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Mike Keneally – You Must Be This Tall

Quando ti chiami Mike Keneally e hai lavorato per anni al fianco di gente come Zappa, Satriani e Vai pubblicando venti e passa dischi di notevole qualità puoi permetterti di tutto. Puoi permetterti di realizzare progetti di qualsiasi tipo, oppure puoi produrre un album all’anno e magari registrarlo in più studi, do

Quando ti chiami Mike Keneally e hai lavorato per anni al fianco di gente come Zappa, Satriani e Vai pubblicando venti e passa dischi di notevole qualità puoi permetterti di tutto. Puoi permetterti di realizzare progetti di qualsiasi tipo, oppure puoi produrre un album all’anno e magari registrarlo in più studi, dove ti capita. E magari, nel farlo, puoi anche coinvolgere degli autentici fenomeni.

A proposito, qualche nome? Marco Minnemann, Bryan Beller, e poi Joe Travers, Rick Musallam, Missy Andersen. Insomma, puoi fare davvero di tutto. Tanto si sa già che darai alla luce l’ennesimo disco magistrale. Questo perché sei un genio. Perché fai un mestiere del genere da sempre e quindi hai esperienza da vendere. E poi perché prima di tutto sei un professionista, una persona che fa dell’abnegazione e dell’umiltà le sue prerogative di partenza. Insomma, ci è piaciuto e non poco questo nuovo album in studio del Maestro Mike Keneally, polistrumentista americano classe ‘61. You Must Be This Tall è uno di quei lavori che ammutoliscono fin dai secondi iniziali della traccia di apertura (traccia omonima, fra le altre cose). Trattasi di un Lp in cui è evidente l’approccio molto prog ma che, al contempo, appare assolutamente fluido e spigliato tanto nelle dinamiche quanto negli arrangiamenti. All’interno della ventiquattresima fatica discografica di Mr. Keneally regnano maturità, fantasia, talento, classe ed imprevedibilità. L’armonia che trapela contemplando gli stacchi e i passaggi che caratterizzano i dodici episodi in scaletta è tanto cristallina quanto disarmante.

Nonostante la complessità delle strutture, You Must Be This Tall è tutto un bel sentire. Merito della scrittura certosina e raffinata del suo autore. Ma merito anche dei colleghi di Keneally che con estremo piacere sono andati ad intervenire, o meglio a contribuire ad ultimare i pezzi che il musicista newyorkese aveva scritto prima di entrare in sala d’incisione. D’altronde nessuno può mettere in dubbio la sensibilità che gente come Minnemann, piuttosto che Beller e Travers, è in grado di garantire in fase di produzione. Figurarsi poi se già il materiale di partenza denota un elevato tasso di qualità e di efficacia. Si accennava sopra al piglio progressive che attraversa un disco come You Must Be This Tall, uscito a pochi mesi di distanza da Wing Beat Fantastic (2012) e Wing Beat Elastic (2013). Ecco, confermiamo che il prog è una costante inequivocabile all’interno del cd. Tuttavia il segreto di questo disco sta nella contaminazione. Diversi e ripetuti sono i frangenti in cui capita di contemplare elementi di jazz, fusion, avant-garde e rock (e pure elettronica, se vogliamo). You Must Be This Tall palesa dunque lungo tutto l’arco del suo sviluppo uno spirito semplicemente libero. Ogni traccia, che sia cantata o strumentale, si sviluppa sempre in maniera imprevedibile. Così si spiega la natura altamente sperimentale del nuovo progetto targato Keneally.Suonato e prodotto in modo esemplare, You Must Be This Tall non ha praticamente alcun punto debole. Del resto, per quanto alcuni suoni possano non apparire del tutto innovativi, il disco trasuda di quel giusto mix di classicità e modernità specialmente sotto l’aspetto della scrittura. Lo ripetiamo: è un disco che ammutolisce. Un disco capace di mettere d’accordo tutti gli ascoltatori più esigenti e dai palati fini, nonché tutte le persone che conoscono perfettamente l’intera opera di Keneally e tutte quelle che non hanno ancora avuto modo di imbattersi in una sua fatica discografica prima d’ora.

Inutile perciò cimentarsi nella descrizione dettagliata di ognuno dei dodici brano che vanno a comporre You Must Be This Tall. Meglio, o comunque opportuno, fornire a chi legge giusto una rapida panoramica, una breve anticipazione di ciò troverà al suo interno. In tal senso, la speranza è di esserci riusciti sul serio. Alessandro Basile Genere: Experimental, Progressive Line-up: Mike Keneally – voce, chitarre, basso, piano, Rhodes, organo, synth, slide whistle, armonica, batteria, percussioni
Matt Resnicoff – voce
Missi Andersen – voce
Rick Musallam – chitarre
Andy Partridge – chitarre, loop
April West – trombone
Bryan Beller – basso
Joe Travers – batteria
Marco Minneman – batteria Progetti simili consigliati: The Aristocrats, Daniel Johnston, Porcupine Tree, Steven Wilson

Tracklist:
01 – You Must Be This Tall
02 – Cavanaugh
03 – Plum
04 – Cornbread Crumb
05 – Kidzapunk
06 – Pitch Pipe
07 – The Rider
08 – Bolarius
09 – Popes
10 – Indicator
11 – 5th St.
12 – Glop