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L’italiano The Niro e alcuni inediti di Jeff Buckley

All'italiano Davide Combusti, in arte The Niro, il privilegio di registrare una serie di brani di cui Jeff Buckley fu co-autore, alcuni dei quali inediti.

All’italiano Davide Combusti, in arte The Niro, il privilegio di registrare una serie di brani di cui Jeff Buckley fu co-autore, alcuni dei quali inediti.

Tutto è cominciato su iniziativa di Gary Lucas. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un chitarrista, compositore e produttore musicale americano di riconosciuto valore e con una lunga serie di collaborazioni d’eccezione nel proprio curriculum.
Qualche nome? Chris Cornell, Nick CaveLou Reed e, per l’appunto, Jeff Buckley.

Già, perchè Lucas fu autore assieme all’artista scomparso di ben dodici canzoni, due delle quali furono incluse nel leggendario album “Grace” (si tratta di “Mojo Pin” e della title track), un disco recentemente riscoperto in coincidenza con il venticinquesimo anniversario della sua pubblicazione.
Cinque di questi brani non erano mai stati registrati fino alla nascita di “The Complete Jeff Buckley & Gary Lucas Songbook“.

Sviluppato sull’onda di questa fortunata collaborazione, e concretizzato durante lo scorso inverno dopo il recente incontro tra Lucas e Davide Combusti, l’album raccoglie le interpretazioni dei dodici pezzi con la voce di The Niro, le chitarre di Gary e un collettivo di solidi musicisti (tra i quali il nostro amico Maurizio Mariani, che suona il basso in alcuni brani), sotto la produzione di Francesco Arpino.

Per i brani editi si è saggiamente scelto di optare per arrangiamenti non identici agli originali, nella volontà di evitare uno stucchevole effetto-fotocopia (le due vocalità risultano in effetti comparabili) e preferendo piuttosto un omaggio curato in tutti i dettagli senza snaturare le caratteristiche di Davide, un personaggio che ha già raccolto diversi riconoscimenti nel mondo della musica indie-rock nazionale dell’ultima decade.

C’è ovviamente grande interesse per le cinque canzoni mai pubblicate prima: “Story Without Words“, “No One Must Find You Here“, “Distortion“, “Bluebird Blues” e “In the Cantina“, con più di un pizzico di rimpianto nel non poterle apprezzare attraverso la memorabile voce di Buckley.

Grande (e meritata, aggiungiamo) soddisfazione da parte di Gary Lucas, che vede in questo progetto la realizzazione di qualcosa di importante e lungamente atteso.
E a noi il piacere di poter godere di qualche nuovo sprazzo di talento di un artista che ci ha lasciato davvero troppo presto.