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Lo studio personale: schede audio #1

Bentrovati MusicOffili, ora che abbiamo diversi (speriamo) microfoni, due (o più!) monitor, vediamo come collegarli al nostro computer; la soluzione più semplice potrebbero essere dispositivi dotati di prese USB, a forma di microfono con capsula/e mono o stereo ed uscita cuffia utilizzabile come uscita di linea, ma s

Bentrovati MusicOffili, ora che abbiamo diversi (speriamo) microfoni, due (o più!) monitor, vediamo come collegarli al nostro computer; la soluzione più semplice potrebbero essere dispositivi dotati di prese USB, a forma di microfono con capsula/e mono o stereo ed uscita cuffia utilizzabile come uscita di linea, ma se vogliamo ottenere di più, magari per registrare una session del nostro gruppo con più microfoni, dobbiamo investire qualche euro per una scheda audio, e la scelta dipende dalle porte del nostro computer.

Thunderbolt? Una “vecchia” FireWire? USB 1.xx 2.xx 3.xx? PCI o PCI EXPRESS? Ovviamente non stiamo parlando di gadget tecnologici ma dobbiamo capire quale flusso di dati abbiamo a disposizione per l’audio e sapere di conseguenza quante tracce possiamo registrare/ascoltare contemporaneamente. Al di là delle porte USB 1.0 ed USB 1.1 (tipiche di molti mixer economici e della maggior parte dei suddetti dispositivi a forma di microfono), caratterizzate da un flusso limitato che generalmente è fissato dal costruttore in 2 tracce in registrazione e 2 in riproduzione contemporanea a 24/48, tutte le altre soluzioni hanno un flusso dati tale da poter realizzare tranquillamente registrazioni con decine di tracce
Apogee Ensemble Quindi il limite ora diventa il numero ed il tipo di ingressi/uscite che dovremo avere sulla scheda ottimale per le nostre registrazioni ed il nostro budget!
Tornando a quanto detto nell’articolo sui microfoni, sappiamo che ci sono tre tipi di ingressi analogici standard:

  • microfono (livello basso ed impedenza bassa, salvo per i microfoni a nastro);
  • strumento (livello medio ed impedenza elevata, tipica dei pickup di bassi e chitarre elettriche);
  • linea (livello alto ed impedenza media, tipica di apparecchi AV, hi-fi e molte tastiere).

Spesso questi ingressi per occupare meno spazio utilizzano connettori combo (xlr+jack da 6,35mm), ovviamente livello ed impedenza sono gestiti via software.
Facciamo un breve calcolo e cerchiamo una scheda che abbia tutti gli ingressi che ci servono e magari qualcuno in più per eventuali esigenze future… accidenti quanto costa! Oltretutto nella scheda tecnica il costruttore dichiarava XX ingressi mentre ci sono solo Y connettori, cosa è accaduto?
RME UFX Firewire
Universal Audio Apollo 16Quasi tutte le schede audio hanno ingressi digitali che ci consentono di espandere il numero di ingressi e, a volte, anche delle uscite. Generalmente si tratta di una porta ottica TOSLINK nel formato ADAT che fornisce 8 canali a 24/48, o 4 a 24/96 (SMUX II) o 2 a 24/192 (SMUX IV), quindi possiamo integrare gli ingressi della nostra scheda audio con un preamplificatore o un’altra scheda audio (magari noleggiata o prestata) che abbia porte ADAT in uscita ed avere a disposizione ulteriori ingressi senza doverli avere sulla scheda audio.
Tornando alle origini: negli anni ’90 il protocollo ADAT era stato messo a punto per registrare fino ad 8 tracce digitali usando una meccanica a testine rotanti (tipo videoregistratore, con nastro S-VHS) e sincronizzare fra di loro più macchine per poter arrivare a sistemi fino a 128 tracce simultanee, pertanto il connettore ottico non trasportava solo il segnale digitale ma anche il segnale di sincronizzazione, eliminando l’esigenza di costosi (allora) generatori/lettori di word clock.
Negli anni successivi grazie alla sua dimensione contenuta (le alternative per un segnale due canali erano la porta S/PDIF su connettore RCA o la porta AES/EBU su connettore XLR), ed alla sincronizzazione incorporata il connettore ottico del formato ADAT ha avuto una grande diffusione anche nelle schede audio per computer fissi e portatili.
Antelope Atomic ClockOltre alla connessione ottica TOSLINK per computer fissi e portatili esistono anche altri tipi di connessioni, anche su schede PCI e PCI EXPRESS, per l’utilizzo con altri protocolli quali l’AES con connettore D-SUB a 25 poli per 8 canali bilanciati, per questo protocollo la frequenza di campionamento non implica la riduzione dei canali ma c’è bisogno di un word clock, oltre ai convertitori esterni. A livello professionale esistono anche schede audio che adottano il protocollo MADI (AES 10) con connettore BNC coassiale o ottico, che trasmette segnali a 24 bit per 64 canali a 48kHz o 32 a 96kHz, ma necessitano di preamplificatori/convertitori esterni con ­incremento dei costi. E le uscite? L’ideale è di avere abbastanza uscite analogiche per gestire il master (stereo o surround) e le mandate per le cuffie dei musicisti impegnati in registrazione/sovrincisione; generalmente si usa una mandata mono ma qualcuno potrebbe volere in cuffia un segnale stereo. Molti software DAW dispongono anche di più mixer virtuali, rendendo possibile una gestione più semplice ed immediata, magari da parte del musicista stesso. A presto per chiudere anche questi argomenti!