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La misteriosa morte di Elliott Smith

Silverlake, Los Angeles, ore 1 e 36 minuti: il primario del Medical Centre della Los Angeles County University dichiara la morte di Steven Paul "Elliott" Smith, 34 anni, cantautore di culto nato a Omaha, Nebraska.

Un’ora prima, la sua fidanzata Jennifer Chiba, dopo aver litigato con lui, si era chiusa a chiave nel bagno del loro appartamento di Silverlake. Qualche minuto dopo, ha sentito un urlo lancinante. Uscita dal bagno, ha trovato Elliott in ginocchio con un coltello da cucina piantato nel petto.
Riesce, con forza, a estrarglielo ma ormai è troppo tardi: Elliott Smith crolla a terra.

Dopo aver chiamato il 911 (il numero del pronto soccorso), Jennifer trova sul tavolo un post-it con una piccola nota che dice: “Che dio mi perdoni. Mi dispiace. Con amore, Elliott“Il ritrovamento del biglietto, la meccanica dell’accoltellamento e le dichiarazioni di Jennifer Chiba inducono gli inquirenti a formalizzare l’ipotesi del suicidio.

L’esame autoptico, effettuato il giorno successivo ma reso pubblico solo un paio di mesi dopo, ha confermato che non c’erano tracce di droga o alcol nel sangue di Smith: soltanto farmaci antidepressivi, per altro in quantità media.
Eppure, il referto medico non esclude la possibilità che Smith sia stato assassinato. Anche per questo, qualche giornalista prova a indagare pensando, più che a un omicidio premeditato, a un atto di violenza occasionale.

La misteriosa morte di Elliot Smith

L’inchiesta viene però chiusa in breve tempo anche se il caso Elliott Smith non viene ufficialmente archiviato come “suicidio“.

Già poche ore dopo la morte, centinaia di appassionati si ritrovano fuori dagli studi Solutions (sul Sunset Boulevard) immortalati sulla copertina di Figure 8 (l’ultimo album di Smith) mentre, dai Travis a Graham Nash, da Ben Affleck a Gus Van Sant, sono decine le celebrità del mondo della musica e dello spettacolo che rilasciano dichiarazioni sgomente sull’accaduto, ma anche di grande affetto e di enorme stima per l’arte di Elliott Smith.