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Stairway to Heaven e le paternità difficili

La causa è iniziata nel 2014, quando l'avvocato degli eredi di Randy California ha presentato ufficialmente istanza per "violazione di copyright, diritto di attribuzione e - addirittura - falsificazione della storia del rock'n'roll", avente come oggetto il celeberrimo arpeggio che apre l'intro di "Stairway To Heaven".

La causa è iniziata nel 2014, quando l’avvocato degli eredi di Randy California ha presentato ufficialmente istanza per “violazione di copyright, diritto di attribuzione e – addirittura – falsificazione della storia del rock’n’roll”, avente come oggetto il celeberrimo arpeggio che apre l’intro di “Stairway To Heaven”.

Stairway to Heaven e le paternità difficili

Trattandosi della canzone simbolo della band, uno dei pezzi più suonati e riprodotti della storia con un giro economico nell’ordine dei milioni, la cosa non poteva non diventare un immediato caso mediatico.
Che la cosa iniziasse proprio nel momento in cui Page presentava quelle che riteneva essere le rimasterizzazioni “definitive” della discografia della band forse non era un caso, ma chi non ci avrebbe provato? Anche oggi, dopo la sconfitta in tribunale e a prescindere da possibili ricorsi, non c’è dubbio che l’attenzione sul lavoro degli Spirit, la band di Randy California, e sulla canzone incriminata, “Taurus“, sia molto maggiore, con possibili positive ricadute economiche.
Gli stessi Zeppelin – Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones – hanno avuto modo di sfoggiare in aula un perfetto aplomb, incassando l’ovazione dei fan a livello mondiale alla vittoria della causa. Non che avessero bisogno di pubblicità, ma una rinfrescata non guasta mai.
Soldi, tanti soldi…

Comunque, se almeno in questo caso mettere in piedi un’azione legale sia stato francamente un po’ pretenzioso (giudicate voi ascoltando l’uno e l’altro pezzo), non si può negare un atteggiamento quanto meno disinvolto da parte di Page e soci rispetto al diritto d’autore, in alcuni casi con vere e proprie spudorate “acquisizioni”, in altri con semplici quanto opportune “dimenticanze”.

Stairway to Heaven e le paternità difficili

Su Chitarre n.341 nel luglio 2014, in un articolo a commento della pubblicazione dei primi remastering Deluxe dei primi album degli Zeppelin, Marco Denti enumerava un buon numero di effettive “copiature” o millantati crediti da parte della band:

“…”Dazed And Confused” è scivolata senza soluzione di continuità dal repertorio degli Yardbirds (dove si chiamava “I’m Confused”), “Black Mountain Side” è stata riciclata dal songbook di Bert Jansch e “Babe I’m Gonna Leave You” era una canzone scritta da Anne Bredon e a suo tempo interpretata da Joan Baez. Per capire come si muovevano gli Zepp, quando la incisero la accreditarono come traditional arrangiato da Jimmy Page fino a quando Anne Bredon non impose, per vie legali, il ripristino dei suoi diritti e il conseguente riconoscimento economico. L’approprazione (anche indebita, come si è visto) dei cosiddetti traditional ha portato nel recinto degli Zepp anche “In My Time Of Dying” (a suo tempo incisa da Bob Dylan e ancora, di recente, da John Mellencamp) nonché “When The Levee Breaks” di Memphis Minnie che hanno sconvolto dall’inizio alla fine. Altre “vittime” degli Zepp sono stati Howlin’ Wolf (la cui “Killing Floor” è alla base di “The Lemon Song”), Bukka White (che ha ispirato “Custard Pie”)…

Stairway to Heaven e le paternità difficili

La maggior parte di queste controversie sono state risolte fuori dal tribunale con sostanziosi accordi fra le parti, ma con “Stairway” la posta era troppo alta perché gli eredi di California si accontentassero delle briciole e – molto più importante – questa volta era in gioco l’orgoglio stesso degli Zeppelin. Una volta tanto che avevano giocato onestamente (o quasi, concediamoglielo…), non si potevano permettere di perdere la faccia. Non con quella canzone, non con le note che ossessionano da decenni i poveri negozianti di chitarre in tutto il mondo.

Ora la storia sembra conclusa e una cosa è sicura, il peso della musica scritta e suonata dai Led Zeppelin più di 40 anni fa è ancora tale da smuovere emozioni a livelli oggi difficili da replicare. Sarà perché i momenti epocali non si possono ripetere o perché certe alchimie necessitano delle persone giuste e di ingredienti che non sono alla portata di tutti, ma la recente decisione di Plant di rinunciare a un cachet di 14 milioni di dollari per la reunion della band nel concerto di ottobre al Desert Trip assieme a Dylan, Who, Stones, McCartney, Young e Waters, fa riflettere. 
Per mantenere in piedi un mito non ti puoi mischiare con chiunque…