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Joe Walsh e Duane Allman, due pilastri della chitarra americana

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Il 20 novembre è un giorno davvero placcato oro per la musica americana e in particolare per la storia della chitarra, perché è il giorno in cui sono nati, a un solo anno distanza, due giganti dello strumento: Joe Walsh (1947) e Duane Allman (1946).

Duane Allman è stato con il fratello Gregg Allman, membro fondatore della mitica band southern rock degli Allman Brothers, gruppo che è considerato con pochi altri uno dei padri assoluti della musica Rock degli Stati del Sud.
La sua carriera di chitarrista era in realtà iniziata come session man e uno dei suoi primi ingaggi fu l’incisione di un album di Wilson Pickett nel 1968. Registra una cover dei Beatles, “Hey Jude“, grazie alla quale si fa notare per i suoi assoli, tanto che Eric Clapton lo chiamerà due anni dopo al suo fianco per l’album con i Derek and the Dominos, Layla and Other Assorted Love Songs.
Lavorando a questo disco, Duane incide una della parti di chitarra slide più famose di sempre, l’assolo del celebre brano “Layla“.

Duane Allman è inoltre presente in una moltitudine di dischi di artisti di altissimo livello, quali Aretha Franklin, Otis Rush, Herbie Man e molti altri sotto contratto con l’etichetta Atlantic.

Ma ovviamente è con The Allman Brothers Band che Duane dà il suo meglio, soprattutto in quel mitico album live At Fillmore East, uno dei dischi dal vivo che chiunque dovrebbe avere nella propria collezione, un vero e proprio pezzo di storia.

Purtroppo la carriera di Duane si spegne di colpo nel 1971, in quell’incrocio maledetto vicino al quale un anno dopo perderà la vita anche il bassista della band, Berry Oakley.
In quel momento la band stava lavorando all’altrettanto bellissimo disco Eat the Peach, ultima testimonianza della bravura del chitarrista.

Lynyrd Skynyrd dedicheranno a Duane una delle più belle canzoni southern rock di sempre (e della loro intera discografia), “Free Bird“. Per i più giovani: ascoltate bene Duane. Nel suo stile potrete ritrovare un’eredità che si risente in praticamente tutti i chitarristi attuali del genere (e anche oltre).

Joe Walsh: quel simpaticone, straordinario, pazzo chitarrista. Semplicemente geniale sulla sei corde, folle su e giù dal palco esattamente come il suo amico e compagno di sbronze Keith Moon.
Ancora oggi, un asso sulla chitarra (anch’egli grande sulla slide guitar) a dispetto di una vita davvero con l’acceleratore spinto al massimo, in tutti i sensi.

La storia di Walsh inizia con la James Gang nel 1969, con cui pubblica 4 album. Poi sceglie la vita dell’artista solista, iniziato con un album davvero interessante (consigliamo l’ascolto) come Barnstorm per poi proseguire con il più famoso The Smoker You Drink, The Player You Get
È questo l’album che arriva all’orecchio di Glenn Frey e Don Henley degli Eagles, che in quel momento stavano cercando un nuovo sound per il prossimo lavoro discografico della band. Quello che sentono nell’opera di Walsh è proprio ciò che hanno in mente e non ci pensano troppo a corteggiarlo. 
Per Joe è l’occasione della vita e tale si dimostrerà dato che stiamo parlando della band country rock americana con più dischi venduti al mondo di sempre. La sua entrata coincide con il capolavoro della band, Hotel California, altro tassello fondamentale della storia della musica del secolo scorso. 

Non solo condivide con Don Felder uno degli assoli più famosi di sempre, quello della title track, ma segna anche la composizione di alcuni brani celebri come “Life in the Fast Lane”.

Il riff della canzone è frutto di un simpatico aneddoto: in realtà Joe usava quel giro di note su una metrica particolare e non totalmente “dritta” come esercizio di coordinazione e riscaldamento prima di suonare. Ma all’orecchio dei compagni, quello era un riff con gli attributi! E così, divenne subito una canzone, oggi una delle più famose.