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Angelo Anastasio – Luci ed ombre

Vi parliamo dell'ultimo lavoro solista di uno dei grandi chitarristi della musica italiana, un personaggio che ha fatto la storia di questo strumento suonando su palchi e con artisti importanti, senza dimenticare il suo lavoro di compositore che ritroviamo in canzoni come "Non è un film" e "Ma non ho più la mia citt

Vi parliamo dell’ultimo lavoro solista di uno dei grandi chitarristi della musica italiana, un personaggio che ha fatto la storia di questo strumento suonando su palchi e con artisti importanti, senza dimenticare il suo lavoro di compositore che ritroviamo in canzoni come “Non è un film” e “Ma non ho più la mia città”, “Vivere” di Andrea Bocelli, “E già” di Renato Zero.

Angelo Anastasio - Luci ed ombre

Un artista che passa dalla composizione alla performance, completo e a tutto tondo, dalle indubbie capacità creative nonché strumentali. Luci ed ombre è il titolo di questo suo album, registrato e masterizzato presso la A&A Recordings Publishing di Andrea Casamento, ed effettivamente è un’ambientazione fatta di luci e ombre che ritroviamo nello scorrere della tracklist, dove si passa da brani scuri e criptici, ricchi di richiami alla scena progressive e fusion, ad altri più diretti e luminosi.
Difficile definire influenze particolari sia nel playing sia nell’approccio alla composizione, fra i molti spunti le fondamenta sono ben stabilite nello stile personalissimo di Angelo e nella scelta di un sound coerente con lo stile musicale suonato. L’ascolto del disco per intero propone un vero e proprio viaggio nella Via Lattea della chitarra, troviamo molti riferimenti funk-rock e blues, ma non mancano un pizzico di neoclassico ala Malmsteen e del rock-blues moderno in stile Satriani.
Insomma, un disco che potremmo definire classico e di altri tempi, certamente ben strutturato e ben suonato. 

La scaletta si apre con la sintetica “Luci ed Ombre”, che dà anche il titolo all’album: un brano progressive e con qualche accenno al neoclassico, veloce e di impatto, ricco di melodia e di passaggi tecnici degni di nota. Segue “Fuxia Lady”, che riporta subito alla mente il classico di Hendrix, discostandosi notevolmente dal brano di apertura nel passare a un territorio più funk-blues con un meraviglioso playing e una scelta di suoni decisamente azzeccata. “Soul Booster” è più rock, ma senza tralasciare il groove e la musicalità, elementi che ormai iniziano a diventare fondamentali in questo lavoro.
“Dark Roses” è la ballata sognante ed eterea dell’album, musicale e tensiva al momento giusto, seguita dal cambio di rotta di un enorme riff di chitarra che apre le porte alla gambaliana, mi si passi il termine, “Rotik”. Non poteva mancare dello shuffle, anche se di certo non nel classico texas-style ma in una sua visione e rilettura più fusion in “Shuffle Store”. “Oriental” racchiude ancora una volta una melodia spettacolare e un assolo che non passa di certo inosservato. “Arechi” riesce a mettere insieme diversi strumenti nella corsa verso melodie e ritmiche decisamente mediterranee.

In generale, un album di un artista che ha molto da dire con il suo strumento, un musicista che ha evidentemente dedicato la sua carriera a coglierne tutte le sfumature e le possibili applicazioni in svariati campi musicali. Mi sento di consigliarne l’ascolto non solo ai chitarristi, che ne trarranno certamente spunto e ispirazione, ma anche a tutti gli altri ascoltatori e appassionati, che lo apprezzeranno come disco ricco di musica e melodia.

Angelo Anastasio - Luci ed ombre

Una breve intervista con Angelo Anastasio:

La tua vasta esperienza in qualità di chitarrista e session man, nonchè compositore per svariati artisti italiani ha influenzato la scrittura dei brani presenti nella tracklist?

Direi che è fondamentale, le prime esperienze di palco vere e proprie (ero veramente un ragazzino) le ho fatte suonando per un lungo periodo con Santino Rocchetti, grande chitarrista e cantante, e credo che mi abbia insegnato molto a stare sul palco e a unire aggressività e melodia insieme. Inoltre, nei concerti con lui c’era alle tastiere anche suo fratello Alberto che suona con Vasco ormai da tantissimi anni. Ho preso sempre qualcosa da ognuno dei grandi artisti con cui ho suonato, rubavo qualsiasi loro sfumatura, anche perché ho iniziato da professionista a quindici anni ed ero completamente autodidatta.
La lunga esperienza che ho poi avuto con Ramazzotti mi ha veramente migliorato molto come chitarrista: per prima cosa suonare con lui non è semplice come sembra perché c’è un’attenzione sul suono delle chitarre veramente maniacale, anche se io ho sempre suonato con pochi effetti a pedale preferendo l’attenzione verso il tocco e l’espressione. Mi piace moltissimo il rock duro ma non posso fare a meno di pensare a sfumature melodiche a volte anche liriche, non a caso ho lavorato con Andrea Bocelli come chitarrista in teatro e come compositore scrivendo “Vivere” cantato prima in duo da Bocelli e Gerardina Trovato e ultimamente in una nuova versione insieme a Laura Pausini. In poche parole passo da Van Halen a Caruso senza problemi.

Ci parli del tuo approccio alla composizione, cosa o chi ti ha ispirato?

Mi vengono delle melodie e dei riff all’improvviso, mentre sono in macchina nel traffico e spesso  le sogno e mi alzo di colpo dal letto per cercare una chitarra. A volte l’ispirazione vera arriva quando abbiamo una fase emotiva alterata, sia essa positiva che negativa, ma naturalmente non ci sono regole, serve solo una buona conoscenza degli accordi e delle scale per poi mettere in pratica quello che si ha nella testa. Chi mi ha sempre ispirato musicalmente è Carlos Santana, è stato un amore al primo ascolto: penso che sia uno dei musicisti che mi dà più emozioni in assoluto. Ma non mi ispirano solo i chitarristi, sarebbe sbagliato, adoro Stevie Wonder, Joe Zawinul, Astor Piazzolla, Michel Petrucciani, la canzone napoletana dell’ ottocento, praticamente tutto ciò che è bello, almeno per me.

Che strumentazione hai utilizzato per l’incisione?

Per il mio nuovo disco ho usato una PRS Custom 24, ma anche una Fender Stratocaster American Standard e una vecchia Blade che ho da una trentina di anni. Come chitarra acustica ho usato una bellissima Adamas e su un pezzo ho usato un mandolino di liuteria siciliana. L’ampli è una testata Stiletto della Mesa Boogie, veramente cattiva con una cassa sempre Mesa. Come effetti quasi nessuno tranne un Cry Baby della Dunlop, altre cose sono state aggiunte durante il missaggio. La distorsione l’ho ottenuta direttamente dalla testata, qualche volta rafforzata da un Tube Screamer della Ibanez .

Angelo Anastasio - Luci ed ombre

Vuoi parlare dei musicisti che hanno suonato con te sul disco?

Il disco è suonato da musicisti che io stimo particolarmente e di cui vado veramente fiero. Alla batteria un vero talento, Piero Pierantozzi, che ha contribuito veramente molto alla realizzazione dei pezzi: li ho realizzati con lui nel suo studio di registrazione suonando in trio con il bassista Vittorio Longobardi, un ragazzo con tanto groove e tanta anima, forse perché è di Salerno come me (ride). Ho cercato di riprodurre in studio la stessa energia che mettiamo sul palco e credo che ci siamo proprio riusciti. Le tastiere sono state incise successivamente da Gianni Aquilino che ha aggiunto quel sapore un po’ fusion che non mi dispiace affatto. Ha suonato anche Eric Daniel al sax, mi sento molto vicino a lui nel modo di usare le note, per me è stato grande. Le percussioni sono state aggiunte su un paio di pezzi da Fabrizio Aiello, che volevo di più? Il disco alla fine ha il suono che avevo in testa fin dall’inizio grazie al missaggio finale effettuato da Nicola Di Già nel suo studio .

Che consigli ti sentiresti di dare a una persona che volesse oggi intraprendere il mestiere di musicista/chitarrista in Italia?

Temevo che tu mi facessi questa domanda, ma alla fine era inevitabile. Se avessi la certezza che la situazione nel nostro paese restasse invariata consiglierei a tutti di suonare solo per hobby ma sicuramente le cose si evolveranno e l’unica cosa da fare è quella di studiare il proprio strumento per migliorare sempre di più e divertirsi sempre, anche solo suonando nelle sale prove, anche perché chi ama suonare deve farlo e basta. Poi su questo argomento non sono pessimista, piuttosto spero che migliori un po’ quello che si sta suonando ultimamente .

Presenterai questo tuo ultimo lavoro dal vivo? Qualche appuntamento da anticipare?

Certo, ne approfitto col dire che il disco uscirà il primo giugno e lo suonerò in un bel concerto il giorno 3 con la mia band al Billions a Roma. Ho anche altri eventi che saranno confermati a breve e poi comunicati da un ufficio stampa .

Vorrei ringraziare la comunità di MusicOff. È un vero piacere parlare della mia musica con voi e, non volendo far torti a nessuno, in questo periodo non mi vengono in mente persone così competenti nell’informazione musicale. Grazie davvero.

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