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Joe Satriani – Engines Of Creation

Il primo pensiero che si fa ascoltando questo cd e' "Ma non e' che abbiamo sbagliato cd?" Suoni completamente elettronici (l'unico strumento "vero" utilizzato e' la chitarra, mandata in un computer e nell'impianto tramite uno speaker simulator) che suonano un po' strani per chi e' abituato ad ascoltare Joe. Del resto g

Il primo pensiero che si fa ascoltando questo cd e’ “Ma non e’ che abbiamo sbagliato cd?” Suoni completamente elettronici (l’unico strumento “vero” utilizzato e’ la chitarra, mandata in un computer e nell’impianto tramite uno speaker simulator) che suonano un po’ strani per chi e’ abituato ad ascoltare Joe. Del resto gia’ altri chitarristi hanno utilizzato strumentazione elettronica e computer invece che musicisti veri (Clapton, Jeff Beck …) Cio’ che forse Satriani vuole insegnarci e’ che anche la techno puo’ diventare una musica in cui fare virtuosismi, o piu’ semplicemente puo’ diventare “ascoltabile”. Lui stesso ammette di ascoltare gruppi che suonano questo genere, a cui si e’ ispirato aggiungendo pero’ delle chitarre vere (e che chitarre!!!), non dei brevi e semplici campioni. Il cd si apre con Devil’s Slide; Suoni totalmente elettronici: batterie elettroniche, synth, bass synth partono suonando una melodia “quasi cantabile” che ricorda molto la musica techno, interrotta a tratti da un potentissimo riff. Probabilmente anche in questa prima parte c’e’ una chitarra, ma deve essere talmente trattata con effetti da rendersi praticamente irriconoscibile. Alla seconda interruzione parte un dialogo tra due chitarre (anche se piu’ che un dialogo si tratta di un duello). Poi dopo un po’ di battute tranquille sembra che il pezzo stia finendo ed invece… ecco che ritorna il “riff assassino” fino alla fine del brano. Anche Flavor Crystal 7inizia in ambiente techno con drum e bass synth, ma non appena la chitarra di Satriani inizia a farsi sentire con un po’ di accordi il sound rimane un po’ meno elettronico. Molto bello il solo, che colpisce soprattutto per la scelta delle note da suonare su una base piuttosto elementare. Strana la scelta del tempo, un 7/4 (da qui il 7 del titolo) piuttosto inusuale per il genere. Borg Sex, a detta di Satriani, e’ la trasformazione in musica di un rapporto tra due Cyborg: la femmina rappresentata con un suono acuto, melodico, mentre il maschio con un suono basso, grezzo e cattivo. Anche qui parti velocissime di chitarra. Until We Say Goodbye ci riporta un po’ a “Casa Satriani”, con una ballad molto dolce accompagnata pero’ dalla solita drum machine (anche se non ci dovrebbe nessun problema ad immaginarsela suonata da una batteria vera). Attack sembra adatta alla colonna sonora di qualche scena: un’ intro che crea un po’ di suspance sfocia poi in una raffica di note semplici ma d’effetto, e poi le due cose si alternano. A proposito di effetto, anche qui la chitarra sembra trattata moltissimo con effetti. La traccia numero 6, Champagne? ci porta in un ambiente vagamente bluesy: una slide electric-guitar (che a me ricorda molto Guitar Shop di Jeff Beck) accompagnata dalla solita drum machine suona strane melodie su un classico giro blues. Un particolare (letto su un’intervista a Satch) sul finale: dopo il solo (molto bello e veloce) c’e’ una strana melodia suonata solo dalla chitarra. E’ una specie di ninna nanna che Joe ha dedicato al figlio che gli si era addormentato sulle gambe mentre suonava. Clouds Race Across The Sky, e’ ben lontana dalla techno, ed e’ un pezzo molto particolare e… rilassante. Il titolo parla da se’. The Power Cosmic 2000 – Part 1 puo’ essere vista come un’introduzione alla parte 2. La chitarra fa da padrona, tessendo intrecci tra una chitarra in primo piano che “canta” (ogni tanto anche fuori tonalita’) ed un’altra, quasi in sottofondo, che suona i “classici” arpeggi di Satriani, quelli fatti in hammer-on stoppando le corde all’altezza dei primi tasti con la mano destra. In The Power Cosmic 2000 – Part 2, la traccia 9, questa seconda chitarra salta in primo piano, seppur variando gli arpeggi. Qui si intreccia e lentamente viene sostituita con una chitarra dal suono quasi irriconoscibile (sembra quasi un synth) che suona in stile Zappiano (praticamente zigzagando sulla tonalita’). Non c’e’ un vero e proprio assolo. Slow And Easy ci riporta in atmosfere piu’ rilassate e sognanti, con una chitarra filtrata da parecchi effetti, con un suono molto cupo, quasi con i controlli di tono completamente chiusi (anche se qui si tratta quasi sicuramente di Whammy pedal in cascata). Non si tratta di una ballad, ma solo di un pezzo… lento e facile! La title track Engines Of Creation chiude questo cd. Altro brano in perfetto stile Satch. Un pizzico di tastiere (che ogni tanto non guastano), batteria e basso (purtroppo questi sono finti). Le parti di chitarra sono realizzate con un’accuratezza e precisione che ci lascia senza parole Qualche fortunato ha avuto in omaggio anche un “bonus cd” con un brano in piu’ e 3 versioni differenti di altri brani. Noi abbiamo avuto modo di ascoltare solo il brano inedito, Turkey Man, che inizia (e finisce) con un bellissimo arpeggio di chitarra pulita (che ricorda molto l’intro della vanhaleniana Spanish Guitar). Il brano e’ un classico slow rock alla Satriani con belle parti di chitarra. Comprare o no? Mah, non sappiamo nemmeno noi cosa dire. Di certo si tratta di un ottimo disco del nostro Joe che però, potrebbe far storcere il naso ai suoi fans più accaniti

  • Devil’s Slide
  • Flavor Crystal 7
  • Borg Sex
  • Until We Say Goodbye
  • Attack
  • Champagne?
  • Clouds Race Across The Sky
  • The Power Cosmic 2000 – Part 1
  • The Power Cosmic 2000 – Part 2
  • Slow And Easy
  • Engines Of Creation
  • Casa discografica: Sony Music / Epic
    Anno: 2000