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Le balene di Mingus

Cuernavaca, Messico: dopo aver sofferto i pesanti sintomi del morbo di Lou Gehrig (la cosiddetta SLA) muore Charles Mingus, uno dei grandi maestri del jazz del '900.

Contrabbassista, compositore e band leader, Charles Mingus aveva affiancato alla sua arte folgorante un importante impegno sociale per la tutela dei diritti del popolo afroamericano. Aveva 56 anni.
Qualche ore dopo la sua morte, 56 balene si spiaggiano sulle coste messicane. La vedova Sue-Graham Mingus, su specifica richiesta del marito, qualche settimana dopo porta le sue ceneri in India, alla foce del Gange, per spargerle nelle acque del sacro fiume.

Al tramonto, sotto una pioggia color turchese, i resti del geniale e mistico jazzista vengono trasportati dalla corrente insieme a una manciata di fiori bianchi. Sei mesi prima della morte, Charlie Mingus aveva individuato in Joni Mitchell una partner artistica ideale.
Da sempre affascinato dalle qualità poetiche della magnifica cantautrice canadese, Mingus voleva che Joni scrivesse i testi per alcune sue musiche, che le arrangiasse e le interpretasse.

La Mitchell accetta l’invito ma quando si reca in Messico a casa di Mingus, il contrabbassista è molto malato. Gli resta poco da vivere e quando Joni torna per la seconda volta a fargli visita con l’obiettivo di suonargli una parte del lavoro, lui la riconosce a stento.
Dopo la sua morte, Joni pubblica un tributo alla musica di Charlie Mingus: inizialmente bocciato dalla critica, l’album Mingus diventa nel tempo uno dei dischi più apprezzati e prestigiosi della lunga discografia di Joni Mitchell.