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Le voci di Tchaikowsky, Brahms, regine e presidenti sui cilindri di Edison

Se oggi ascoltate musica a casa vostra (anzi, oramai ovunque voi siate) è merito di questa arcaica invenzione!

La storia delle registrazioni inizia del XIX secolo, grazie alle prime rudimentali tecnologie attraverso cui la pressione nell’aria esercitata dalle onde sonore di voci e strumenti veniva captata da voluminosi apparecchi che, tramite uno stilo mosso da una membrana vibrante, incidevano solchi su specifici supporti.

Tra questi, uno dei primi in assoluto fu il cilindro di Edison (o cilindro fonografico), che prende il nome proprio dal suo arcinoto inventore Thomas Edison. Egli sviluppò il fonografo partendo dai concetti di funzionamento di un’altra grande invenzione, il telegrafo.

Naturalmente, queste prime tecnologie avevano dei limiti altissimi, a partire dal basso volume e scarsa qualità della registrazione, dovuta sia al rumore di fondo che alla mediocre capacità di captare l’intero spettro di frequenze (solitamente veniva inciso solo ciò che si trovava tra 250 e 2,500 Hz, con ovvie perdite sugli estremi di banda).
In più, i cilindri, fatti di materiali fragili e degradabili, avevano vita breve e la loro capacità di registrazione era al massimo di 2 o 3 minuti.
A ciò si aggiungeva la non particolare delicatezza delle puntine dei primi fonografi, specie se consumate (dei veri e propri aratri).

Per cui, non possiamo pretendere di avere oggi una documentazione di qualità elevata. Nonostante questo, però, ciò che è sopravvissuto ha comunque un valore storico a dir poco straordinario.

Difatti, non solo si ha la possibilità di riascoltare talune tra le prime registrazioni in assoluto, che riguardano musica, discorsi politici, scientifici, letture di poesia e prosa o quant’altro, ma anche di ascoltare (anche se con una certa difficoltà) le voci di alcuni dei personaggi più influenti di fine ‘800.

Non senza una buona dose di brividi… non solo per emozione, anche un po’ per inquietudine visto il sound “spettrale”…

Si può quindi ascoltare la voce della Regina Vittoria d’Inghilterra o quella del 23° Presidente degli Stati Uniti Benjamin Harrison, cercare di captare qualche stralcio di una discussione del compositore Johannes Brahms intervallata da musica o le voci di Tchaikowsky e Anton Rubinstein.

Ovviamente si è conservata molta musica, anche se, come suddetto, non ci si deve aspettare una qualità eccelsa (anzi). Ma come non restare affascinati, ad esempio, sia dalle grandi opere che dalle prime registrazioni popolari, come ad esempio la prima di un cantante afro-americano, George Johnson.

Il fonografo finì per essere soppiantato ben preso dal grammofono, soprattutto data l’invenzione del disco a 78 giri, decisamente più resistente, di durata maggiore e con una qualità audio ben superiore.

Per chi fosse interessato a osservare il funzionamento di un’incisione su cilindro di Edison, vi lasciamo con un ottimo video dimostrativo.
Vi invitiamo a non valutare ovviamente la qualità delle registrazioni, ma a cercare di immaginare quale può essere stata l’emozione di un essere umano quando per la prima volta ha ascoltato dei suoni registrati provenire da una macchina, qualcosa di paragonabile al trovarsi davanti alla prima fotografia della storia.

Chissà cosa riserverà a noi il futuro, se potremo godere dello stesso stupore e per cosa… 

Curiosità: i primi fonografi, non ancora al loro massimo secondo lo stesso Edison, furono installati nei luna park, con funzionamento a gettoni. Edison, tra l’altro, non aveva pensato alla loro applicazione nella musica, ma come utili strumenti per gli uffici e per l’insegnamento.