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Laura Nyro, poetessa dimenticata

Bronx, New York. Nasce Laura Nigro, primogenita di Gilda Mirsky (una libraia della zona) e di Louis Nigro, trombettista che, per sbarcare il lunario, fa l'accordatore di pianoforte.

Grazie ai geni paterni e alla passione musicale della mamma (la cui spettacolare collezione di dischi spazia dal Jazz di Billie Holiday alle composizioni raffinate di Ravel Débussy) Laura inizia presto a suonare il pianoforte: impara da sola, a orecchio, ascoltando proprio i vinili materni.
A 8 anni è già in grado di scrivere e suonare le sue prime canzoni.

Le scuole che frequenta ampliano formazione e orizzonti culturali: Laura divora libri di poesia e si accosta a nuovi universi musicali. Da adolescente trascorre le vacanze estive con la famiglia nella zona di Woodstock mentre, quando è a New York, suona con un gruppo di amici sotto la metropolitana o agli angoli delle strade del Greenwich Village.
Non le piace il cognome paterno (Nigro, pronunciato così, in inglese significa “negro”) così lo modifica leggermente: toglie la “g” mette una “y” al posto della “i” e, per tutti, diventa Laura Nyro.  

Laura Nyro, poetessa dimenticata

Nel 1966, suo padre le presenta Artie Mogull, produttore e discografico esperto che ha già lanciato con successo le carriere di personaggi come Bill Cosby, Bob Dylan, Peter, Paul & Mary, e molti altri ancora. Grazie a Mogull (che diventa il suo manager) Laura vende per 5000 dollari la sua prima canzone (“And When I Die”) proprio a Peter, Paul & Mary, incide l’album di debutto per la Verve e partecipa al Festival di Monterey in piena “Summer Of Love”.

Le sue canzoni raffinate, con influenze jazz, sono una novità assoluta per il mondo rock di fine anni 60. David Geffen e Clive Davis, vedendola a Monterey, la mettono sotto contratto portandola via a Mogull per una cifra allora stratosferica di quasi 500.000 dollari. Ma ne guadagnano assai più del doppio quando negoziano un nuovo accordo con la Columbia: proprio da quel fantastico affare parte la loro carriera di discografici leggendari.

Laura Nyro, invece, nonostante i successi, rimane sempre un po’ nell’ombra in virtù di un carattere scontroso e di un’attitudine artistica assai poco propensa al compromesso. A 50 anni, l’8 aprile del 1997, muore di cancro alle ovaie, lo stesso male che le ha portato via la mamma.
La sua musica però, resta da allora e per sempre nel cuore degli appassionati.