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Si va nell’iperspazio con Earthquaker Space Spiral

Non arriva dallo spazio profondo ma dall'Ohio uno dei pedali che vi farà immergere gambe, braccia e chitarra nelle più dilatate e calde atmosfere di delay/echo, con le immancabili modulazioni in coda che tanto hanno alimentato le autostrade della musica di innumerevoli generi e stili, fino agli estremi della psichede

Non arriva dallo spazio profondo ma dall’Ohio uno dei pedali che vi farà immergere gambe, braccia e chitarra nelle più dilatate e calde atmosfere di delay/echo, con le immancabili modulazioni in coda che tanto hanno alimentato le autostrade della musica di innumerevoli generi e stili, fino agli estremi della psichedelia e della noise. Il suo nome è Earthquaker Space Spiral.

Avvistamenti alieni, cerchi nel grano, incontri ravvicinati e viaggi nello spazio, certo sono racconti che non mancano nel passato dello Stato americano suddetto e chissà se qualcuno, sentendo suonare ad alto volume questo pedale, magari unito a un fuzz, sarà portato a pensare a qualche atterraggio UFO nelle vicinanze.
Ma, tornando coi piedi per terra, eccoci di fronte a un’altra interessante “scatoletta” per i nostri piedi, costruita dalla Earthquaker Devices e distribuita in Italia da Audio Distribution Group.

Il marchio USA è noto per essere tutto fuorché banale, mischiando spesso a un effetto base altre possibilità sonore, effetti secondari così da creare dei pedali unici capaci di soddisfare sia i più normali e miti utilizzatori, sia i cacciatori di “mostri sonori” della miglior specie.

Chiariamo subito le cose, se cercate la netta precisione del calcolo digitale, forse non è questo l’oggetto che si adatta maggiormente a voi. Ma se siete degli estimatori delle sonorità da tape echo, con quei suoni avvolgenti, caldi, “dark”, in parte non sempre prevedibili e proprio per questo estremamente creativi, allora fateci più di un pensierino.
I tempi di delay vanno da 30 a 600 millisecondi. Dallo slapback alla voce cosmica degli anelli di saturno, insomma.

Si va nell'iperspazio con Earthquaker Space Spiral

I controlli sono:

TIME, come dicevamo da 30 a 600ms e se vi piace far urlare il vostro amplificatore provate a impostare le ripetizioni al punto di auto-oscillazione e a muovere questo controllo, ne sentirete delle belle
REPEATS, fino a ore 3 il potenziometro aumenterà le ripetizioni in coda, nell’ultimo quarto di giro si entra nella suddetta oscillazione, il che significa mani salde sul potenziometro e occhio a non esagerare per la salute dei vostri speaker, ma c’è da divertirsi
MIX, la quantità tra segnale effettato e dry
DEPTH, con questo potenziometro si controlla la modulazione in coda
SHAPE, qui si entra nel campo della forma d’onda, da triangolare a onda quadra
RATE, è la velocità della modulazione

Si va nell'iperspazio con Earthquaker Space Spiral

Il pedale si alimenta a 9 volt DC e per l’occasione abbiamo scelto il versatile alimentatore Strymon ZUMA. una garanzia di qualità per la “sete” dei nostri amati pedalini.

Al timone del test troviamo Alberto Lombardi, che con una bellissima Fender Telecaster ci fa ascoltare qualche suono di questo Earthquaker Space Spiral, le cui potenzialità, soprattutto una volta inserito in catena con altri effetti, sono praticamente infinite.
E non scordatevi che in questo caso noi parliamo “solo” di chitarra, ma nulla vieta di collegarlo a qualsiasi altro strumento, analogico o digitale che sia: bassi, tastiere, synth, drum machine, quello che volete!

Ecco il link alla Photogallery