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Multa da 1,7 milioni al secondary ticketing

Biglietti sfumati in pochi istanti dalle piattaforme di vendita online e riapparsi poco dopo su canali di vendita secondari, magari con consistenti quanto beffarde maggiorazioni di prezzo: un fenomeno purtroppo diffuso che recentemente gode di grande notorietà e di meritato biasimo. Ma finalmente, grazie anche alla ba

Biglietti sfumati in pochi istanti dalle piattaforme di vendita online e riapparsi poco dopo su canali di vendita secondari, magari con consistenti quanto beffarde maggiorazioni di prezzo: un fenomeno purtroppo diffuso che recentemente gode di grande notorietà e di meritato biasimo.

Ma finalmente, grazie anche alla battente campagna di informazione sull’argomento, arrivano i primi importanti provvedimenti: l’Antitrust, a conclusione delle istruttorie partite lo scorso autunno per accertare eventuali violazioni delle norme di vendita, ha infatti ufficializzato multe per un totale di 1 milione e 700mila euro.

Principale destinataria dei provvedimenti emessi dall’Autorità che vigila su concorrenza e mercato è Ticketone, la piattaforma che dal 2002 gestisce in esclusiva la vendita online dei biglietti per i principali eventi.
Una sanzione salatissima (un milione di euro), motivata dall’assenza di efficaci misure anti-bagarinaggio, benché queste fossero previste dagli accordi contrattuali stipulati: in particolare si contesta l’incapacità di contrastare la pratica delle procedure automatizzate di acquisto, nonché la mancanza di regole mirate alla limitazione di acquisti multipli e di controlli a posteriori finalizzati all’annullamento di tali pratiche.

In seconda battuta l’Authority colpisce i principali operatori di secondary ticketing. A Viagogo, Ticketbis, Mywayticket e Seatwave si contestano la carenza di informazioni specifiche fornite agli acquirenti riguardo i biglietti in vendita e il mancato chiarimento del ruolo di intermediazione svolto sul mercato di vendita secondaria; contestazioni che hanno portato l’Antitrust a emettere nei confronti dei suddetti sanzioni pari a settecentomila euro complessivi.

Siamo dunque di fronte a un segnale forte e di grande importanza, il quale ci auguriamo possa essere solo uno dei primi passi atti alla soppressione di questa deplorevole pratica.

Cover photo modified upon the original by Alyson HurtCC BY 2.0