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Le radici del blues di Ry Cooder

Ry Cooder è uno di quei musicisti che attraversa trasversalmente tutta la storia della musica, in particolare quella americana.

Nasceva oggi nel 1947, nella californiana Santa Monica e già all’età di soli tre anni aveva una chitarra tra le mani.
Considerato ad oggi uno dei più dotati chitarristi slide, Ry Cooder ha da sempre dimostrato una sensibilità musicale raffinatissima, che lo ha portato ad esplorare le radici della musica americana passando per il Blues, il Country, il Folk fino alla “Roots music”, laddove si ricercano le più antiche tradizioni della musica popolare.

Ma questo non significa che si sia disinteressato del Rock, tutt’altro! Lo ricordiamo ad esempio in quel Safe as Milk del gruppo, venerato dai critici, Captain Beefheart & His Magic Band. Ma, come dicevamo nei titoli, Ry Cooder è probabilmente un musicista che avete ascoltato tantissime volte, anche senza saperlo.

Ad esempio, è suo il mandolino nella “Love in Vain” incisa dai Rolling Stones in Let It Bleed. Sua è la chitarra slide su Into the Music di Van Morrison.
Non solo, firma anche molte colonne sonore come quella del film Paris, Texas di Wenders e come non ricordare le incisioni di slide guitar in quel film culto per chitarristi che è Mississippi Adventures, a cui partecipò anche Steve Vai (ruolo attoriale compreso!) e con protagonista il Ralph Macchio di Karate Kid.

Ovviamente non dimentichiamo la sua carriera solista, fatta di 15 album dal 1971 al 2012. Tra l’altro, benché l’immaginario lo ponga in mezzo al mondo analogico e vintage, suo è stato il primo album pop, Bop Till You Drop, ad essere registrato digitalmente con le primissime tecniche (3M digital mastering e considerate che il primo registratore di questo tipo, a 32 tracce, costava all’epoca la bellezza di 115.000 dollari, un po’ meno di mezzo milione di dollari rapportato ad oggi).

Festeggiamo quindi oggi un a dir poco eclettico artista, chitarrista e compositore, che tanto ha esplorato anche la World Music contaminandosi con ogni genere, dalle Hawai alla Cina, da Cuba (Buena Vista Social Club) all’India e alla musica africana.

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