A un mese dall’uscita del nuovo lavoro, entrato subito al numero 1 della classifica FIMI/GfK degli album più venduti, Daniele Silvestri è in pieno tour teatrale, il primo della sua carriera, segnato da una serie di sold-out in tutta Italia; tutta la lavorazione di Acrobati, anticipato dal singolo “Quali alibi”, è stata raccontata dallo stesso Silvestri nel “diario di bordo” del nuovo sito web La Voce del Megafono.

Per fortuna Daniele Silvestri, con i suoi venti anni e passa di carriera, non ha bisogno di troppe presentazioni. Una decina di album alle spalle e reduce dal progetto Fabi Silvestri Gazzè, torna a cinque anni da S.C.O.T.C.H. uno dei più capaci e apprezzati cantautori italiani per ciò che sa fare meglio: raccontare.
Acrobati è un disco spontaneo; in tutto e per tutto. Nato per gioco da alcune amichevoli jam session in quel di Foggia, viene su da solo, in poche sessioni ma senza fretta. Appunti sul telefono, chiacchere tra amici e la voglia di raccontarsi: la spontaneità non è solo nella musica, ma pervade l’intero disco divenendone il vero cardine.
Silvestri gioca e si diverte come non mai, mettendo molto di sé stesso, auto-analizzando quasi ogni parte del suo inconscio: salta da un filo all’altro cantando gioioso, triste, arrabbiato e frustrato. L’equilibrio è la meta a cui l’uomo contemporaneo ambisce; il graffiante brano di apertura “La mia casa” descrive in modo impeccabile lo smarrimento che prima o poi colpisce tutti, disorientando, privandoci dei nostri personali punti di riferimento: “L’equilibrio è una filosofia”. La title track completa il quadro, non mente: leggeri si sale, fino al tetto del mondo dove si può godere del più bel panorama; ma si rischia di cadere.
No, non fraintendete, l’ansia e la confusione non sono i temi centrali, ma aprono solo la strada ai veri protagonisti: la quiete e il quotidiano. Emozioni diventano idee, piccoli momenti si espandono e diventano canzoni. “La Mia Routine” è un’ode alla volontà di far ciò che si vuole della propria vita, come “Pochi Giorni” e “Come se” sono due diversi risvolti dello stesso strano fenomeno… l’amore. Sorprendente è accorgersi quanto certe sensazioni quotidiane siano comuni a tutti. Il binomio semi-jazz “La Verità” / “Pensieri” è magico (e ha la non-così-scontata capacità di raccontarsi da solo).
I minuti passano, e ci si accorge che Silvestri, funambolo sulle corde dell’animo umano, guarda anche fuori dall’oblò; guarda in faccia la società. Nel corso della sua carriera, il cantante ha sempre mostrato interesse verso la politica, senza mai nascondere le sue idee. Qui, però, l’attivismo c’entra relativamente: in cuffia avete anche un disco politico, ma pieno di rabbia verso il sistema (quello italiano, in particolare). “Quali Alibi”, oltre ad essere il primo singolo estratto dall’album, è Rock insidioso, che si infiltra piano piano nelle orecchie. Sul ritornello le parole danzano tra loro, si uniscono e si scombinano come un fiume in piena, incoronando ancora una volta Silvestri come uno dei massimi prestigiatori della lingua nostrana nel panorama musicale. Altra bomba (sia politica che musicale) è “La guerra del sale”, con l’azzeccatissimo contributo di Caparezza. Mettere i piedi in testa agli altri per progredire e far piazza pulita di chi ti sta dietro; pochi peli sulla lingua il magico duo. (L’autocitazione “Giuro che se il mio intervento è ancora troppo sciapo non c’è alcun problema, l’ho già fatto e lo farò da capo: e salerò” vale da sola tutto il disco).
Una raffinata ricerca e testi ‘acrobateci’ (passatemi la battuta) per fortuna non sono la sola risorsa. La produzione è ben calibrata e pulita, sapendo variare dove serve, così come i generi. Le ballate di “Tuttosport” e “Bio-Boogie” (collaborazione con i Funky Pushertz) tentano di rimescolare musicalmente le carte in tavola, ma l’assenza non avrebbe di certo gravato sul disco che scorre benissimo allo stesso modo (no, sul serio, c’era davvero bisogno di un pezzo sui cibi bio?).
Le collaborazioni non finiscono qua: oltre ai già citati rapper, c’è lo zampino anche di Diodato, Roberto Dell’Era e Diego Mancino.
Tirando le fila, Acrobati è un ottimo disco, uno dei più impegnativi e riusciti della carriera di Daniele Silvestri, che ancora una volta centra il bersaglio.
Il Pop esiste, la musica italiana c’è; non è tutto appeso a un filo come sembra.
Silvio Ghidini

Tracklist
01 La mia casa
02 Quali alibi
03 Acrobati
04 Pochi giorni [feat. Diodato]
05 Un altro bicchiere [feat. Dellera]
06 La mia routine
07 Così vicina
08 La verità
09 Pensieri
10 Monolocale
11 La guerra del sale [feat. Caparezza]
12 A dispetto dei pronostici
13 Come se
14 L’orologio [feat. Diego Mancino]
15 Bio-Boogie [feat. Funky Pushertz]
16 Tuttosport
17 Spengo la luce [feat. Dellera]
18 Alla fine [feat. Diodato]
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