HomeStrumentiChitarra - DidatticaLo Sviluppo del Tocco

Lo Sviluppo del Tocco

Iniziate questo lavoro solo se siete certi di poter impiegare almeno un'ora al giorno su questo schema per almeno un anno!E' un lavoro molto complesso che se fatto veramente bene porta ad enormi risultati. Se siete sicuri di potercela fare leggete qui di seguito... La prima regola é iniziare lo sviluppo del tocco con

Iniziate questo lavoro solo se siete certi di poter impiegare almeno un’ora al giorno su questo schema per almeno un anno!E’ un lavoro molto complesso che se fatto veramente bene porta ad enormi risultati. Se siete sicuri di potercela fare leggete qui di seguito… La prima regola é iniziare lo sviluppo del tocco con la sola e semplice chitarra.
Pericolosissimo invece sarebbe iniziare con chitarra elettrica costosa e supersofisticata, preamplificatori vari, finali di potenza spaventosi, due coppie di casse, racks pieni di delay, chorus, reverberi, equalizzatori, compressori, tremoli, phaser ed impicci vari.
Dobbiamo allenarci a sentire “l’effetto” delle nostre dita sulle corde della nostra beneamata =) Passo dopo passo verso un tocco magico

  • Come abbiamo detto prima iniziamo con una chitarra senza amplificazione di nessun tipo e suonando una sola corda a vuoto.
    Mmm…vediamo cosa ne esce fuori.
    La cosa fondamentale é aprire le orecchie e tentare di capire tutte le svariate possibilità sonore generate pizzicando, plettrando, perquotendo e accarezzando le corde (meglio una corda sola), quindi utilizzando soltanto la mano destra.
    Adesso è necessario sapere in quante maniere possiamo far vibrare una corda!
    Ma in quanti e quali modi possiamo “suonare” la nostra corda?
    In sostanza possiamo farlo con le dita (con/senza unghie, con/senza ditali), con il plettro di cui posso variare il tipo (grande, piccolo, morbido, duro, medio, appuntito, arrotondato, sottile, spesso, di plastica, di metallo, di carbonio ed addirittura d’oro (per i più facoltosi), con la lingua e con altre parti che non andiamo ora a specificare =)
    (Per i più maliziosi sottolineiamo che si tratta dei denti ricordate Hendrix?!?).
    Possiamo poi aumentare le possibilita’ considerando che una corda puo’ essere suonata in su o in giu’, magari cercando di ottenere lo stesso suono da entrambe le opzioni (anche se ci risulta che mai nessuno ci sia mai riuscito perfettamente, ma non scoraggiamoci).
    Un’altra variabile potrebbe essere l’inclinazione del plettro o delle dita, alla ricerca di suoni omogenei tra loro o completamente differenti.
    Riuscire ad ottenere la stessa timbrica o averne di diverse deve poter diventare una scelta di gusto e non un caso.
    Qualcuno si stara’ chiedendo: “Ma chi me lo fa fare?”
    Beh vi garantiamo che un lavoro come questo nasconde delle possibilita’ incredibili; occorre solo un po’ di esercizio, costanza e mooolta diligenza.
    E’ comunque diciamo “obbligatorio” lavorarci ascoltando attentamente tutto ciò che si suona.
    Altro punto cruciale è quello della dinamica: da pianissimo a fortissimo, con la quantità di suono decisa tramite la mano, prima ancora del volume del’amplificatore e dei superpedali =). Cerchiamo inizialmente di lavorare in maggior parte con le corde a vuoto perché l’assenza della mano sinistra aumenta notevolmente la difficolta’ dell’esercizio, dandoci pero’ un miglior risultato alla fine.
    Per chi non fosse ancora pienamente soddisfatto, un lavoro ulteriore puo’ essere generato utilizzando armonici artificiali, slapping e chi più ne ha, più ne metta…
    Dopo un allenamento solo sulla mano destra che puo’ durare anche diversi mesi (per poi continuare tutta la vita diremmo =), possiamo inziare ad utilizzare anche la mano sinistra, che con i suoi controlli sulle corde già messe in vibrazione dalla mano destra, ci permette ulteriori rifiniture sonore, tramite l’intervento di tecniche quali: il glissato (slide), lo staccato, il legato (hammer-on/pull-off) il bending e la leva del ponte.
    Di Fondamentale importanza é un elemento dinamico che caratterizza in buona parte lo stile di ogni chitarrista: il vibrato!!!
    N.B. – E’ proprio combinando le due mani che si arriva al più importante elemento di gestione del suono: il controllo dell’intenzione e dell’espressione. In questo modo si riesce perfettamente a trasportare i propri sentimenti e le proprie emozioni sulla tastiera della chitarra e non semplicemente con l’influsso divino =)
    Quando riteniamo di esser abbastanza ferrati con la nostra amata sei corde scollegata da ogni forma di amplificazione, possiamo inziare ad “attaccarla” a qualcosa che aumenti le sue possiblita'(Eureka!!! Finalmente possiamo usare super distorsori, mega amplificatori…).
    Il lavoro da fare é sostanzialmente lo stesso del punto uno, ma ogni volta cambiando la base sulla quale si lavora:
  • Controllo del suono pulito a bassi volumi
  • Controllo del suono pulito ad alti volumi
  • Controllo del suono povero (es. Scofield)
  • Controllo suono in punta di saturazione (tipo crunch) a medi volumi
  • Controllo suono distorto ad alti volumi
  • Controlli ambientali (mono/stereo, echi/reverberi), effetti, racks
  • Ci sembra chiaro che per arrivare a questo “Tocco magico”, di lavoro ne dovremo fare un’enormita’, ma a nostro avviso, solo chi si impegna al massimo e non demorde può arrivare a livelli eccelsi!!!Considerazione conclusiva A prescindere comunque da tutti i tipi di esercizi che si possono effettuare per sviluppare il tocco, considerare le proprie emozioni, i propri stati d’animo ed i propri pensieri rimarrà per sempre il modo migliore per poter trasmettere quello che si vuole ed esserne realmente soddisfatti.
    Creare un rapporto “umano” con il proprio strumento, è la chiave per poter diventare grandi musicisti!!!
    Tutto questo però va allenato frequentemente con i metodi di lavoro che sono stati elencati finora!
    Quindi… BUON LAVORO A TUTTI!