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La voce di Freddie Mercury non si ferma neanche per la scienza

Ve lo spieghiamo. Non che ce ne fosse bisogno, ma la scienza conferma che la voce di Freddie Mercury, compianto leader dei Queen, era più unica che rara. Lo sappiamo grazie a una ricerca del 2016 di un team di ricercatori europei e la sua pubblicazione su Logopedics Phoniatrics Vocology.

Vi mancavano le naked track? bene, visto che tra le più apprezzate ci sono sicuramente quelle dell’immenso Freddie Mercury ecco la scatenata vocal track di “Don’t Stop Me Now” (Jazz, 1978).
Ma che significa che la sua voce non si ferma neanche per la scienza?

Ve lo spieghiamo. Non che ce ne fosse bisogno, ma la scienza ha confermato che la voce di Freddie Mercury, compianto leader dei Queen, era più unica che rara. Lo sappiamo grazie a una ricerca del 2016 di un team di ricercatori europei e la sua pubblicazione su Logopedics Phoniatrics Vocology.

Gli scienziati, con l’aiuto di alcuni cantanti e vocal coach, hanno stabilito che anche se la sua vocalità è ritenuta generalmente far parte dei tenori, Mercury era in realtà un baritono. Questo non solo ascoltando le prestazioni musicali, ma anche attraverso l’analisi della sua voce parlata in svariate interviste condotte principalmente negli anni ’80, tramite le quali si è precisato che la frequenza media fondamentale per la voce del cantante era 117.3 Hz.

D’altronde, quando Mercury coronò il suo personale sogno cantando con il soprano classico Montserrat Caballé – e chi non si emoziona ancora riascoltando “Barcelona” – secondo le dichiarazioni della grande interprete  lei stessa gli chiese di fare un duetto soprano – baritono e Freddie fu molto impaurito dal fatto di essere conosciuto come cantante rock e non come baritono.

L’analisi delle tracce vocali isolate dalle registrazioni ha suggerito che il range era di 37 semitoni nell’intervallo di tono da F# 2 (circa 92,2 Hz) a G5 (circa 784 Hz).

Chiaramente, non essendo più in vita, non si sono potuti compiere esperimenti diretti sulla voce di Mercury, per questo è stato coinvolto il cantante e vocal coach professionista Daniel Zangger-Borch, filmandone la laringe a migliaia di frame al secondo mentre imitava l’uso delle corde vocali del leader dei Queen, portando ad alcune interessanti conclusioni.
Si è scoperto che utilizzava sub-armoniche, un fatto molto raro in ambito di cantanti rock. Queste, per capirci, sono generalmente associate ai cantanti della musica popolare di Tuva, un canto che forse alcuni di voi avranno sentito associato alla cultura della Mongolia.

In più, analizzando il vibrato, si è capito che le corde vocali di Mercury vibravano in maniera assai più veloce del normale. Per chi non lo sapesse, il vibrato è l’unione di tempo della frequenza, intensità e timbro della voce.  Il “vibrato di frequenza” varia di solito tra valori compresi tra 3 e 8, nei migliori cantanti si parla tra 5 e 7 variazioni al secondo (per approfondire leggi l’articolo dell’eminente Dott. Franco Fussi a questo link).
L’analisi di 240 note sostenute provenienti da 21 registrazioni a cappella ha rivelato una frequenza sorprendentemente alta di 7,0 Hz (in occidente i cantanti si attestano solitamente a valori minori, tra 5.4 e 6.9 Hz).

Il vibrato perfetto sarebbe quello di un’onda sinusoidale perfetta, al valore 1, cui si avvicinava molto il cantante lirico Luciano Pavarotti. Il vibrato di Mercury si attesta su un valore di 0,57, a indicare che le sue corde vocali stavano modulando a più di una frequenza. Ciò significa che ha cantato con un vibrato veloce e irregolare, il che non va inteso in senso negativo, poiché anzi, decisamente unico.