmente il sapiente utilizzo combinato di tutte le features relative ai ritardi è il miglior modo per mettere a nudo le sue caratteristiche peculiari e più interessanti e sfruttabili nella pratica musicale.

L’ampia dotazione di connessioni audio e CV permette al piccolo Strymon di interfacciarsi con successo con il mondo esterno, sia con altri moduli in formato Eurorack sia strumenti “ordinari” (in quest’ultimo caso sarà meglio avere qualche adattatore a disposizione).

Corre l’obbligo a questo punto di ringraziare sentitamente gli amici di Midiware, i quali sono stati così gentili da procurarci un Arturia RackBrute per consentirci di svolgere il test di Magneto al meglio.
Il RackBrute, qui in versione 3U (ma disponibile anche in un formato più grande, il 6U) rappresenta un’ottima soluzione per chi volesse avvicinarsi al mondo modulare, ad un prezzo accessibile. Esso infatti è un “involucro” che può racchiudere diversi moduli, provvedendo a fornir loro la corretta alimentazione per il funzionamento (+12V, -12V e +5V) oltre che protezione per l’eventuale trasporto.
Realizzato in alluminio e dotato di fianchetti in legno, è molto semplice da assemblare e anche in studio può essere una valida aggiunta dal punto di vista estetico.

Strymon Magneto

La qualità dei precedenti prodotti Strymon è stata interamente trasferita, se non migliorata, in questo piccolo Magneto, sia dal punto di vista costruttivo che da quello sonoro.
Esso rappresenta un validissimo tool creativo, soprattutto in fase di performance (anche dal vivo), riuscendo a donare un tocco di spazialità e calore a qualsiasi materiale sonoro gli si voglia far passare attraverso. Come previsto, si suda un po’ per domarlo fino in fondo, ma il divertimento è davvero garantito. Non vi resta che provarlo!

Maggiori informazioni sul sito del distributore ufficiale, Backline.