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Pearl Jam e il video incriminato

Seattle, stato di Washington. La Corte Suprema della contea di King dichiara colpevole di tutti i capi d'accusa Barry Loukaitis, sedicenne studente della Frontier Junior High School di Moses Lake.

Proprio nei locali della sua scuola, il 2 febbraio del 1996, Loukaitis aveva aperto il fuoco all’impazzata uccidendo due compagni più un insegnante e ferendo diverse altre persone.

In quel momento, Barry stava attraversando un periodo molto difficile. Il padre era stato colto in flagrante nel corso di una relazione extra coniugale e la mamma del ragazzo aveva manifestato intenzioni suicide. Addirittura, avrebbe minacciato che se quella sporca storia non fosse stata immediatamente troncata, lei e il figlio si sarebbero ammazzati nella notte di San Valentino.

Inoltre, Barry aveva cominciato a dare segni di squilibrio psichico, retaggio genetico della sua famiglia già colpita da diversi casi di pazzia. Infine, il ragazzo era stato spesso vittima di episodi di bullismo da parte dei suoi compagni: veniva crudelmente portato in bagno e mentre alcuni gli mettevano la testa dentro la tazza del water, altri gli urinavano sopra. 

Pearl Jam e il video incriminato

E così, il 2 febbraio del 1996, Barry Loukaitis si presenta a scuola vestito da bandito del West, con cappello, stivali e un lunghissimo impermeabile da cavallo sotto il quale cela un fucile e due pistole. Con sé, ha parecchie munizioni e una canzone che lo ossessiona: si tratta di “Jeremy“, un brano dei Pearl Jam nel cui videoclip si rappresenta una scena di school shooting, di sparatoria cioè in una scuola.
Proprio come ha deciso di fare Barry, che ha imparato il video dei Pearl Jam a memoria (invertendone il reale significato, ovviamente, NdR).

Appena entra nell’aula di matematica, Loukaitis comincia a sparare: “Questo è meglio dell’algebra, no?“, urla mentre la sua professoressa, Leona Caires, colpita in pieno petto, crolla a terra, Poi prosegue la strage, uccidendo prima un ragazzino di 14 anni e quindi Manuel Vega, uno degli studenti che lo avevano torturato nei mesi precedenti.

Prende qualche ostaggio con sé ma poi si arrende.

“Oggi” Barry Loukaitis viene condannato per omicidio di primo e secondo grado, tentato omicidio plurimo, rapimento e assalto armato.
La pena è esemplare: condanna a morte senza possibilità di ricorso.