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Underfloor – Quattro

Lo scherzo è adulto, è il gioco che rimane bambino, ingenuo e liberamente ricettivo. Fortunatamente spesso la musica è come un gioco, ciò non toglie però che si possa giocare seriamente. Dimostrazione ne è Quattro ultima creazione degli Underfloor, band fiorentina con già diversa gavetta ed esperienza alle spall

Lo scherzo è adulto, è il gioco che rimane bambino, ingenuo e liberamente ricettivo. Fortunatamente spesso la musica è come un gioco, ciò non toglie però che si possa giocare seriamente. Dimostrazione ne è Quattro ultima creazione degli Underfloor, band fiorentina con già diversa gavetta ed esperienza alle spalle. Non è semplice catalogare un gruppo sulla scia degli Underfloor, questo perché la ricchezza d’arrangiamenti dell’album in questione e dei brani, spesso e volentieri svia la percezione complessiva e classificatoria. Quattro come quarto album, ma soprattutto come quattro personalità diverse dietro la sua gestazione, personalità che indubbiamente emergono e si lasciano apprezzare nella loro diversità.
Come un gioco
apre con un refrain facilmente memorizzabile, in un arrangiamento a metà tra indie pop e ciò che potremmo definire rock all’italiana, per accorgerci presto che qualsiasi catalogazione è abbastanza limitativa. La stessa presenza in formazione della viola di Giulia Nuti regala innegabilmente un tocco alternativo a qualsiasi composizione della band, capace così di una gamma di colori ampia e ancor più variegata. Don’t Mind attenua un po’ le atmosfere, per lasciar poi spazio all’incedere della stupenda Indian Song, brano dalle venature a tratti ambient in cui aprono incisi ariosi e densi di contenuto melodico. Prezioso il solo di viola nel bel mezzo della canzone, è forse la miglior composizione del disco, Indian Song, brano che come primo pregio ha il sapersi tener lontano dallo scadere in facili imitazioni dettate dal titolo.La voce effettata e gli inserti elettronici che permeano tutto l’album gli permettono di aleggiare in un’aurea d’etereità (mi si conceda l’invenzione) che è forse il vero ed unico modo corretto per definire il flusso sonoro del disco. Quattro ha tante facce e atmosfere, tanti volti e diverse storie che si dipanano lungo i dieci brani, tutti uniti e messi in relazione l’un l’altro da un filo conduttore invisibile e rintracciabile solo nell’omogeneità del prodotto sonoro complessivo.Vien da pensare per alcuni versi ai Wye Oak e al loro Civilian, ma è sempre troppo azzardato fare associazioni, quindi la si prenda solo come una constatazione amichevole. C’è una sorta di fil rouge che lega e confeziona il tutto alla perfezione, sarà forse la coesione sonora del gruppo o forse la deliziosa produzione e scelta di suoni di tutto il disco. Molto probabilmente un’unione delle due ipotesi, resta però che gli Underfloor sono stati capaci di scrivere un album sperimentale al punto giusto, mai troppo ostentato e sempre ben calibrato nel mix di melodia e pura immersione in un fluido musicale. Il cantato in italiano suona, ed è giusto usare tale verbo, sempre appropriatamente e mai fuori luogo come altre volte succede in dischi dello stesso genere. Da Lei non sa alle evoluzioni di Solaris e L’uomo dei palloni o Linea di confine, giusto per fare alcuni dei nomi che forse riescono a spiccare meglio, tutto risulta essere sempre coerentemente calibrato in una buona fusione di suoni ben scelti. Serve probabilmente un accenno particolare alla pura scelta di quest’ultimi, pacati, talvolta ovattati e incredibilmente appropriati. Sembra proprio che i nostri quattro si conoscano bene, musicalmente e non, l’unione sonora trasporta finalmente il verbo italiano su un tappeto d’alternative ben realizzato, senza tristi imitazioni e con molta personalità. L’album si chiude con Sul fondo, probabilmente la più radiofonica di tutte le canzoni ma ciò non guasta assolutamente. Il panorama indie/alternative/pop italiano si allarga sempre più e finalmente con elementi di vero valore aggiunto. Quattro è un disco davvero godibile e ben realizzato, scritto con gran cognizione dei propri mezzi andando però a spingere sempre quel poco oltre per osare dove non si era provato prima.

Francesco Sicheri

Quattro sarà nei negozi ufficialmente a partire dal 22 aprile prossimo. La band ha annunciato un concerto di presentazione del disco: appuntamento per giovedì 18 aprile al Tender Club, via Alamannni 4 Firenze. Inizio serata a partire dalle ore 22.00 circa, ingresso gratuito.Genere: Alternative/Indie-Pop/Rock

Lineup:Guido Melis (basso elettrico e voce) 
Marco Superti (chitarre elettriche ed acustiche) 
Giulia Nuti (viola e tastiere) 
Lorenzo Desiati (batteria)

Tracklist:
1. Come Un Gioco
2. Don’t Mind
3. Indian Song
4. Lei Non Sa
5. Linee Di Confine
6. Solaris
7. Intorno A Me
8. Stomp
9. L’Uomo Dei Palloni
10. Sul Fondo

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