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Strumentazione del turnista: Stratocaster

Un carissimo saluto a tutti gli amici di MusicOff, è un piacere tornare a scrivere dopo un periodo estivo/autunnale fatto di tanta musica live; dopo il primo articolo pubblicato alcuni mesi fa, "E ora è il vostro turno", dove ho descritto un po' da varie prospettive la figura del musicista turnista in ambito principa

Un carissimo saluto a tutti gli amici di MusicOff, è un piacere tornare a scrivere dopo un periodo estivo/autunnale fatto di tanta musica live; dopo il primo articolo pubblicato alcuni mesi fa, “E ora è il vostro turno”, dove ho descritto un po’ da varie prospettive la figura del musicista turnista in ambito principalmente pop, mi è parso interessante e divertente approfondire uno degli step che avevo trattato, il terzo, che riguardava la scelta della strumentazione in base al tipo di situazione lavorativa e ludica che ci viene proposta. La scelta è riguardante il tipo di chitarre da utilizzare, gli amplificatori e l’effettistica (pedali analogici, digitali, rack).

In questa prima parte vi parlerò del mio approccio alla scelta e all’utilizzo delle chitarre elettriche. Quali chitarre e quali caratteristiche sonore in un ambito prevalentemente pop e non solo. Come tutti avremo avuto modo di vedere sbirciando su internet o in tv negli svariati guitar rigs dei nostri chitarristi preferiti, ci saremo accorti che chi fa il turnista, tranne casi particolari, possiede un set di chitarre elettriche generalmente costituito da una o più delle seguenti menzionate: Stratocaster, Telecaster, Les Paul, semiacustica (335 o simili). Non è detto che si debbano per forza possedere tutte ma sicuramente varie tipologie di chitarre permetteranno di avere a propria disposizione maggiori sfumature sonore.

La prima chitarra di cui vi parlo è la tanto conosciuta e amata Stratocaster. La “strato” (così chiamata confidenzialmente) nacque nel 1954 dalla mente geniale del grande Clarence “Leo” Fender, che tutti conosciamo. In base alla mia personale esperienza posso dire che tra i vari modelli, la strato è la chitarra che più utilizzo e quella che ritengo più versatile tra tutte, sia in situazioni live che in registrazione. Sicuramente ciò è dovuto alla presenza dei tre single coil e alle 5 posizioni del selettore che le garantiscono una “palette” di colori e sfumature abbastanza varie da renderla a proprio agio in molte situazioni.

Personalmente la utilizzo spesso con un Vox AC30 o un Hiwatt Custom 100 utilizzando dei pedali per ottenere dei crunch o delle distorsioni, e specie nei live con una bellissima testata Masotti X100M del grande Pierangelo Mezzabarba, dove invece crunch e distorsioni sono per lo più quelli validissimi della testata stessa. Passiamo al sound della Stratocaster e a come generalmente la utilizzo in contesto pop.

Con lo switch in posizione 2 è possibile ottenere degli arpeggi puliti o leggermente sporchi veramente molto belli e tipici di sonorità brit-pop. Un esempio si può ascoltare sul brano “Sospeso” di Jo M, cantautore catanese con cui ho collaborato live e in alcune registrazioni. Al minuto 1:38 parte il ritornello con delle triadi arpeggiate appunto con la strato in posizione 2, un leggero overdrive e un Vox AC30 che di suo ha quel sound tipico tra un cruch accennato e un pulito dal carattere molto personale.

Se ascoltate bene l’arpeggio, noterete che il suo sound è comune a quello di tanti brani famosi del pop rock di stampo britannico. Sempre nello stesso brano è possibile ascoltare la stessa strato con un fraseggio basato su delay reverse, ma il suono essendo abbastanza effettato non mostra palesemente le caratteristiche sonore proprie dello strumento. Durante i live o in registrazione amo utilizzare anche la posizione 4 che accoppia pickup centrale e pickup al ponte. Insieme ad un leggero overdrive si riesce ad ottenere un interessantissimo sound non proprio clean ma “dirty clean”, sporco, da utilizzare in accompagnamento con degli arpeggi o anche con delle ritmiche.

Entrambe le posizioni, che da pulite hanno quel certo “twang” tipico, in saturazione rendono arpeggi e ritmiche veramente interessanti mantenendo scandita ogni singola nota che si va a suonare. Opto molto spesso per la posizione 4 anche in gran parte dei soli che faccio durante i live, perché rispetto alla posizione 5 dove viene utilizzato solo il pickup al ponte, riesco ad avere un suono più corposo e meno acido, seppur brillante.

Per i soli utilizzo anche il pickup al manico, posizione 1, ma principalmente quando devo affrontare dei soli piu bluesy con un suono pulito o con un leggero crunch. La “rotondità” tipica di questa posizione a mio gusto un po’ si perde con distorsioni più marcate e compresse, rendendo il suono meno aperto, sacrificando un po di armoniche. Ciò non accade con la posizione “centrale + ponte” perché l’influenza del pickup al ponte rende il suono più presente nelle medio alte frequenze seppur come già detto prima senza eccessiva asprezza.

Durante alcuni live, un bellissimo e divertente uso che amo fare della posizione 5 della strato, ossia del pickup al ponte, è ad esempio durante l’esecuzione di uno storico brano di Patty Pravo, “La bambola”, dove il riff portante del brano, eseguito dalla chitarra, ha quella sonorità tipica da chitarra surf. Alla 007 per intenderci!

Potete ascoltare il risultato qui sotto nel sample che ho registrato dove ho usato la strato con lo switch in posizione bridge pickup e una plettrata più vicina al ponte. Il tutto condito da un delay slapback con ripetizioni molto brevi che rende ancora più colorito e interessante il fraseggio di per sé semplice.

Nel prossimo appuntamento vi parlerò di un’altra storica chitarra concepita sempre dalla mente geniale di Leo Fender. Indovinare quale non sarà affatto difficile… Stay tuned, stay MusicOff!

Gianluca Rescica