HomeMusica e CulturaArtisti - SpecialTour Diary: assaltiamo col Rock le terre napoleoniche

Tour Diary: assaltiamo col Rock le terre napoleoniche

Siamo arrivati in Francia, i viaggi sono sempre più intensi e stancanti, la fatica si accumula e non è semplice gestire tutto. Fa parte del gioco però, e noi giochiamo, in ogni caso, dobbiamo!

Siamo arrivati in Francia, i viaggi sono sempre più intensi e stancanti, la fatica si accumula e non è semplice gestire tutto. Fa parte del gioco però, e noi giochiamo, in ogni caso, dobbiamo!

Arriviamo a Lione in mattinata, al Ninkasi, un club molto grande con due sale, disposto su due “mezzi livelli”. La nostra sala, circa 800 persone di capienza, è carina, underground ma bella.
Il venue manager si presenta, ci spiega orari e disposizioni della giornata e ci introduce anche il promoter francese che ha in carico le date di questa sera e domani.

Io purtroppo, dal giorno prima (maledetto dayoff, sempre a Lione), sto piuttosto male: ho delle fitte fortissime al fianco sinistro, pesantezza e non vado in bagno da più di 24 ore, mi preoccupa l’ipotesi di un blocco intestinale.
Mi butto quindi subito nel backstage, camomilla (preceduta da fermenti e antispastico per i dolori) e mi distendo un pò.

Mi risveglio mezz’ora prima del check. La situazione non è cambiata molto, sempre molto dolorante, e ogni piccolo movimento mi dà fastidi.
Inizio a pensare che il concerto della sera sarà problematico, ma vabbè, abbiamo detto che siamo in ballo…

The Shiver live in France

Procediamo al check con i tecnici del locale, molto gentili, e lo portiamo a casa. Il sound è buono, sia fuori che sullo stage che nelle mie orecchie. Torniamo su e io ne approfitto ancora per riposare, sperando mi giovi. Salto sia pranzo che cena e continuo con la camomilla. Purtroppo nulla di tutto ciò fa effetto e mezz’ora prima di suonare faccio persino fatica a cambiarmi per i crampi.

Con un bel pò di fatica mi cambio, faccio un po’ di respirazione e, niente, è il nostro turno!
Il locale è sold-out, il pubblico, contrariamente alle mie aspettative, molto molto caldo.

Io faccio un po’ fatica all’inizio, poi in qualche modo riesco a sciogliermi e a trovare una mia strada per portare a casa la data dando comunque un bell’impatto visivo (suoniamo rock, e non è possibile farlo da fermi o dando meno di quello che il pubblico si aspetta).
Non che stia bene, i crampi proseguono, ma alla fine l’adrenalina comunque la spunta e per gli ultimi pezzi mi sento meglio.

The Shiver live in France

Il concerto va davvero bene: il pubblico, come detto, è presissimo e segue perfettamente i nostri input, bellissimo!
Finiamo il live contentissimi, io un pò meno, avrei voluto dare ancora di più.

Torniamo su e ci rilassiamo, nell’altra sala del locale inizia una sorta di party, ci passiamo io e Mauro per andare a prepararci per il merchandising dove arriviamo puntualissimi alla fine del concerto dei The Rasmsus.
Purtroppo dopo una ventina di minuti io non resisto più e torno su. Oggi è proprio una brutta giornata.

Contrariamente alla norma, non abbiamo il servizio solito di facchinaggio ma Finch e Mauro ricaricano praticamente da soli tutto il van lasciandomi riposare. Si chiama team!
È fondamentale vivere queste esperienze con persone positive e sensibili, loro li conosco da non molto ma lo sono. Questo giova a me, a noi, alla band e a quello che riusciamo a trasmettere sul palco!

Da Lione ci mettiamo subito in viaggio verso Strasburgo, sono circa 5 ore di viaggio con il van, come al solito ci anticipiamo e partiamo subito.
Io ho una sensazione mista tra fame atomica (sono praticamente a digiuno da più di 24 ore) e dolore. Fantastico.
Ci fermiamo a riposare nella notte in un’area di sosta e il giorno seguente ci svegliamo vicinissimi a un fast-food per la colazione. Mi sento leggermente meglio al risveglio e questo mi dà un bel pò di energia positiva, anche e soprattutto psicologica che ieri mi era davvero mancata.

The Shiver live in France

Colazione super-fast e ci rimettiamo subito in viaggio. Mancano circa 2 ore a Strasburgo e, come sempre, vogliamo essere puntuali!

C’è traffico ma ce la facciamo, eccoci arrivati a La Laiterie, un club poco distante dal centro di Strasburgo. Qui lo staff è diciamo “abbondante” e non abbiamo problemi con il load-in della strumentazione. All’ingresso un bel poster ci ricorda che recentemente Steven Wilson è stato qui, tanto per dire. Prendiamola a ridere altrimenti sale l’ansia…
Io chiamo subito Francesco, uno dei miei migliori amici, che vive a Bruxelles e oggi verrà con la sua ragazza e un altro amico a vederci. Ci diamo appuntamento alla fine del check, intorno alle 17:15.

Il locale è davvero bello, stupenda anche la strumentazione sia FOH che sul palco; con molta gentilezza assecondano tutte le richieste tecniche presenti sul rider e anche qualche piccola richiesta extra. Molto bene.

Il check, come già anticipato, va benissimo. Sento Francesco e ci diamo appuntamento in una birreria a 15min a piedi dalla venue. Mi incammino. Arriviamo, ci salutiamo e racconto un po’ di questo tour, come va, la stanchezza, l’euforia, e tutto quello che c’è da dire tra due amici che ormai vivono a molti km di distanza.
Beviamo una birra e un’oretta dopo per me è tempo di tornare indietro. Cerchiamo sempre di avere (almeno quando non finiscono i taxi…) un’oretta scarsa di relax assoluto prima del live per cambiarci, lavarci, concentrarci.

The Shiver live in France

Appena rientrato nel locale, dopo un’altra rischiosa ma audace mia scelta di bere un bel tazzone di caffè caldo, finalmente mi libero.
Il mio umore ne risente più che positivamente, la serata prende una piega favorevolissima!

In un attimo arriva il momento del live, parte l’intro, buio su tutta la sala, il pubblico inizia già a rumoreggiare e a urlare. È sempre una sensazione fantastica. Suoniamo benissimo, io ritrovo quasi completamente la mia “agilità” sul palco ed è davvero un piacere suonare. Tutti si gasano con noi, cosa c’è da aggiungere? Bellissimo.

Finisce il concerto e ci ribecchiamo con Francesco e Florence, nel mentre iniziamo anche a caricare il van in modo da portarci avanti. È stata una bellissima serata in quella che mi è sembrata essere, da quel poco che l’ho vista, anche una bella città. In più con un caro amico poi sotto il palco, ah dimenticavo, con cui ho condiviso circa 10 anni di palco (Francesco cantava), è ancora meglio e davvero risanante.

Arriva l’ora di andare, Time To Leave come direbbe il mio disco. Chiudiamo le valigie e ci mettiamo nel van.
Federica inizia ad avere un po’ di raffredore, speriamo non sia niente di grave.

Domani saremo a Karlsruhe, sono circa 120km, ormai, per questi ritmi, una passeggiata di salute.