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Un’amica di nome Carole King

19 giugno 1971, al numero uno delle classifiche americane sale Tapestry, secondo album solista di Carole King.

Nata a Brooklyn, New York, il 9 febbraio del 1942, Carole King (insieme al marito Gerry Goffin) forma una delle coppie di autori di maggior talento di quella piccola fabbrica della musica chiamata Brill Building.

Dal 1961 al 1968, Goffin & King firmano una dozzina di brani che vanno in cima alle classifiche. Frutto delle loro magiche penne hit come “The Loco-Motion” (cantata dalla loro colf, Eva Boyd, che diventa famosa con il nome d’arte di Little Eva) o “Upon The Roof” dei Drifters, “Will You Love Me Tomorrow” delle Shirelles o “You Make Me Feel Like A Natural Woman”, portata al successo da Aretha Franklin.
Alla fine degli anni 60, dopo aver divorziato da Gerry Goffin, Carole si trasferisce in California. Lì, spinta dall’amico James Taylor, trova finalmente il coraggio di cantare le canzoni che scrive.

Un'amica di nome Carole King

Dopo l’esperimento con il trio The City (insieme al nuovo marito Charles Larkey e al chitarrista Danny Kortchmar) e a seguito del deludente debutto solista “The Writer”, Carole (sotto l’esperta produzione di Lou Adler) nel marzo del 1971 pubblica “Tapestry”. È il più grande successo della sua carriera: l’album vende 13 milioni di copie solo quell’anno, vince 4 Grammy e proietta la signora King nell’Olimpo della canzone d’autore americana.

Tra i bellissimi brani presenti, spicca “You’ve Got A Friend“, deliziosa ballad che è anche una tenera dichiarazione d’affetto in cui il tradizionale valore della coppia è sostituito dal principio dell’amicizia che trascende ogni pregiudizio. Tanto che i due innamorati sanno di poter contare, uno sull’altro, anche senza vivere sotto lo stesso tetto.

“Scrivere You’ve Got A Friend”, ricorda Carole King, “è stata una delle esperienze più incredibili della mia vita: si è trattato di ispirazione pura. L’ho composta al volo, così come sgorgava dal cuore. Mi sono seduta al pianoforte e, in meno di un’ora, è nata una delle più belle canzoni del mio songbook”.