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MOTU è protagonista nella futuristica installazione di Brian Eno

Il grande marchio dell'audio MOTU ha dato un prezioso contributo con le sue interfacce audio all'installazione audiovisiva di Brian Eno per la sua première a Berlino.Una mastodontica installazione per le tecnologie audiovisive che mescola la videoarte alla musica sperimentale, denominata Hexadome.

Il grande marchio dell’audio MOTU ha dato un prezioso contributo con le sue interfacce audio all’installazione audiovisiva di Brian Eno per la sua première a Berlino.
Una mastodontica installazione per le tecnologie audiovisive che mescola la videoarte alla musica sperimentale, denominata Hexadome.

Per definizione tecnica, l’Hexadome è una disposizione esagonale di proiezioni con una matrice sonora, a forma di cupola suddivisa per diversi punti.

Proiezione

Le immagini sono la parte più banale da descrivere. Il sistema di proiezione usa sei schermi quadrati che vengono disposti ad esagono, con ampi spazi vuoti tra loro. Questi sono guidati da due nuovi iMac Pro, l’attuale top di gamma di Apple, con più GPU esterne collegate tramite il protocollo Thunderbolt 3 e con l’utilizzo del software MadMapper.

Gli artisti sono liberi di riempire tutti quei pixel secondo le loro necessità, anche se si parla di una risoluzione di poco inferiore al 4K.

Suono

Tutto questo enorme array è composto da 52 diffusori Meyer Sound, disposti su una cornice.
Perché 52? Perché sono organizzati in una struttura triangolare attorno alla cupola.

Questo non è solo per rendere mastodontica la struttura, ma per fare in modo che la dispersione del suono dagli speaker sia tale da coprire l’intero spazio. Anche gli altoparlanti hanno dimensioni variabili: ci sono 3 subwoofer, distanziati intorno alla zona periferica esagonale, diffusori più grandi verso il basso e diffusori più piccoli e leggeri nella parte superiore.

A Karlsruhe, dove ZKM ha un’installazione permanente, molti dei singoli diffusori sono più grandi, ma l’Hexadome è pensato per essere portatile e il fattore peso è una variabile decisamente importante.

Ragionando per raffronto possiamo fare dei paragoni in primis con il Dolby Atmos che utilizza una configurazione simile per le sale cinematografiche fino a 64 diffusori, ma con il software di elaborazione proprietario di Dolby e solo nei cinema Atmos. Alla fine il principio è simile, ma utilizzando più canali e inviandoli in modo più preciso ai singoli diffusori, con alcune operazioni matematiche eseguite dietro la scena per filtrare il suono attraverso lo spazio 3D ed elaborarlo di conseguenza; in teoria le tue orecchie saranno in grado di percepire più dettagli nello spazio.

MOTU è protagonista nella futuristica installazione di Brian Eno

Arriviamo alla parte che interessa a noi, ovvero le interfacce audio.
Tutta la sezione delle interfacce audio è gestita da MOTU, in primis per lo standard AVB.

AVB è lo standard per reti audio professionali, che consente di riprodurre il suono su connessioni Ethernet. Le interfacce audio AVB di MOTU sono disponibili per la connessione a una rete che supporta tutti i singoli altoparlanti. Ci sono circa sei interfacce MOTU 24Ao  che collegano questo enorme array

MOTU è protagonista nella futuristica installazione di Brian Eno

Parliamo di un’interfaccia con:

  • 72 canali
  • Frequenza di campionamento supportata: 44,1, 48, 88,2, 96, 176,4, 192 kHz
  • Formato a virgola mobile a 32 bit
  • 24 uscite Line 3 x SUB D-25 e 6 x 12-phoenix
  • 3 x ADAT in / out
  • Wordclock in / out
  • display LCD
  • Connettore USB 2.0 conforme alla classe compatibile con USB 3 e iOS
  • Connettore Ethernet Cat-5e per rete AVB (è possibile collegare fino a 5 dispositivi MOTU AVB tramite l’interruttore opzionale MOTU AVB)
  • DSP integrato con funzione di missaggio per 48 canali
  • 12 bus stereo
  • Equalizzatore analogico modulato
  • Compressione vintage
  • Gate e riverbero classico
  • Matrice flessibile per routing e splitting
  • Controllo tramite browser web

Software di gestione

L’intera tecnologia dell’Hexadome non è totalmente proprietaria, mentre il sistema 4DSOUND utilizza il proprio software personalizzato e varie patch. Gli artisti hanno una scelta tra Panoramix e Spat di IRCAM e Zirkonium di ZKM.
Successivamente si tratta di stabilire se i lavori sono fatti per un’installazione senza alcun utilizzo live, in questo caso vengono tipicamente renderizzati (“congelando” le informazioni di spazializzazione) e riprodotti in Reaper, o se vengono suonati dal vivo.
Per le esibizioni dal vivo, gli artisti potranno scegliere di controllare il motore inviando dati OSC e utilizzando un qualche tipo di controllo remoto come un telecomando o un iPad.

Un lavoro incredibile dove MOTU è protagonista della parte audio.
I prodotti MOTU sono distribuiti da Backline.