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Pentagramma e tablature

Ciao a tutti cari musicoffili, oggi vi propongo un argomento estremamente interessante e che per molti chitarristi moderni rappresenta spesso un grande ostacolo: la lettura della partitura. Con l’ausilio della tablatura o tabulatura (dal latino tabula: “tavola”) molti strumentisti a corda si sono adagiati su ques

Ciao a tutti cari musicoffili, oggi vi propongo un argomento estremamente interessante e che per molti chitarristi moderni rappresenta spesso un grande ostacolo: la lettura della partitura. Con l’ausilio della tablatura o tabulatura (dal latino tabula: “tavola”) molti strumentisti a corda si sono adagiati su questo sistema di lettura/scrittura che facilita l’individuazione delle note sulla tastiera. Ne deriva che l’analisi della partitura vera e propria passi in secondo piano se non addirittura rimanga totalmente ignorata. Come ben sapete la TAB è un metodo alternativo al pentagramma abbondantemente adottato da chitarristi e bassisti moderni. Ciononostante le sue radici non sono recenti, tant’è vero che questa prassi era in voga già a partire dal periodo rinascimentale per strumenti polifonici come organo, cembalo o liuto (per quest’ultimo in Italia si utilizzava l’intavolatura italiana).
Al contrario della partitura su pentagramma che fornisce tutte le indicazioni necessarie all’esecuzione del brano (chiave e relativa armatura, figure e pause di durata), la tablatura altro non fa che indicare il tasto da premere e la corda corrispettiva. L’esempio seguente dimostra ciò che di norma trovate in internet: la TAB in codice ASCII per poterla visualizzare senza software dedicati, ma esclusivamente come foglio di testo.Capirete che tutto ciò è riduttivo! A tal proposito, per ovviare al problema della durata dei suoni, vengono sovente introdotti (sotto i numeri o al di sopra della TAB su un monogramma) i simboli grafici indicanti le figure, come mostrato nel prossimo esempio:Se proprio non siamo esperti nella lettura della singola partitura la cosa migliore risulta comunque una doppia visione in simultanea (pentagramma e tablatura) in modo tale da aiutarci nell’individuazione delle note e contemporaneamente saperne la posizione sul pentagramma: Detto ciò, indubbiamente questo mezzo di “lettura” agevola il musicista, ma al contempo ci porta ad una visione ristretta della tastiera. Spieghiamoci meglio: se nella tablatura ci viene indicato di premere quinta corda al III tasto, tendenzialmente cerchiamo di rispettare gli “ordini” e facciamo di conseguenza. Ebbene, non ci è venuto in mente che la stessa nota (DO) la troviamo sulla sesta corda all’VIII tasto?! Voi penserete: “ma cosa ci interessa se tanto ci viene già indicato dove mettere il dito?”. Allora rendiamo le cose più difficoltose in maniera tale da dover per forza ragionare in questi termini: “e se siamo in presenza di sola partitura?”
Ecco che arriva la parte divertente e parallelamente più difficoltosa.
Facciamo una breve premessa riguardante il pianoforte: molti di voi avranno sicuramente pensato che la lettura di questo strumento sia più complessa rispetto alla chitarra poiché utilizza l’accollatura (due pentagrammi da leggere contemporaneamente): Certamente, per comprendere due pentagrammi più i tagli addizionali (per estenderli ulteriormente), ci vogliono tanto studio e tanta pratica. Nonostante un primo approccio parecchio arduo, l’individuazione delle note è molto semplice: a una figura musicale posizionata sul pentagramma corrisponde un solo tasto sulla tastiera!
Il pianoforte copre un’estensione di sette ottave che procedono regolarmente l’una dopo l’altra (dal LA 27,5Hz al DO 4186Hz) e di conseguenza nessun suono viene mai ripetuto.
Ora vediamo cosa accade sul nostro strumento. Prendiamo in considerazione una chitarra elettrica a 24 tasti: come molti di voi ben sapranno il nostro strumento è accordato per intervalli di quarta giusta (2 toni e mezzo) ad eccezione di terza e seconda corda che sono accordate su un intervallo di terza maggiore (2 toni): Assodato questo concetto possiamo capire che partendo da sesta corda a vuoto (MI) e salendo di due toni e mezzo otterremo la stessa nota (LA) della corda adiacente: Pertanto, escluse le prime 5 note (da MI a SOL#) che hanno un solo punto di esecuzione (quello mostrato nella TAB), a partire da nota LA avremo due punti di esecuzione: uno sulla sesta corda ed uno sulla quinta e successivamente, a partire da nota RE, ben tre punti di esecuzione e così via.
Ebbene sì, una corda ha solo cinque suoni più gravi rispetto alla sua adiacente (fatta eccezione la terza che ne ha quattro più della seconda) e di conseguenza parecchi suoni ripetuti. Osservate il grafico seguente che vi mostrerà quanto appena spiegato: N.B. Ad un aumento della frequenza (suoni sempre più acuti) corrisponde un maggior numero di possibilità d’esecuzione!Questo è ciò che accade per le prime due ottave (da MI 82,4Hz a MI 329,6Hz), mentre per le successive due (da MI 329,6Hz a MI 1318,5Hz) avviene naturalmente la cosa inversa! Si evince che una chitarra di 24 tasti ha un’estensione di 4 ottave! Al contrario del pianoforte, in strumenti a corda accordati secondo questo metodo o simili, potete quindi produrre lo stesso suono su diversi punti. Ed eccoci giunti al primo “ostacolo”: “avendo esclusivamente le note su pentagramma, che diteggiatura dovrò adottare?”. La scelta è vostra! Dipende dal “colore” che desiderate ottenere dai suoni. Spieghiamoci meglio: man mano che eseguite la stessa nota avanzando di posizione sulla tastiera avrete un suono più “sordo” (meno ricco di armoniche) poiché accorciando la porzione di corda perdiamo moltissime frequenze acute. Provate a suonare il MI cantino (329,6Hz) su tutte le corde e percepirete questa differenza abissale: Effettivamente è improbabile la sua esecuzione al XXIV tasto (causa suono troppo “intubato”), ciononostante le altre alternative sono disponibili in base alla sonorità che desiderate.
Ora passiamo ad un esercizietto simpatico nel quale troverete la tablatura per comprenderlo meglio. Suonate la scala di DO maggiore come indicato e sentirete le molteplici varianti timbriche della chitarra: Questa è la dimostrazione che la tablatura è un sistema rigido che impone certe diteggiature e movimenti. Al contrario, la sola partitura, permette una visualizzazione più ampia della tastiera, sebbene più laboriosa. La difficoltà dello strumentista ricade quindi sulla scelta della diteggiatura.
Ovviamente si dà per scontata la velocità d’individuazione delle note!
Non è finita qua! Il chitarrista moderno è abituato a trovare nella TAB molteplici indicazioni tecniche quali slide, bending, tapping, pennate, etc… In una semplice partitura non è detto che le troviate e di conseguenza sta a voi anche questa scelta.Osservate l’esempio seguente. Innanzitutto la sola partitura:Ecco le varie tecniche con cui potremmo suonarla: Siamo giunti alla conclusione. Di sicuro avrete capito che la lettura della chitarra su pentagramma non è proprio semplice. Tale difficoltà è data dalla scelta: dove e come suoneremo una nota. Questo articolo non vuole di certo costringervi ad eliminare totalmente la tablatura, ma potrebbe aiutarvi ad analizzarla in modo differente senza vincoli troppo rigidi!Stefano Maroelli