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Lo ZVEX Woolly Mammoth ha un cuore nuovo al germanio

Da anni calpestato con soddisfazione tanto dai chitarristi quanto dai bassisti, lo ZVEX Woolly Mammoth è diventato un classico nel panorama dei pedali fuzz.

Da anni calpestato con soddisfazione tanto dai chitarristi quanto dai bassisti, lo ZVEX Woolly Mammoth è diventato un classico nel panorama dei pedali fuzz.

Basterebbero due nomi scelti dalla nutrita lista di utilizzatori del “pachiderma a pedale” per raccontarne l’entusiasmo suscitato nell’ambiente: Jack White, il deus ex machina dei White Stripes e ormai solista affermato, e Chris Wolstenholme, l’eclettico bassista dei Muse che ha contribuito ad accrescere l’interesse dei quattro-cordisti nel Mammoth utilizzandolo a partire dal 2009.

A differenza della versione originale del Woolly Mammoth, che prevede l’utilizzo di un più moderno circuito al silicio, alla base di questa nuova versione del pedale c’è appunto il transistor al germanio. Una scelta tradizionalista rispetto al modello standard, e che regala a questa nuova veste caratteristiche dinamiche decisamente più marcate e un timbro che strizza l’occhio ai fuzz vintage.

Le caratteristiche del pedale sono descritte in maniera dettagliata nel video pubblicato dalla stessa ZVEX e introdotto da Zachary Vex in persona:

Nuove manopole verdi sui quattro potenziometri che gestiscono, oltre a volume e tono, anche la quantità di “pelo” (ossia di fuzz) con il controllo Wool e la relativa acutezza con il knob Pinch: il tutto però con una risposta maggiormente dinamica e sensibile rispetto al fratello al silicio, per un risultato più pastoso e una certa affinità con l’overdrive.

Il pedale è in vendita diretta al prezzo di 299 dollari, per maggiori informazioni si rimanda alla pagina web del prodotto sul sito web del marchio.