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Intervista a The Animals e Jared Booty

Per gli amici di MusicOff, ClaraBella e ValeRyo sono andati ad ascoltare la prima serata del Napoli Blues Festival (20/21 Luglio 2001). La manifestazione si è tenuta nel Cortile D'Onore del Palazzo Reale, a piazza del Plebiscito. Forse la scelta del luogo non è stata felicissima, in quanto il piccolo ambiente

Per gli amici di MusicOff, ClaraBella e ValeRyo sono andati ad ascoltare la prima serata del Napoli Blues Festival (20/21 Luglio 2001). La manifestazione si è tenuta nel Cortile D’Onore del Palazzo Reale, a piazza del Plebiscito. Forse la scelta del luogo non è stata felicissima, in quanto il piccolo ambiente aperto in alto non ha favorito la resa sonora
I volumi un po’ troppo alti all’inizio hanno reso difficile l’ascolto. I toni bassi inizialmente hanno coperto i ‘puliti’ della chitarra dell’ottimo Jared Booty.
I tecnici hanno comunque corretto il problema dopo poco e siamo riusciti a goderci la tecnica chitarristica del bluesman e a sentire The Animals prodursi in una ‘The house of the rising sun’ che ha mandato in visibilio i presenti e in ‘Please don’t let me be misunderstood’ che ha fatto alzare tutti in piedi ad applaudirli.
Ringrazio Lillo Boncordo (nella foto al centro tra Enzo Avitabile e Lino Vairetti al City Hall Café), consulente della manifestazione e Bruno Zarzaca dell’associazione Musicant, organizzatrice della manifestazione – che ci hanno consentito di intervistare per voi gli artisti presenti.
Un grazie di cuore a ClaraBella, senza la cui traduzione simultanea ora avreste qui solo i nomi degli intervistati, invece delle interviste! L’intervista a Jared Booty Subito dopo il concerto ci intrufoliamo nei camerini, intanto che sul palco si preparano The Animals. Jared, disponibilissimo, ci concede un’intervista. MOff: Come hai trovato Napoli?
JB: E’ la prima volga che ci vengo e sono rimasto impressionato dai dintorni della città. E dal traffico! Sono arrivato in autobus e il vostro traffico è davvero incredibile! MOff: Hai cominciato a suonare da piccolo, vero?
JB: Si. A 3 anni ho iniziato a suonare la batteria, a 8 la chitarra, a 12 il sax e a 19 il flauto. MOff: Quindi suoni molti strumenti. In quale ti identifichi?
JB: In tutti gli strumenti, ognuno di essi rappresenta un lato del mio carattere. MOff: E quale, secondo te, ‘trascina’ la folla?
JB: Nessuno e tutti. E’ l’insieme, l’armonia che trascina la folla. MOff: Sei in tour?
JB: Si, è un tour europeo. MOff: La prossima tappa?
JB: Il 23/7 sarò all’Aventino Blues Festival, il 27 a Sparanise (CE) e il 29 al Trasimeno Blues Festival. MOff: Cosa ne pensi del suono in questo cortile?
JB: Non era male, ma il fatto di suonare a cielo aperto in un locale piccolo fa sì che buona parte del suono vada su, quindi si rendono necessari volumi alti. A volte mettiamo un telo di copertura ma così non si vede il cielo. Ma va bene in entrambi i modi. MOff: Qual’è lo spirito della tua musica?
JB: E’ quello dei miei antenati, dei bluesmen che hanno suonato prima di me. Jared ci ha lasciato anche la sua email e ci ha autorizzato a pubblicarla sul sito, per chi volesse contattarlo: [email protected].
A breve vi presenteremo una recensione del suo ultimo disco: Better Days. L’intervista a The Animals Incontriamo all’uscita dai camerini Tony Liddle e Jim Rodford e li fermiamo per un intervista. MOff: Siete in tour?
TL: No, stiamo solo partecipando ad alcune manifestazioni. Ad agosto torneremo in Italia, a Pistoia. MOff: Qual’è lo spirito che anima la vostra band?
JR: Il Rock & Roll, il Rhytm & Blues. Per noi non conta dove suoniamo, sia uno stadio o un pub, l’importante è sentire dentro il rock. MOff: Cosa si prova sapendo che le proprie canzoni sono delle pietre miliari della musica?
TL: Per noi che siamo arrivati dopo è un privilegio essere parte di The Animals.
DR: Ecco John, puoi chiedere a lui che fa parte del gruppo originario.
[Arriva John Steel…]
JS: Per noi sono semplicemente le nostre canzoni, non pensiamo ad esse in un modo particolare. Ci sono tante canzoni importanti, stasera per esenmpio abbiamo suonato brani di Bob Dylan e Bruce Springsteen. E’ solo che quando la gente le riconosce partecipa in modo diverso, si crea un’atmosfera particolare. MOff: MusicOff è una comunità di musicisti online. Cosa ne pensi?
JS: Penso che internet sia un ottimo mezzo di aggregazione, consente di conoscersi anche se si è lontani e questo aiuta la musica. Solo che la facilità con la quale ci si può scambiare brani rende un po’ problematico il riconoscimento dei diritti d’autore. MOff: Un’ultima domanda: cosa ne pensi dell’utilizzo di tecniche digitali per il trattamento del suono? Effetti digitali, hard disk recording?
JS: Beh, è il nuovo che avanza. Non si possono fermare le nuove tecnologie, chiuderle in una scatola e dire ‘non esistono’. Bisogna tenerne conto. MOff: Grazie John, sei stato gentilissimo. Ci faresti un favore? Puoi salutare gli amici di MusicOff?Ascoltate il saluto di John Steel a MusicOff Jared Booty Band Il blues lo incontra subito fin dall’infanzia, Jared Booty nasce infatti a Memphis (Tennessee), a due passi dai leggendari studi “Sun Records” dove nacque la carriera del Re Elvis.
Lì a Memphis è la chitarra lo strumento che cattura la sua attenzione e Jared si dedica con passione affinando la tecnica e tracciando le linee del suo stile.
Subito dopo va a New Jork, dove è considerato uno dei talenti emergenti, e lì collabora con artisti di straordinario livello, tra i tanti Rufus Thomas, Al Green, Terence Trent D’Arby. Il suo stile vocale e musicale lo avvicinano molto a Lenny Kravitz, ma in più Jared Booty esprime il lato romantico ed una tensione degna dei migliori bluesmen della tradizione. The Animals The Animals nascono a Newcastle (UK) nei primi anni sessanta dall’incontro tra il giovane Eric Burdon e John Steel che, appassionati dai dischi R&B e Rock&Roll provenienti dagli States e portati dai marinai americani che incontravano nel porto della città, decidono di formare una band. Presto a loro si uniscono Hilton Vaentine, Chas Chandler ed Alan Price sostituito poi da Dave Rowberry.
Dopo le prime roventi esibizioni in città, la band gira l’Inghilterra suonando nei migliori club dell’Isola segnalandosi per un sound compatto ed irresisitibile e per quello straordinario cantante, Eric Burdon, alto poco più di un metro e cinquanta ed in grado di fare la differenza assoluta. Nel 1963 trasferitisi a Londra, gli Animals vanno in sala di registrazione con il produttore Mickie Most e realizzano il brano ‘Baby let me take you home’ che subito entra nelle top charts.
L’anno successivo è il 1964, arrivano al successo incidendo, stravolgendolo, un traditional americano “The house of the rising sun” creando un’atmosfera mai più eguagliata nella storia del rock ed influenzando il giovane Bob Dylan che di lì a poco lascerà definitivamente l’area folk e farà grande l’epopea del rock. La carriera del gruppo è brillante, dopo le ovazioni ricevute durante il tour americano ed europeo, ottengono un altro successo incidendo “We gotta get out of this place” che va primo in classifica ovunque, e perfino nella chart dell’American Armed Force dove resta indiscusso hit per ben 3 anni diventando simbolicamente l’inno pacifista durante la Guerra del Vietnam.
Di quel periodo è l’album “The Best of the Animals” che si segnala come il disco più venduto della band e resta nelle classifiche americane degli L.P. per 113 settimane.
Di lì a poco il gruppo si scioglie.
Negli anni novanta si torna a parlare degli Animals, la sede è quella prestigiosa della “Rock & Roll Hall Of Fame” a New York, dove il gruppo e la sua storia entrano di diritto per quanto fatto nella prestigiosa carriera.
Sembrava tutto finito ed invece oggi la leggenda degli Animals continua con Hilton Valentine, John Steell, Dave Rowberry che insieme al grande bassista Jim Rowford ed al cantante Tony Liddle girano instancabilmente i quattro angoli del pianeta, raccogliendo ampi consensi e riconfermandosi una delle più grandi band di rock e r&b di tutti i tempi.