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Le diteggiature – C Shape

Bentrovati a tutti amici musicoffili, in questo terzo appuntamento dedicato al mondo delle diteggiature affronteremo la terza forma delle scale: "C shape"; ricordo che potete visionare i precedenti articoli ("E shape" e "D shape"), inoltre date un'occhiata al Vademecum Lick of the Week Pt.1 e Pt.2, linkati in fondo a q

Bentrovati a tutti amici musicoffili, in questo terzo appuntamento dedicato al mondo delle diteggiature affronteremo la terza forma delle scale: “C shape”; ricordo che potete visionare i precedenti articoli (“E shape” e “D shape”), inoltre date un’occhiata al Vademecum Lick of the Week Pt.1 e Pt.2, linkati in fondo a questo articolo, nei quali vengono trattati in maniera accurata argomenti importanti coma la “Teoria degli Intervalli”.Ribadisco che l’obiettivo di questi di articoli consiste nel comprendere il metodo costruttivo delle diteggiature mediante una certa logica, la quale si basa sul sistema degli intervalli. Al contrario, non vuol essere esclusivamente una catalogazione grafica delle forme da imparare a memoria.Ripropongo nuovamente (che non fa mai male) i due concetti chiave analizzati nelle scorse puntate:

  • Teoria degli intervalli: che definiscono la natura e la sonorità tipica di una scala;
  • Accordi e sistema CAGED (o EDCAG): ovvero le posizioni principali degli accordi che rappresentano lo scheletro su cui creiamo le nostre diteggiature: ad ogni posizione di accordo è corrispondente una diteggiatura di scala.

È necessario prendere un accordo in triade (I, III, V) ed eseguirlo in una determinata forma del sistema EDCAG e successivamente aggiungere, grazie al precedente studio degli intervalli, gli altri gradi che compongono la scala presa in considerazione. Di conseguenza, al di sopra di una triade maggiore ricaveremo scale maggiori (ionica, lidia e misolidia) mentre sopra una triade minore scale di natura minore (eolia, dorica e frigia).Posizione 3: “C shape”Innanzitutto impariamo a suonare le tre triadi principali in posizione DO. Di seguito troverete come esempi l’accordo di E, quello di Em ed infine la triade diminuita.Passiamo ora alla seconda fase nella quale, come esempio, prenderemo in considerazione la scala di E (E, F#, G#, A, B, C#, D#) costruita mediante i seguenti intervalli: R, ∆2, ∆3, p4, p5, ∆6, ∆7.Proviamo a suonare e memorizzare singolarmente i vari intervalli che costituiscono questa scala. Ovviamente, a differenza della posizione E che ha la tonica (Root) su sesta corda e la posizione D che ce l’ha su quarta, la posizione C si crea a partire da quinta corda.Ed eccoci giunti alla solita terza fase: collegando i vari punti vedremo nascere la scala maggiore (ionica) nella sua terza forma. Dopo questo esempio in E di seguito troverete le varie diteggiature delle scale trattate in questa prima serie di articoli. Adottando il medesimo sistema per le successive scale e facendo attenzione all’accordo di base (maj, min o dim) ed ad i corrispettivi intervalli, riusciremo a ricavarci secondo un senso logico-teorico le altre strutture.
Come potrete notare per ogni grado è indicato il relativo intervallo e, a destra della tastiera, le note corrispondenti. Vi ricordo nuovamente che, in allegato ad ogni articolo, troverete i file GuitarPro 6 delle scale prese in considerazione. In particolare: un file contenente le tre diteggiature maggiori ed uno le quattro minori.Nel secondo appuntamento avevamo introdotto un nuovo concetto: le diteggiature studiate in forma E su tutte e sei le corde assumono un altro nome se analizzate da un punto di vista differente.Avrete sicuramente notato che, nonostante la terza forma “C shape” si viene a creare a partire da quinta corda, vi ho proposto con dei pallini bianchi la continuazione della scala progredendo verso il basso come era stato fatto precedentemente per la forma D.Prendiamo come esempio la diteggiatura della scala di E minore in forma C e noteremo che viene a corrispondere alla scala di A dorico in forma E nonché alla scala G ionica in forma D. Ovviamente queste scale sono tutte relative l’una dell’altra in quanto hanno le stesse note, ma attenzione, dipende da che punto di vista le state analizzando, poiché in base alla forma dell’accordo su cui vogliamo creare la scala cambiano i corrispettivi intervalli.A partire da quest’ultimo spunto spero sia chiaro il fatto che, una volta memorizzate le diteggiature in forma E, automaticamente avete imparato anche le altre posizioni. Di conseguenza abbiamo da una parte la semplicità di dover imparare sostanzialmente poche diteggiature, ma dall’altra la difficoltà di doverle analizzare sotto diversi aspetti in base alla forma presa in considerazione.Come al solito spero di esservi stato d’aiuto e vi ricordo che per qualsiasi domanda vi aspetto sul forum. Intanto vi saluto e ci aggiorniamo al prossimo articolo nel quale tratteremo la “A shape”.
Stefano Maroelli

Vademecum di Lick of the Week Pt.1 e Pt.2